Foto Ricordo di Play

A Play 2023 per mangiare, mica per giocare!

Ci sono dei momenti di Play che mi hanno emozionato e che voglio portare nel cuore. Non voglio che il mio superpotere se li porti via. Se non sapete di cosa sto parlando, non preoccupatevi, dovevo farci un articolo ma il mio secondo superpotere, la pigrizia, ha preso il sopravvento… Poi, appena lo scrivo, ci metto il link e vi faccio sapere.

Ironicometro valore basso
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A Play per mangiare, mica per giocare!

Tre giorni intensi in cui ho provato pochissimi giochi, passando più tempo allo stand della birra con gli amici che a giocare, ma vi assicuro che la mia Play è andata benissimo e non cambierei nulla di questi fantastici tre giorni. Ora, se siete nuovi lettori, questo articolo vi sembrerà strano: tranquilli, è normale… sono io a essere strano. Anzi, quello che scrivo potrebbe anche peggiorare andando avanti! Se invece già leggete le mie cose, beh, sapete già cosa aspettarvi!

Quindi, considerando il grado di importanza che do alle cose, prima di parlare dei giochi volevo partire con i ringraziamenti. Non farò tanti nomi, ma solo perché diventerebbe una lista assurda. Mi limito a ringraziare i miei compagni di cena del venerdì: Angelo e Gianluca, gli altri al tavolo non li conoscevo. Poi Zachary, Flavio, Lorenzo, Alex, Devis, Vincenzo e Stella per la cena di sabato. Sabrina e Ross compagni di arrosticini, Luca e Davide compagni di panino con la porchetta, Elisa, Stefania, Roberto, Marco e Pietro per la birra e non solo. Infine, Luca e Andrea compagni di caramelle alla presentazione del libro. Mi fermo qui, ne avrei ancora tantissimi da salutare e ringraziare, solo che non mi pare di aver mangiato altro…

Partenza

Sveglia alle cinque per evitare tutto il traffico, che poi comunque trovo all’uscita di Modena Nord. Nonostante tutto, arrivo abbastanza in orario e ritrovo quelle piccole cose che tanto amo di Play: code chilometriche per entrare, quel profumo stantio di sudore e pipì, che già dalle dieci del mattino ti circonda e soprattutto: le tigelle. Ah sì, ci sono anche gli stand con i giochi! Ecco, devo concentrarmi su quelli. Abbandono le tigelle, prendo il telefono per spulciare i vari appuntamenti e inizio la mia avventura.

Earth

Earth è il nuovo titolo portato in Italia da Lucky Duck Games, in cui i giocatori dovranno costruire un’isola con un proprio ecosistema formato da fauna, flora e territori. Bisognