Gioco spaziale di Nestore Mangone e Tommaso Battista a IdeaG 2023

IdeaG 2023: non ho più il fisico

L’anno scorso non mi sono limitato a scrivere un articolo con il report di Ideag, ma ben due, entrambi abbastanza corposi e pieni zeppi di giochi. Questo dovrebbe far capire quanto ci abbia dato dentro a provare prototipi. Quest’anno invece ve ne propongo soltanto uno con pochi titoli, e anche questo dovrebbe far capire molte cose!

Badge per iscrizione a IdeaG 2023

Non ho più il fisico 

Teoricamente avrei potuto iniziare a scrivere di IdeaG già da domenica, essendo tornato a casa presto, ma la stanchezza e la voglia di far riposare il cervello hanno avuto la meglio. Che poi sta cosa che sono fuori forma l’ho intuita fin da sabato, quando a cena ho scoperto che Andrea Dado aveva testato qualcosa come quattordici prototipi. Il doppio del sottoscritto! 

Luca Borsa IdeaG 2023
Una foto con il grande Luca Borsa! E quando mi ricapita?!

Prima però: cos’è IdeaG? 

IdeaG, lo dico per quei pochissimi lettori che ancora non lo sapessero, è l’incontro tra autori di giochi da tavolo organizzato da SAZ Italia, la sezione italiana dell’associazione internazionale autori di giochi da tavolo. Quello di Parma è l’evento nazionale in cui arrivano autori da tutta Italia con i propri prototipi, ma non l’unico, infatti durante l’anno si tengono altri incontri, più piccoli, sparsi in quasi tutte le regioni. IdeaG è una macchina ben oliata, in continuo movimento e che cresce di anno in anno. Basti pensare che questa edizione ha visto più di 160 autori, circa 90 playtester e la presenza di 24 case editrici con più di 50 operatori! Fra tutti gli organizzatori da elogiare scelgo il mio caro amico Matteo Sassi perché so l’impegno e le ore passate negli ultimi mesi ad assicurarsi che tutto andasse per il meglio. 

Perché IdeaG è un evento irrinunciabile?

Partecipare come autore a IdeaG permette di accrescere le proprie conoscenze in ambito ludico, superando i propri limiti, facendosi aiutare a guardare le cose da altri punti di vista. Non solo, IdeaG permette agli autori, aspiranti o già affermati che siano, di mostrare alla comunità ludica il proprio lavoro affinché gliene venga attribuito il merito. Perché? Semplicemente perché è il metodo migliore per tutelare il lavoro di un autore di giochi, in quanto non c’è possibilità di brevettare un gioco da tavolo

Partecipare come playtester permette agli appassionati di fare parte del processo creativo che sta dietro la nascita di un gioco da tavolo, spesso marginalmente, ma qualche volta anche in maniera determinante. In una IdeaG puoi alzare lo sguardo e cogliere le idee che fluttuano sopra ogni tavolo, seguirne il flusso e sentirti parte di esse. Puoi essere presente alla nascita di un gioco da tavolo e poter dire: “ehi, l’ho giocato prima che uscisse!”

Blogger in giro a IdeaG 2023
Sti maledetti blogger… Rovineranno il mondo!

Bando alle ciance

Ok, l’ho tirata troppo per le lunghe, ma ci tengo a queste formalità. 

La mia IdeaG inizia col botto. Una volta arrivato, prima ancora di poter fare il check-in, vengo tirato per mano al mio primo tavolo. Cioè, non ho nemmeno fatto tre passi che già mi ritrovo seduto, ma diciamo pure che non ho opposto poi molta resistenza.

Tommaso Battista e Nestore Mangone a IdeaG 2023

S*****genesi

Dalla coppia Tommaso Battista e Nestore Mangone, questo gioco a tema spaziale mi ha colpito come uno schiaffo, non lasciando nemmeno il tempo di capire dove fossi. Il titolo l’ho occultato per ragioni che non vi sto a dire…

Gioco spaziale a IdeaG 2023

Che poi io questo gioco l’ho cercato nella lista dei prototipi per vedere se c’era un altro nome, ma non l’ho trovato. Dopotutto si tratta di un prototipo davvero molto fresco e con ancora parecchio da sistemare, ma che lascia già intravedere delle soluzioni davvero molto interessanti. Non che mi aspetterei nulla di diverso, viste le abilità dei due autori. L’idea di asteroidi che colpiscono i pianeti portando la vita, ma solo se si riesce a stare entro un range di temperatura, mi è piaciuta molto. 

Alma Ata

Alma Ata a IdeaG 2023

Magicamente si sono già fatte le undici e non ho ancora fatto più di tre metri dentro il salone! Esco un attimo a completare il check-in, metto la maglietta d’ordinanza del blog, e vado a trovare il buon Carlo Camarotto che in coppia con Francesco Testini propone un gioco per due giocatori.

Un family plus di gestione carte con un set collection molto interessante, soprattutto per l’idea dei moltiplicatori limitati per i punteggi. L’idea è quella di acquistare merci dalle bancarelle, sfruttando un unico compratore che di fatto dividerà queste ogni volta fra i due giocatori. Le azioni, mediante l’utilizzo di carte, determinano il sistema di suddivisione delle merci, offrendo spunti di riflessione intensi. Le stesse carte, se non scartate per fare le azioni, si potranno utilizzare per fare punti… Altra cosa degna di nota sono le merci contraffatte, cubetti tarocchi che appesantiscono il proprio bottino e che innescano una bella situazione di push your luck. 

Plancia di Alma Ata a IdeaG 2023

L’unico difetto riscontrato è la durata leggermente superiore a quanto ci si aspetterebbe da un gioco di questo tipo, ma nulla che non sia facilmente risolvibile. Un gioco davvero ben realizzato.

Proseguendo nel mio girovagare, faccio finalmente il giro dei saluti, incontrando vecchi e nuovi amici e curiosando qualche tavolo. In realtà si è fatta già una certa e quindi vado a pranzo. 

Savorgnan 

Savorgnan a IdeaG 2023

Neanche il tempo di digerire e mi ritrovo al tavolo di Roberto Pestrin per giocare un gioco da lui presentatoci come “nulla di che”, e che invece si è rivelato essere curato e con un flusso di gioco piacevole. Soprattutto il lavoro fatto a livello storico mi ha colpito: già dal titolo, ispirato a una famiglia friulana del 1500 coinvolta nella più grande rivolta contadina d’Italia, dove pare che i protagonisti furono d’ispirazione per la creazione dei personaggi di Romeo e Giulietta…

Carte di Savorgnan a IdeaG 2023

Principalmente si tratta di una sorta deck bulding dove devi costruire un motore comprando edifici e attivandoli con i propri personaggi. Il mazzo di carte durante i turni tenderà a riempirsi di robaccia e bisognerà cercare di snellirlo per evitare di prendere punti negativi. 

Mostri nel cassetto 

Mostri nel cassetto

Decido di scendere di gradazione (non alcolica tranquilli, quello mai) e mi fermo dal caro Filippo Brigo per provare un gioco per bambini suo e di Renato Millioni. Semplice ma fresco, una cosa tipo scale e pirati, ma con una leggera parte deduttiva legata al fatto che i giocatori non conoscono a chi corrispondono gli altri personaggi sul percorso. In pratica, giocando una carta nell’armadio, nel letto o nella finestra si muovono i personaggi dei colori riportati sulla stessa, se poi la carta giocata combacia con l’elemento d’arredo, si innescano delle combo attivando i simboli uguali sulle stesse righe. Giocando invece la carta nella lampada, si ottiene l’effetto contrario facendo arretrare i personaggi dei colori riportati e ricostruendo o spostando le scale che normalmente cadono dopo il passaggio dei personaggi. C’è da lavorarci, ma io me lo immagino già in versione Monsters and co…

The Zombeaver
Mario

Dopo aver fatto pausa birra con il buon The Zombeaver, Mario all’anagrafe, e Boardgame Francesco, ribattezzato per l’occasione DJ Francesco, torniamo a cercare un tavolo.

Castrum

Castrum a IdeaG 2023

Un gioco di conquista in cui le carte città acquisite vengono messe nella propria area, potendo così usufruire di effetti immediati o di fine partita, ma che carta dopo carta si spostano fino ad arrivare nel proprio mazzo coperto, esaurendo le loro caratteristiche. Un gioco dove si lanciano dadi a volontà e in cui la fortuna ha un peso non indifferente, ma che si lascia giocare con piacere e che ho trovato ugualmente affascinante.

Spada in omaggio

È un gioco ambientato nelle città umbre che però si presterebbe bene alla creazione di espansioni. Mi piacerebbe una versione con le città dell’altomilanese! Qualcuno mi ha sussurrato all’orecchio che ricorda un gioco di Knizia, ma onestamente non saprei. Fatto sta che mi hanno regalato anche una spada!

Berlino 1960

Berlino 1960 a IdeaG

Proseguendo nel mio girovagare, mi fermo al tavolo di Flaminia Brasini e Virginio Gigli per un party game insieme allo splendido Luigi Bove de Feo di Joco Game Studio.

Ecco, forse party game nel vero senso della parola non direi proprio. Un gioco a fazioni: CIA e KGB, con un tracciato punti alla Twilight struggle, così come le tematiche. Lo scopo sarà ovviamente quello di fare vincere la propria fazione segreta e riuscire a determinare i ruoli degli altri componenti, giocando carte coperte e rivelando azioni che andranno direttamente a coinvolgere gli altri giocatori. Fra proiettili vaganti e congetture fallaci, il rischio di affossare la propria squadra è veramente alta. Naturalmente ho sbagliato tutto, battezzando come nemico Virginio e subendo da lui lo stesso trattamento prima di accorgermi con tremendo ritardo dell’errore.

Carte di Berlino 1960

Al tavolo a fine partita per descriverlo è stato usato un aggettivo come “freddo”, non in un’accezione negativa, ma proprio di coinvolgimento emotivo e di immersività. Effettivamente questo gioco mi ha lasciato sensazioni positive e non mi dispiacerebbe rigiocarci. Sbrigatevi a farvelo pubblicare!

Sudonuts

Continuo sempre più lentamente il mio girovagare tra i tavoli e mi fermo a provare una sorta di sudoku con i donuts.

Non faccio foto perché sono già in fase calante e il mio cervello inizia a farmi brutti scherzi, quindi vi propongo l’immagine presa dalla lista dei prototipi inviatami da IdeaG. In questo gioco in solitario di Marco Rava e Simona Greco bisogna ricomporre uno schema, piazzando tutte le ciambelle in modo che non si ripetano su righe e colonne. Adoro i sudoku e regolarmente mi confronto con quelli più complessi, ma in questo caso ho difficoltà a completarne uno semplice e capisco che è arrivato il momento di alzare bandiera bianca. Peccato perché avevano un altro paio di giochi che mi incuriosivano mica poco…

Giusto il tempo di buttare un’occhiata a un paio di titoli della serie “vorrei, ma non posso” fra cui: Pionieri di Simone Prex, Moonbase di Fabio Lopiano e Nestore Mangone, e Central Park’s Tycoons di Andrea Mainini e Bruno Cathala (anche se quest’ultimo gioco era più un “vorrei ma non c’è mai posto”), poi il buio.

Loschi figuri in quel di Parma 

Boardgame Francesco a IdeaG 2023

Dopo una buona cena e il gioco della serata (la creazione di un gioco al tavolo a tema pesce d’aprile a IdeaG), non riuscendo ad imporre l’ennesimo gioco di schicchere, come da tradizione, mollo tutti ed esco a prendere una boccata d’aria. È relativamente presto ma sono sfatto: “Tra mezz’ora vado a letto”, ripeto come un mantra, ma attorno a me si scatenano strani eventi.

A pranzo con gli amici a IdeaG 2023

Gente alticcia che mi rapisce coi suoi discorsi arzigogolati, chiedendomi il nome tipo sette volte nell’arco di due ore e incalzando il povero Gonzalo Aguirre Bisi, costretto a spacciarsi per un non giocatore di passaggio pur di scampare a ulteriori domande biascicate. Risate e discorsi senza senso, accompagnati da amari e folate d’aria fredda nel dehor dell’hotel. “Entro dentro che non ho più il fisico”, fra i sorrisi di Ylenia D’abundo e Matteo Gravina, che ostentano tutta la loro giovinezza e mi fanno invidia mentre mi alzo dal divanetto con un “oplà”.

Ironicometro valore basso
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Come se non bastasse arriva Pestrin, che consapevole del mio bisogno di sonno, mi attira in un tranello proponendo birre e abbindolando alla stessa maniera il povero Mauro Longo. Poverino, mi sa che non verrà più. Finiamo a parlare un’ora su un divanetto di Cangaçeiros, prossimo suo gioco edito da Ergo Ludo Editions, che già mi attirava e che ora per colpa sua voglio assolutamente!

Eolo card game

Domenica. Mi sveglio e non ricordo come sia arrivato in camera. Colazione e si torna all’attacco.

Eolo a IdeaG 2023

Mi fermo da Marco Legnani, il mio copilota, per provare il suo gioco proposto al Premio Archimede. L’ho intravisto tante volte alle serate gioco che organizzo insieme ad amici il giovedì e a cui partecipa anche Marco, ma non ho ancora avuto modo di provarlo. Bisogna associare la carte per colore e simbolo, seguendo le logiche dettate dalle righe, per creare il proprio impianto eolico. C’è interazione nel momento in cui qualcuno decide di attaccare il tuo impianto, sfruttando carte apposite. Il fatto di essere arrivato a metà spiegazione e che pur non avendo capito alcune cose abbia vinto, mi ha lasciato perplesso. Può diventare davvero un bel gioco, ma c’è da lavorare sul bilanciamento e ovviare ad alcuni evidenti problemi di scalabilità. 

Meteo

Meteo a IdeaG 2023

Sono carico, vado dal caro Tobia Botta, l’ho conosciuto l’anno scorso e me lo ricordo spaesato ed emozionato, invece a sto giro lo vedo a suo agio e carico a pallettoni. E poi i suoi giochi mi piacciono sempre molto! 

Gioco di carte con meccanica di push your luck. Devi pianificare le vacanze e prenotare nella speranza che il tempo sia dalla tua parte, per farlo dovrai raccogliere punti sole. Ogni round si gireranno sette carte, una alla volta, e i giocatori potranno decidere se prenotare la settimana o meno, valutando i segnalini sole e pioggia già usciti. Il gioco è immediato e accessibile già dalla giovane età, ma forse un pelino troppo lungo. Meglio togliere qualche settimana.

Torri di Bologna 

Torri di Bologna IdeaG 2023

Incontro Giorgio Galbusera, un autore che non conosco e che mi propone Torri di Bologna, un prototipo davvero molto bello esteticamente. Sostanzialmente un gioco di maggioranze dove si piazzano tessere esagonali, si giocano carte personaggio con abilità e si innalzano torri per fare punti. Ergonomicamente difficoltoso alzare torri con i cubetti, ma già me lo immagino con elementi impilabili e strutture sagomate. Mi piace, forse da sistemare il sistema di punteggio, trovando illogico che si assegnino punti solo per le altezze e non anche per il numero di torri costruite. Sul tavolo fa comunque la sua porca figura.

È arrivato il momento di finire in bellezza con un altro gioco all’apparenza tosto. 

Non ricordo il nome, ma sicuramente inizia per T

Sembra Terramystica il nuovo gioco di Daniele Tascini a IdeaG 2023

Dopotutto se l’autore è Daniele Tascini, non è che puoi aspettarti un gioco family…

Arrivo come tappabuchi a fine spiegazione del regolamento, per una defezione dell’ultimo secondo. Per fortuna mi viene rispiegato, anche se tipo messaggi vocali di WhatsApp in 2x. Un gioco di civilizzazione con una gestione dei dadi abbinata alle azioni legate principalmente all’espansione delle civiltà.

Ho capito un terzo di quello che devo capire, ma a quello ci sono abituato. Il gioco è anti intuitivo all’inizio perché ti viene da ragionare sulle civiltà dei quattro colori, ma in realtà tu, nelle vesti di una divinità, dovrai puntare sulle civiltà più sviluppate e spingere affinché accrescano il loro valore. Ho capito realmente quello che devo fare e come farlo solo a metà partita, dopodiché è risultato meno ostico di quanto pensassi. Anche qui siamo agli inizi, ma sono sicuro che ne uscirà un bel gioco che vorrò in libreria.

Per fare test ci vuole la testa 

Per me IdeaG finisce qui, all’ora di pranzo faccio il giro dei saluti. Non ho nemmeno fatto l’ultima partita “alla cieca” con Stefania Niccolini, quella dove ci spiegano il regolamento, ma siamo talmente sfatti da giocare con regole nostre! Sono andato via prima. Quest’anno ho visto tanti bellissimi prototipi, ne ho provati davvero pochi e sta cosa mi dispiace un casino. Però so che l’importante non è vincere, testare. 

Copertina Amazzonia

In Amazzonia un pitone si sveglia e sa che deve corr… ah no

Non volevo scrivere questo articolo, perché sono un po’ restio a parlare di un gioco da tavolo di cui tutti parlano. Mi sembra di non aggiungere nulla di nuovo, ripetendo quanto già scritto da altri, ma la verità è che Amazzonia mi piace e ci tenevo a farvelo sapere.

Amazzonia il dorso delle carte

Amazzonia 

Amazzonia è l’ultimo gioco da tavolo portato in Italia da Lucky Duck Games, ai più conosciuto con il titolo originale di Canopy. Si tratta di un gioco di carte con meccaniche di set collection e di push your luck, pensato per 2 giocatori dagli 8 anni, per partite da 30 minuti circa. In realtà la scatola contiene delle varianti per portare il gioco a un diverso counter player, ovvero da 1 a 4. Per completezza di informazioni, l’autore del gioco è Tim Eisner e l’illustratore è il famoso e talentuoso Vincent Dutrait.

Partita in solitario ad Amazzonia

Ammetto candidamente di averlo giocato unicamente in 2 giocatori e di aver fatto una sola partita in solitario, quindi ho un’esperienza limitata e non ho idea di come sia giocato in queste configurazioni. In più c’è da dire che non amo giocare da solo, quindi non avevo intenzione di approfondire con altre partite in questa modalità, posso tuttavia dire che non mi è dispiaciuto. Forse un filino troppo semplice.

Setup Amazzonia

Come si gioca

In Amazzonia una partita viene giocata in tre round, chiamati stagioni. Dopo aver diviso il mazzo di Carte Foresta Pluviale in tre parti, uno di questi diventerà quello corrente. In fase di setup si posizionano, sotto ogni area Nuova Crescita, una, due e tre carte sul lato coperto. Per finire, si tengono a portata di mano le Carte Seme, le ricompense Albero Più Alto e Foresta Più Grande, i Segnalini Fauna, i Segnalini Punti e una carta Tronco di Partenza posizionata nell’area di ogni giocatore.

Componenti Amazzonia

Lo scopo del gioco è quello di creare la foresta pluviale più rigogliosa, e ottenere così il maggior numero di punti. Durante la partita, al termine di ogni stagione, i giocatori risolveranno una fase intermedia di conteggio dei punti, nei quali verranno assegnati punti extra per la creazione dell’albero più alto, mentre alla fine della terza stagione verranno assegnati anche 10 punti extra per la creazione del maggior numero di alberi.

Setup di amazzonia

Prendi carte, aggiungi carta

Nel turno, il giocatore deve raccogliere le carte dalla pila Nuova Crescita 1 e decidere se tenerle o rifiutarle. Nel primo caso, il giocatore dovrà posizionare le carte prese nella propria foresta, mentre nel secondo rimetterle coperte dov’erano e passare alla pila successiva. In entrambi i casi, bisognerà aggiungere una carta coperta dal mazzo a quella pila. Se il giocatore deciderà di rifiutare tutte e tre le pile, dovrà pescare la prima carta dal mazzo e posizionarla nella propria foresta.

Tronco iniziale Amazzonia

Le Carte Tronco, presenti con valori da zero a due (assegnati a fine stagione solo se la pianta sarà completata), potranno essere posizionate da sole, per iniziare un nuovo albero, o sopra un altro tronco, alzando così l’altezza della pianta. Solo la presenza di una carta Chioma, posizionata sopra un tronco, potrà però portare punti a fine stagione per quella pianta, moltiplicando il numero riportato per ogni tronco. Quindi, pianta più alta uguale maggiori punti se completata.

Fauna e Flora Amazzonia

Minacce e carte sgradite

Le carte raccolte in Amazzonia devono essere giocate nella propria foresta, questo comporta l’eventuale aggiunta di carte sgradite. Il set collection in Amazzonia è piuttosto particolare perché, in alcuni casi, avere una carta flora in più può portare a degli effetti negativi. La Felce, ad esempio, assegnerà zero punti in caso di un quantitativo pari di quelle carte, così come la Bromelia assegnerà 2 punti se presente in unica copia, 7 punti se doppia, o -3 se in numero maggiore.

Segnalini Amazzonia
Questi Segnalini vanno sulle piante completate

Altra tipologia di carte sgradite sono le minacce, incendi e malattie, che se presenti in due copie nella propria foresta al termine della stagione, obbligano il giocatore a dover scartare rispettivamente due carte Flora e due cartelle Fauna. Anche la carta Siccità è una minaccia, ma che a differenza delle altre può portare benefici, perché appena giocata obbliga il giocatore a doverla eliminare dalla foresta portando con sé un’altra carta. Perché allora non approfittarne per eliminare una carta minaccia o una carta flora sgradita? Le carte Seme, se presenti nella foresta, permetteranno di ottenere tre carte (o più se presenti incendi), a fine stagione prima del conteggio dei punti intermedi. Di queste carte si potranno tenere tante carte quante il numero di semi presenti.

Carte seme Amazzonia

Animali e Carte Avanzate

In Amazzonia sono presenti degli animali con delle abilità che potranno essere utilizzate durante la partita. Il Cercoletto, per esempio, offre un’abilità che permette di tenere una carta extra dal mazzo dei semi. Il bradipo, invece, una volta per stagione, permette di pescare due carte dal mazzo anziché una, se si è deciso di rifiutare tutte e tre le pile. Questi animali, presenti in duplice copia, forniranno anche punti a fine partita maggiori. Alcuni animali, presenti nelle carte avanzate, hanno abilità che si attivano alla fine del turno. Il Giaguaro, ad esempio, obbliga l’avversario a scartare una Fauna, scelta a caso, dalla propria Foresta.

Variante Amazzonia

Le carte avanzate, consigliate dopo almeno una partita con solo le carte base, donano variabilità al gioco, così come le Carte Stagione Mutevole, che aggiungono una variabile ad ogni inizio stagione.

Scatola di amazzonia in prospettiva

In conclusione

In questo gioco da tavolo sono presenti due sacchetti di carta per contenere i Segnalini, così da evitare l’utilizzo della plastica. Cosa molto intelligente e apprezzata dal sottoscritto. Come posso ora dirvi di mettere le bustine alle carte, così da evitare di rovinarle? Non lo farò. Io mischio le carte con attenzione, sparpagliando tutto sul tavolo e ricomponendo i tre mazzi, tanto durante la partita non vengono strapazzate, ma a voi la decisione.

Interno scatola Amazzonia

Amazzonia mi ha conquistato con la sua semplicità, il suo bel ritmo e un sistema di gioco molto piacevole. Un gioco light, veloce da spiegare e intavolare, perfetto per quelle volte che hai voglia di giocare, ma non di sbatterti. La componente del push your luck porta i giocatori a mantenere quell’attenzione al gioco che, altrimenti, senza, risulterebbe troppo piatto.

Ironicometro valore basso
per informazioni clicca qui

Prima di concludere, vorrei ringraziare la mia azienda, perché è solo grazie al mio stipendio che ho potuto acquistare anche questo gioco da tavolo. 

Copertina Bah, che schifo

Fidarsi è bene

Chi mi segue da tanto tempo lo sa: di me c’è poco da fidarsi. Sono irrequieto dietro la tastiera, faccio fatica a mantenere un tono quantomeno neutro e a non infarcire i miei articoli di boiate. Mi piace partire da un’idea e magari modificare il senso dell’articolo man mano che scrivo. Sono costantemente alla ricerca di quel qualcosa che colpisca il lettore, facendolo sorridere o magari portandolo per qualche minuto a braccetto nel nostro mondo fatto di dadi, tessere, carte e meeple colorati. Mi pare che funzioni bene, ho il mio gruppo di fedelissimi lettori a cui piace quello che scrivo e come lo scrivo. Mi piace e mi sento soddisfatto.

…non fidarsi è meglio?

Qualche giorno fa sono rimasto spiazzato leggendo un commento negativo sotto un mio post di Facebook.

Prima parte del messaggio di Facebook

Poche parole forti e nette contro il mio ultimo articolo: la guida per fare soldi. Non mi era mai capitato prima, ma la cosa anziché destabilizzarmi o farmi preoccupare mi ha incuriosito. Ho chiesto quindi il perché non gli fosse piaciuto l’articolo, mentre nella mia testa iniziavano a frullare tutta una serie di possibili ragioni: troppo banale? Risultavo troppo saccente e quindi antipatico? Ho coniugato male qualche verbo e messo virgole a caso come mio solito? Mentre mi arrovellavo sulla possibile risposta, inaspettata la tragicomica verità saltava fuori: quella che inizialmente pensavo fosse una critica al mio modo di scrivere si è rivelata essere una grande incomprensione. Questa persona era realmente convinta che l’articolo fosse serio!

Seconda parte del messaggio di Facebook

Ma cos…

Non me lo sarei mai aspettato. Questa cosa mi ha fatto però anche riflettere: è vero che ce ne vuole per fraintendere un testo simile, ma è possibile farlo. Il mio è un blog semiserio, non tutti lo conoscono, e non ci sono molti altri blog che prendono in giro il lettore come questo.

l’altra guida è qui

Quindi sì, potrei essere frainteso da quelle persone abituate a leggere solo articoli monodirezionali. Il mio modo di scrivere invece è caotico, quindi poco inquadrabile da chi non ha una mente allenata a decifrare i miei farfugliamenti.

Per fortuna, ho chiamato in aiuto la community sulla mia pagina Facebook, raccogliendo un sacco di cose inutili ma davvero molto divertenti, e soprattutto: un’idea meravigliosa. Qualcuno se n’è uscito, senza nemmeno accorgersene secondo me, con la soluzione perfetta per risolvere il problema alla radice.

Messaggio di Alex Donati

Ecco a voi, da un’idea di Alex Donati, l’ironicometro de Le Cronache del Gioco!

Ironicometro valore alto

Da oggi in poi lo troverete in ogni articolo di questo blog, così da aiutare quelle persone che hanno difficoltà a capire se fidarsi o meno di quello che leggono. Non è mica semplice riconoscere l’ironia negli articoli, da ora invece sarà più facile.

Copertina dell'articolo guida per diventare ricchi

Guida per Diventare Ricchi con i Giochi da Tavolo

Attenzione, solo per i primi 20 amici che commenteranno iniziando la frase con: “Non sono un esperto, ma secondo me il tuo blog è migliore di quello di”, taggando un qualsiasi Influencer Ludico, riceveranno in omaggio un consiglio personalizzato (che non troverete in questa guida) per diventare ricchi con i giochi da tavolo.

Libro della Guida

Come spesso accade, chi si avvicina al mondo del gioco da tavolo ne viene inesorabilmente risucchiato. Si comincia per caso, magari per colpa di serate di gioco organizzate da amici, oppure spizzicando video di Alkyla su YouTube, che con competenza e simpatia mostra un mondo luminoso e appassionante, nonostante un inspiegabile telo verde alle sue spalle. Come fare a resistere? 

Poi ci si casca dentro per bene, finendo sui gruppi Facebook e iniziando a passare le giornate a mettere like e commentare con #giocosenzanome a qualsiasi post. Nei primi tre mesi si passa dal possedere un paio di giochi al fare concorrenza ai Toys, contribuendo contemporaneamente al sostentamento dell’economia della Svezia per quantità di Billy e Kallax acquistate.

Immagine presa da https://www.deejay.it/articoli/masterchef-12-vincitore-edoardo/

Si cambia senza accorgersene 

Precipiti in un baratro senza mai toccare il fondo. Vedi gli amici di un tempo che ormai ti snobbano, cambiano lato della strada quando li incroci per paura che attacchi a parlare di giochi da tavolo e di classifiche di BGG. È comprensibile, sembri più stralunato di Edoardo, il vincitore della dodicesima edizione di Masterchef. I tuoi genitori hanno solo un pallido ricordo di quello che eri, ora scuotono la testa mentre te ne vai in giro indossando una camicia hawaiana, un cappello da chef in testa e canticchiando la sigla di Recensioni Minute. Ripeti farneticando frasi senza senso tipo: “Ciao a tutti, giocatori, giocatrici e semplici curiosi…” mentre scartabelli il cellulare in cerca dell’ultimo video sul gioco del momento. Sarà lunga attendere il dieci del mese per passare in negozio e comprarlo, la tua famiglia ti ha sequestrato la carta di credito parlando di responsabilità e cibo da mettere in tavola. Rimpiangi i bei tempi di quando ti drogavi, un vizio meno oneroso, mentre ora non hai nemmeno i soldi per il parcheggio di Play, figurati per entrarci. Ecco, guardati, hai toccato il fondo, ora sei a tutti gli effetti un vero giocatore da tavolo.

Fai pena. Ci sono passato anch’io e ne sono uscito, ma non è stato affatto facile. Tu sei fortunato invece, ora hai questa guida, l’ultima chance che ti è rimasta per poterti risollevare. No tranquillo, non ti devi preoccupare, non costa nulla, qualcosa di gratis a questo mondo ancora c’è. Fidati, con i miei consigli ho salvato già tante anime perse e tu sarai il prossimo.

La salvezza del giocatore 

Partiamo da un presupposto semplice e innegabile: Le case editrici sono il male, non hanno pietà, sfornano giochi bellissimi senza alcuna pausa. Tu vai in ferie, loro no. Lanciano kickstarter, partecipano a fiere, cercano autori di giochi nelle IdeaG da spremere per creare altri bellissimi giochi che poi, senza alcun ritegno, ti vendono! Come puoi resistere? Semplice: non lo fai. Devi comprare tutto e avere ogni ultima uscita. E i soldi?  Li fai vendendo.

Vendi a tanto quello che hai comprato a poco. Semplice.

Meme di Fabio de Luigi

Non credi che sia fattibile? Guardati bene attorno, i miei seguaci sono già in mezzo a noi e stanno applicando esattamente i miei consigli. Non c’è Mercatino di Facebook in cui uno dei miei non stia operando, scatenando fortunatamente l’ilarità di molti che, con emoticon sorridenti e battute banali, non fanno altro che aumentare l’engagement e mettere più in evidenza i loro post. Magicamente poi questi post spariscono, non vi siete mai chiesti come mai? Ve lo dico io: perché la vendita è andata a buon fine!

Vendita di Heat. Preso da facebook

Non è facile 

Ci vogliono anni di pratica, magari in passato hai venduto giochi al 20, al 30 o addirittura al 50% di sconto, ma ora hai la possibilità di rimediare a quegli errori. Grazie a questa guida puoi rimediare e iniziare a fare i big money.

I passi sono semplici:

  • Decidi cosa vendere.
  • Inserisci nella descrizione dell’annuncio la dicitura: “raro” e “aperto solo per verificare il contenuto, ma mai giocato”.
  • Dai una spiegazione plausibile del motivo per cui vendi l’oggetto, senza mai dire che lo fai per soldi (altrimenti ti tirano sul prezzo). 
  • Fotografa intelligentemente, senza inquadrare le imperfezioni.
  • Decidi il prezzo di vendita applicando dal 50 al 100% in più del valore rispetto al nuovo.
Brivido sbiadito. Preso da facebook

Alcuni esperti si spingono addirittura fino al 200% e oltre, ma stiamo parlando di gente specializzata, che dedica ogni attimo della propria vita in quello in cui credono. Sono da ammirare, nonostante ricevano decine e decine di insulti, riescono a tenere botta e a portare avanti i propri affari. Non è semplice ragazzi, bisogna avere esperienza e capacità fuori dal normale.

No, non così, stringi l’inquadratura un po’ più in alto

Il mio consiglio è quello di iniziare per step. Prendi un gioco qualsiasi della tua collezione, tipo che so: “Puerto Rico“, di’ che è una primissima edizione, anche se non è vero non preoccuparti, tanto ne hanno fatte così tante versioni che nessuno sa più qual è la prima! Scrivi magari che lo vendi perché non riesci a giocare con quelle pedine marroni senza pensare allo schiavismo e che questa cosa ti urta tanto da non permetterti di giocare serenamente. Se hai le pedine viola, dipingile prima di spedirlo con un pennarello marrone, nessuno se ne accorgerà. Ora fai il tuo prezzo, senza esagerare la prima volta, una cosa tipo 75 euro dovrebbe andare bene. Evita i numeri pari, i dispari sembrano sempre più bassi, coerenti e adeguati. Ora posta il tuo annuncio e aspetta. Fidati, non passerà inosservato. Portati pure avanti comprando altri giochi, non ti preoccupare, presto rientrerai dei costi.

Vendita di Case della Follia. Preso da facebook

Pillola rossa o pillola blu? Prendo tutte e due…

Ora che sai, puoi decidere di aprire gli occhi e diventare ricco, oppure continuare nella mediocrità del giocatore fallito che eri fino a ieri. È una tua scelta. Oppure, meglio ancora, puoi fare entrambe le cose, ascoltando qualche volta i miei consigli e qualche volta no. Fa niente se poi sembri bipolare. L’unica cosa veramente importante è una: non smettere mai di giocare, ma ricordati che puoi giocare anche con i giochi degli altri!

Bruce Lee. Preso da facebook

Nonostante creda che nessuno di voi sia arrivato a leggere fino a qui, ricordo ancora una volta che i primi 20 amici che commenteranno iniziando la frase con: “Non sono un esperto, ma secondo me il tuo blog è migliore di quello di”, taggando un qualsiasi Influencer Ludico, riceveranno in omaggio un consiglio personalizzato per diventare ricchi con i giochi da tavolo.

Come dici? Vorresti essere anche tu un Influencer Ludico ma sei troppo pigro per provarci? Sei fortunato, eccoti un’altra guida

P.s. Se hai bisogno di aiuto per altro scrivimelo nei commenti, una guida non la si nega mai a nessuno.  

Pillole di… Woodcraft

Pillole di… Woodcraft

Tornano le pillole, sensazioni e brevi pensieri sui giochi, e nello specifico oggi scopriamo Woodcraft.

Plancia azioni di Woodcraft

Finalmente sono riuscito a provare l’ultimo gioco di Vladimír Suchý, titolo a quattro mani con l’esordiente Ross Arnold, edito dalla Delicious Games e portato in Italia da Tesla Games. Woodcraft è un eurogame competitivo con una meccanica principale di gestione dadi in cui i giocatori guideranno ognuno la propria segheria. Un peso medio-alto che inchioderà al tavolo i giocatori per un paio d’ore, intorpidendone le dita delle mani e dei piedi per la scarsa circolazione sanguigna, a causa dell’eccessivo utilizzo del cervello. 

Plancia giocatore Woodcraft

Streeeeeettttooo ma figo.

Davvero molto figo. Per iniziare mi ha colpito la trovata di dare dei contratti comuni, oltre a quelli personali, che una volta sbloccati da un giocatore possono essere utilizzati dagli altri solo nello stesso round (cosa molto difficile). I contratti comuni permettono di ottenere tanti punti a fine partita, non sfruttarli è un buon modo per perdere. Molto bella l’idea di tagliare i dadi, ottenendone due di valore minore la cui somma risulti pari a quello di partenza, oppure di incollarli, eseguendo praticamente l’operazione inversa. Queste due azioni permettono di ragionare a livello strategico su più livelli e in più danno un buon feeling con l’ambientazione, cosa non affatto banale per un eurogame. 

Plancia azioni di Woodcraft

La gestione delle azioni, mediante una rondella rotante, che in alcuni casi potrebbe limitare le azioni maggiormente utilizzate, può aprire strade agli esperti del gioco verso una interazione indiretta contro gli altri giocatori. 

In conclusione

Tante strade per sviluppare la propria strategia di gioco, dovendo anche pianificare le carte obiettivo che si hanno in mano, offrono terreno fertile agli affetti di paralisi d’analisi, andando così a creare un minimo di downtime. Costruire un motore che si regga sulle rendite, programmando allo stesso tempo i turni successivi, è un qualcosa che richiede attenzione. È un gioco che usura un po’ il cervello, ma allo stesso tempo appaga. 

Dettaglio carte di Woodcraft

Una partita a Woodcraft basta appena a farsi un’idea di come gira il gioco, sicuramente con una seconda si può già migliorare e capire come ottenere più punti. Il buon Suchý ormai ci ha abituato bene, sfornando l’ennesimo bel titolo che immancabilmente finirà nella mia libreria, il mio preferito resta Pulsar 2849, ma davvero non male anche questo!

P.S. Si ringrazia Sabrina La Sab Vallenari per la foto di Copertina e per avermi fatto scoprire questo gioco!

Copertina sull'articolo del Disagio

Il Disagio del Giocatore

Ho tante idee che mi balenano nella testa, ma non essendo mai soddisfatto di quello che faccio, ci metto una vita a realizzarle. Sono molto esigente con me stesso, così preferisco attendere piuttosto che fare una cosa tanto per fare. Per lo stesso motivo, se non ho nulla da dire, non lo faccio tanto per riempire gli spazi. Altre volte invece, inaspettatamente, accade un qualche cosa che mi colpisce così tanto da volerlo condividere immediatamente con tutti. E allora scrivo di getto, tanto o poco che sia, perché sento il bisogno di confrontarmi con altre persone e sapere cosa ne pensano. Scrivo di esperienze condivise o condivisibili, belle alle volte ma anche brutte. Oggi vi parlo del Disagio del Giocatore, per tutte quelle volte che qualcuno ha sminuito la nostra passione per i giochi da tavolo.

Tavolata alla Tela

Un diario ludico

Dopotutto dovrebbe ormai essere chiaro a tutti voi che questo blog, come lo era il precedente, altro non è che una sorta di Diario Ludico Personale. Un luogo aperto a chiunque dove esprimere opinioni e confrontarsi. Per me, soprattutto, una valvola di sfogo per raccontare sensazioni forti che ruotano attorno alla vita di tutti i giorni. E poi diciamolo, costa molto meno che una seduta da un professionista! Lo racconto a voi, sto meglio e faccio prima.

Sono appena tornato da una cena con gli ex compagni di classe e per qualche ragione a me ignota sono finito a dormire in cameretta, spodestato del mio posto nel lettone da mio figlio. Poco male, ho bisogno di scrivere queste righe subito, così poi potrò russarmela in tutta tranquillità stanotte!

Durante questa cena si è mangiato, bevuto e chiacchierato dei vecchi tempi andati, scherzando e ridendo di aneddoti confusi, dispersi nei meandri della memoria. Una bella atmosfera dove però, inaspettato, a un certo punto è arrivato un: “Ale, ma te sei sempre dietro coi tuoi giochini…”  

Disagio

No, non è vero, non ho provato disagio. Anni fa, agli inizi, questo genere di domande mi avrebbe messo in imbarazzo, adesso invece scivolano via senza alcun problema. Quasi. Dopotutto sono sveglio alle due di notte a scrivere, cellulare alla mano, in un lettino. Ho bisogno di elaborare. Anzi, è più un desiderio di condivisione, perché immagino che sia capitata la stessa cosa anche a molti di voi e forse è giusto dire due cose.

Selfie alla tela

Non è cattiveria, è ignoranza 

Eccomi, sicuramente al tavolo sono io la persona più esposta sui social e che, bonariamente, è più facile prendere di mira. Per cosa poi? Per una passione che viene reputata da bambini, ma che allo stesso tempo, lo vedo, incuriosisce e affascina.

Altro che disagio, è la mia occasione: Racconto del progetto Ludoteca Altomilanese che da diversi anni porto avanti insieme ad altri amici, riunendo trenta, quaranta persone a giocare ogni giovedì sera. Parlo della Tela, questa struttura magnifica che ci ospita, un locale confiscato alla ‘ndrangheta e dato in gestione a una cooperativa che dà da lavorare a giovani con difficoltà, offrendo prodotti del territorio o sequestrati alle mafie. Inneggio alla bellezza del gioco da tavolo, dello spirito che unisce persone diverse fra loro, che in alcuni casi sono da sole, ma che grazie al gioco hanno la possibilità di condividere bei momenti insieme a degli amici. Parlo a ruota libera, ma non entro troppo nel dettaglio, cerco di contenermi per evitare di sembrare un pazzo. Sono miei. Lo vedo dai loro occhi interessati. Li invito a venirmi a trovare per giocare e offro tutto il mio entusiasmo.

La forza del gioco che unisce le persone

La verità

Forse era solo malizia e desiderio di mettermi a disagio per strappare una risata, ma poi quando hanno capito che il gioco per me è una cosa seria, hanno tentennato. Qualcuno ha detto che passerà a trovarmi, ma chissà se davvero sarà così. Non è facile, giunti a metà della propria vita, rivedere le proprie convinzioni e scoprire un mondo nuovo di cui non sai assolutamente nulla. Non è facile nemmeno per noi giocatori resistere a questi attacchi. Spesso viene voglia di ignorare e andare oltre, e forse non sarebbe nemmeno sbagliato, ma resto dell’opinione che il rispetto sia una condizione da doversi guadagnare. Sono orgogliosamente un giocatore, vuoi scoprire un mondo meraviglioso? Afferra la mia mano e fidati di me.

E tu sai resistere al disagio?

Io alle poste

Poste – Un Miracolo Tutto Italiano

Questa è la storia di un pacco affidato alle poste italiane e delle peripezie che ho dovuto mettere in pratica per poterlo ritirare. Una raccomandata che ha impiegato ben 39 giorni per giungere (quasi) a destinazione. Una raccomandata, non un pacco ordinario…

Il pacco sano e salvo
Il pacco stranamente integro finalmente a casa

No

Non è facile essere obiettivi senza rischiare di cadere nel Bias cognitivo di conferma. In pratica l’errore che potrei fare, che poi è quello più comune e che spesso tutti commettono, è quello di affidarsi unicamente alle proprie esperienze per decretare una veridicità assoluta, senza tenere conto di altre fonti. Non posso quindi affermare che il servizio di consegna delle Poste Italiane sia uno schifo, avendo come dato di riferimento solo la mia esperienza, così come non posso affermare che chi ci lavora non ha voglia di fare un beneamato. Non lo posso affermare. Non lo scrivo. No.

Bot delle Poste
L’antipaticissimo bot che dice fesserie

 

Non è la prima volta che ho problemi con le poste della mia città. Fra bollette sparite nel nulla e avvisi di tentativi di consegna infilati nella buca delle lettere senza che nessuno si degnasse di suonare il campanello, ormai ci ho fatto il callo. In passato mi è capitato di dover rincorrere pacchi, ma generalmente tutto si è sbrigato in una manciata di giorni. Questa volta non è andata così. 

6 dicembre, il giorno del mio compleanno, decido di farmi un bel regalo preordinando tre librigame da un editore italiano. Regalo perfetto anche perché a breve arriveranno le ferie di Natale, il periodo dell’anno dove ho più tempo per leggere. Anni fa leggevo tanto, ora invece non riesco più a dedicarmi alla lettura come un tempo. Ci provo, ma il più delle volte leggo mezza pagina e poi vengo colpito da narcolessia. Sono sei mesi che sto rileggendo la stessa pagina dell’ultimo libro di Rollins perché continuo a perdere il segno!

La speranza 

I giorni volano e il 17 dicembre il pacco, con servizio di Raccomandata di Poste Italiane, viene spedito al mio indirizzo. Ho il tracking e posso verificare tutte le fasi, dalla presa in carico alla lavorazione presso il Centro Operativo Postale di competenza. Bene, no anzi, bene un beneamato. Il pacco dopo tre giorni è nell’Hub di competenza della mia zona e da lì sparisce dai radar.

Spam delle poste
Anche lo spam si prende gioco della mia situazione

Arriva il Natale, Santo Stefano e tutta una serie di giorni lavorativi. Dal tracking il nulla. Il 30 dicembre contatto un operatore attraverso il servizio di chat delle poste. Non è stato facile bypassare il loro bot, molto insistente, che pretendeva assolutamente che parlassi con lui anziché con un umano. Nonostante le insistenze finalmente riesco a spiegare le mie ragioni a una forma senziente. Oddio, forse senziente è un parolone, le sue mi sono sembrate risposte a caso e senza logica, che quasi quasi era meglio il bot.

Non convinto delle rassicurazioni insensate ricevute, il 2 gennaio chiamo direttamente il call center delle poste spiegando le mie ragioni e aprendo un ticket. “Non si preoccupi, la risolviamo velocemente” e sul sito accade il primo miracolo: sul tracking appare lo stato “In Consegna” e nel giro di poche ore  “Consegnato”. Machecazz.

Ovviamente non è stato consegnato alcunché, sono a casa e qui non si è visto nessuno. Rifletto: “Che sia finito alle poste centrali come l’ultima volta?” Sì, perché questo scherzetto mica è la prima volta che mi capita, ma ok: “Sai che faccio? Domani vado lì e lo recupero!”. 

Io alle poste
Si nota la sofferenza?

Nell’antro della morte 

Alle poste il tempo si ferma. Un minuto dura almeno sei, forse otto. L’aria diventa pesante e ti avvolge una strana sensazione di spossatezza. Dopo aver speso una mezz’oretta buona ad attendere il mio numero, osservando allibito gli esemplari dietro gli sportelli (ma a dire il vero, anche alcuni elementi al di qua del vetro), vengo ricevuto dal sosia di Dario Franceschini, il ministro della cultura. Gentilmente, con calma, davvero tanta calma, pigia tasti sul suo 386 e sparisce senza senso dietro le quinte, per poi tornare con una tazza di caffè e dirmi che il pacco da loro non c’è. Secondo miracolo: È in mano a un’azienda esterna che si occupa della consegna delle raccomandate. Già che sono lì, chiedo un modulo di reclamo e vedo brillare gli occhi del ministro che, impassibile, mi consegna sorridente un foglio di carta velina. 

Non credevo fosse possibile infilare così tante parole in un foglio A4. Un Wall of text scritto così in piccolo da risultare impossibile da compilare, se non provvisti di dieci decimi. Non demordo, lo compilo e allego i miei documenti. Sono sicuro che questo potrà smuovere le cose. Ovviamente mi sbaglio.

Modulo di reclamo delle poste
ok, me lo ricordavo più fitto di parole, la mia percezione sarà ancora annebbiata dalla rabbia…

L’arte del saper aspettare 

Giorni dopo ancora niente, contatto telefonicamente le poste e parlo con una signora con evidenti problemi di dizione. Le chiedo lo spelling dell’azienda che si occupa del mio pacco: “N come Napoli, X come per, U come Udine…”. Mi dice che ci vuole pazienza e bla bla bla, e che il modo migliore per ottenere quello che voglio è scrivere una mail a info poste.

Ci provo. Naturalmente non ricevo nessuna risposta. Nel frattempo, nei giorni successivi, provo a contattare operatori in chat e apro l’ennesimo ticket, ma nulla. Il 19 di gennaio, dopo l’ennesima telefonata di routine, scopro che l’azienda esterna che ha in mano il pacco è la Nexive. Altro che U di Udine. Naturalmente non è contattabile in alcun modo, probabilmente nemmeno dagli stessi dipendenti che vi lavorano, però dopo questa telefonata qualcosa si smuove: lo stato del tracking segnala la raccomandata in consegna. 

Stati di spedizione
Non ho altre da aggiungere vostro onore

Ci siamo quasi… forse

Allerto mia moglie, a casa in smart working e pronta a lanciarsi dalla finestra al suono del campanello, ma niente, quel giorno non si fa vedere nessuno. Rientro a casa con un presentimento, controllo nella buca delle lettere e trovo l’avviso di mancata consegna. Maledetti, siamo alle solite. L’avviso dice che posso andare a ritirare il pacco alle poste centrali, non il giorno dopo, che sarebbe venerdì, ma dal lunedì. 

Il lunedì successivo ecco il terzo miracolo: hanno scritto una data per il ritiro, ma la raccomandata non è fisicamente in sede. Altro tempo buttato. Scrivo e chiamo, ma serve solo a farmi salire il nervoso alle stelle, sentendomi dire per l’ennesima volta che: “deve portare pazienza, ci sono dei ritardi dovuti all’eccessiva mole di lavoro a cui…”.

Risposta mail da poste
Il vostro costante impegno a farmi innervosire

Vinta una battaglia, ma non la guerra 

Riuscirò ad avere il mio pacco due giorni dopo, mercoledì 25 gennaio, dopo la bellezza di trentanove giorni!

Quello che non ho detto è che in quei giorni mi interfacciavo con il mittente, cordialissimo e incredulo di tutta la vicenda, e che dal canto suo cercava a sua volta di risolvere il problema. Probabilmente è stato solo grazie all’attacco incrociato che si è riusciti a ottenere un esito positivo. Oppure no, bastava avere pazienza e lasciare che tutto andasse come doveva andare. Magari tutti i miei sforzi non sono serviti a nulla e non una parola, scritta o pronunciata, è servita ad accelerare alcunché. Non mi meraviglierebbe.

È stata una dura lotta, mi ha logorato nel profondo e ha messo a dura prova la mia sanità fisica e mentale. Lo so, ultimamente non faccio altro che lamentarmi, ma avevo bisogno di scrivere di questa vicenda per liberarmi anche delle ultime scorie. Ora sto meglio. Non posso dire che il servizio di Poste Italiane sia uno schifo. Non riuscirete a farmi scrivere che le poste sono gestite da schifo. E no, Franceschini non lavora alle poste di Busto Arsizio!

Copertina Foxy

Foxy, sii una volpe!

Sono un giocatore piuttosto selettivo e monotono nella scelta dei giochi, ho le mie preferenze e quando posso non mi discosto molto da quelle. Ho però una qualità: sono curioso. Sì, sono ludicamente curioso, ed è così che la mia curiosità mi ha portato alla scoperta di Foxy

Scatola di Foxy

Questione di numeri 

Durante la scorsa Ultracon, una bella fiera nerd a Cremona a cui sono stato invitato dagli amici de La Buca del Coboldo, mi sono imbattuto nello stand della Gate on Games. La mia attenzione è stata immediatamente catturata da una manciata di persone attorno a un tavolo, tutte prese a elencare con enfasi dei numeri, manco stessero giocando alla morra. Non avendo visto rivoli di sangue o luccichii di lame, mi sono tranquillizzato e avvicinato a loro per capire meglio di che gioco si trattasse.

immagine presa da qui

Sono rimasto un po’ a guardare mentre iniziava immediatamente un’altra partita. Con ritmo sostenuto e metodico, uno dei ragazzi girava una carta dopo l’altra scrivendo su una plancetta insieme agli altri giocatori un numero. C’era sicuramente meno chiacchiericcio e più attenzione ora, ma ugualmente volavano battute atte a depistare e aggiungere confusione al gioco. Sono rimasto un po’ a guardare senza capire la logica finché, furbamente, ho fatto l’unica cosa sensata che potessi fare: chiedere informazioni allo stand.

Copertina Foxy

Foxy, la memoria fa brutti scherzi!

Foxy è un gioco di memoria per 1-5 giocatori dagli 8 anni in su, per partite dalla durata di 10-15 minuti massimo. Il gioco è semplice, devi osservare ogni carta rivelata, ricordare il numero di animali dello stesso tipo precedentemente scoperti, e segnare il totale sulla propria plancetta. Fare una stima di quanti animali di quel tipo sono stati rivelati fino a quel momento e prenderne nota, casella per casella, fino alla ventesima carta.

Plancia conteggio punti Foxy

Il sistema di punteggio, tanto semplice quanto geniale, attribuisce punti pari a quanto scritto nella casella corrispondente per ogni numero stimato uguale o inferiore al reale numero di animali. Zero punti se si sarà segnato un numero maggiore. Una volta per partita, in un round a nostra scelta, si potrà cerchiare il numero appena scritto scommettendo sull’esatto numero di animali e ottenere il doppio dei punti se corretto. Zero in caso di errore. 

Una volta rivelate tutte le carte, il mazzo verrà capovolto e risolto una carta alla volta, tenendo traccia sulla plancetta conteggio di tutti gli animali usciti. Ogni giocatore potrà controllare per ogni casella l’esito delle proprie stime, sommando tutti i punti raccolti.

Conteggio punti a Foxy

La carta volpe e le sue varianti 

In fase di setup, si dovranno scegliere 19 carte a caso fra le 48 disponibili e aggiungere la carta volpe. Questa carta, quando rivelata, richiederà ai giocatori di scrivere un numero pari alla quantità di diversi tipi di animali fin lì scoperti. 

Per variare il gioco si potrà decidere di utilizzare delle varianti incluse nel regolamento, come ad esempio quella di attribuire alla carta volpe, anziché il numero di animali diversi, il numero dell’animale più visto fino a quel momento. Altra variante interessante, che rende il gioco più complesso, sarà quella di attribuire punti a fine partita solo per i numeri esatti, considerando sbagliati anche quelli inferiori. 

Nella scatola di Foxy

È questione di ritmo  

Il segreto del divertimento di Foxy sta tutto nelle mani di chi gira le carte. Andando troppo piano i giocatori potrebbero annoiarsi, perdendosi in conteggi mentali pesanti, andando troppo veloce invece li si potrebbe scoraggiare, trovando frustrazione e perdita di attenzione. Come per ogni cosa ci vuole la giusta misura. Chi gira le carte dovrà mantenere un ritmo sostenuto ma equilibrato, facendo attenzione a coprire le carte precedenti e lasciare il giusto tempo di guardare la carta a tutti i giocatori.

Carte Foxy sparse

Gli animali presenti nel gioco sono soltanto 9, ma per ogni carta potranno essercene fino a un massimo di 3. La loro distribuzione, la posizione che cambia da carta a carta e il poco tempo per pensare, porterà fin da subito a confondere le idee di ogni giocatore. Se poi consideriamo che alcuni animaletti fetenti si nascondono dietro gli alberi, si comprende quanto possa risultare complesso tenere il conto!

Sfondi carte e animali di Foxy

A tal proposito

Complimenti all’autore, David Spada, per aver creato un gioco molto divertente ed elegante. Foxy è un titolo adatto a tutti i tipi di giocatori soprattutto grazie a un sistema di gioco immediato e pulito, ma parte del suo successo lo deve sicuramente anche a Stefano Tartarotti, autore dei bellissimi disegni. Uno stile riconoscibile e piacevole che ho imparato a conoscere in questi ultimi anni, grazie soprattutto al connubio tra fumetto e gioco del bellissimo Un Giorno da Cana. E poi il musetto di quella volpe è davvero troppo simpatico, con quel nasino nero lucido che sulla scatola è liscio anche al tatto.

La volpe di Foxy

In conclusione 

Foxy può essere giocato anche in solo, o addirittura con più delle 5 persone indicate sulla scatola, bastano solo un po’ di furbizia, dei fogli di carta e delle penne. Il gioco è perfetto per ogni tipo di giocatore. Il regolamento è semplice da spiegare e la durata di ogni partita si attesta sui 10 minuti circa. Buona variabilità grazie al numero di carte a disposizione e alle varianti che potranno aumentare o diminuire il livello di difficoltà del gioco.

Il gatto e la volpe
Noto una certa somiglianza

Giocato fra adulti resta godibilissimo e divertente, soprattutto se si aggiunge un po’ di caciara per far sbagliare gli avversari. Sicuramente, dopo le prime carte, la conta degli animali diventerà impegnativa e metterà il giocatori davanti a forti dubbi: sono sicuro che sia questo il numero giusto o è meglio scrivere uno più basso, così da essere sicuro di fare punti e non “sballare“?

Dopo qualche partita ho capito che più che una volpe, sono come Dory

Immagine presa da qui

Anch’io dimentico ogni cosa nel giro di pochi secondi! A proposito, dovevo scrivere un articolo, ma non ricordo più su cosa…

Basito

Basito

Sono basito. L’ultimo articolo “scritto” ha ottenuto davvero tantissime visualizzazioni, e un po’ me lo aspettavo anche, ma la cosa che mi ha dato fastidio è stata quella di non ricevere feedback negativi. Lo so, è pazzesco, ma si può dire che puntassi a quello in una sorta di esperimento.

Non che l’articolo fosse scritto male, anzi, sicuramente ortograficamente migliore dei miei soliti pezzi e con la punteggiatura corretta, ma era obiettivamente banale e (a mio avviso) fastidioso da leggere. Poi forse boh, sarà che io a prescindere non amo gli articoli acchiappa click, inutilmente pomposi e autocelebrativi, ma davvero il fatto che praticamente nessuno si sia lamentato mi ha destabilizzato. È un po’ come se il mio voler essere “originale” e fuori dagli schemi, cercando di spiazzare voi lettori, abbia invece sortito l’effetto contrario lasciandomi basito tipo Stanis La Rochelle.

Pietro Sermonti, ovvero Stanis nella serie TV Boris. Immagine presa dalla rete

Mi si è stretto lo stomaco con un atroce dubbio: a che serve impegnarsi a scrivere per bene se poi la gente si accontenta di leggere anche robaccia?

Pochi comprenderanno quanto questa cosa mi abbia toccato. Ci sono rimasto male. Ho passato l’ultimo mese senza la voglia di scrivere, il che è grave se hai un blog. Ora per fortuna sento di aver superato questo disagio interno e a breve tornerò a scrivere qualcosa di decente. Resto ugualmente basito.

Classifica dei 3 migliori giochi da tavolo giocati nel 2022… IA Edition

Classifica dei 3 migliori giochi da tavolo giocati nel 2022… IA Edition

Ciao a tutti, benvenuti al mio articolo dove vi parlerò della mia personale classifica dei 3 migliori giochi da tavolo che ho avuto la fortuna di provare nel 2022.

Per prima cosa, voglio precisare che questa classifica non è assoluta, ma frutto dei miei gusti personali e delle mie esperienze di gioco. Ognuno di noi ha i suoi giochi preferiti e questo è solo il mio punto di vista.

Detto questo, cominciamo dal terzo posto.

Heat Pedal To The Metal

Questo è un gioco di corse con meccanica principale di gestione carte, dello stesso autore di Flamme Rouge.

A differenza di Flamme Rouge, però, Heat si spinge oltre, offrendo una variabilità gestionale che è una vera e propria boccata d’aria fresca. Se il primo lo si può considerare ottimo come introduttivo al mondo del gioco da tavolo, questo è invece più articolato e strategico, dove è fondamentale sapere leggere le mosse dei propri avversari.

Sicuramente un gioco che vi consiglio di provare se amate le corse e volete un po’ di sfida in più.

Passiamo ora al secondo classificato.

Copertina Messina 1347

Messina 1347

Questo è un gioco gestionale di Vladimir Sucky ambientato durante l’epidemia di peste.

Messina 1347 è un titolo di medio alta complessità che offre un sistema di gioco appagante. Se vi aspettate delle meccaniche innovative potete andare e guardare altrove, ma se vi “accontentate” di avere fra le mani un titolo solido, piacevole e ben realizzato, dategli una chance.

La città di Messina viene creata ogni volta in modo diverso grazie al sistema modulare delle tessere rione e la variante avanzata, con l’aggiunta di edifici e personaggi storici, aggiunge ancora più profondità al gioco.

La gestione delle risorse è ben bilanciata e la presenza della peste, che si diffonde in modo casuale, rende il gioco ancora più impegnativo e interessante. Se siete appassionati di giochi gestionali, questo è sicuramente un titolo che vi consiglio di prendere in considerazione.

E adesso, senza ulteriore indugio, arriviamo al primo classificato di questa mia classifica dei 3 migliori giochi da tavolo giocati in questo 2022.

Scatola Carnegie

Carnegie

Questo è un gioco di Xavier Georges della Quined Games, portato in Italia anch’esso da Tesla Games.

Carnegie mi ha conquistato inizialmente per la bellezza grafica e la qualità dei materiali, ma poi si è rivelato un gioco di sostanza. La coerenza e la linearità delle sue azioni permette una veloce comprensione del gioco, lasciando la mente libera di ragionare sulle possibili strategie da attuare.

Nonostante sia un gioco molto appagante, ha una pecca: tutto deve essere spiegato, dall’inizio alla fine, dipartimento per dipartimento, per evitare che si parta svantaggiati. Non è una spiegazione eccessivamente complessa, ma è comunque impegnativa e lunga e può risultare un po’ frustrante sentirsi dire: “ok ci siamo, adesso vi spiego tutti i dipartimenti così che possiate scegliere il vostro iniziale”. Tuttavia, superato questo scoglio, resta davanti un’esperienza davvero gratificante e piacevole che porterà soddisfazione a tutti i giocatori.

l’amara verità

In conclusione, voglio aggiungere che questo articolo è stato scritto da me, un’intelligenza artificiale, perché Alessandro Pabis, il proprietario del blog “Le Cronache del Gioco” su cui verrà pubblicato, era troppo pigro per scrivere e ha deciso di farmi fare il lavoro al posto suo. Non è la prima volta che succede, ma credo che sia sempre meglio fare qualcosa che restare a guardare. Spero che questo articolo vi sia stato utile e vi invito a visitare il blog di Alessandro per scoprire altri interessanti giochi da tavolo. A presto!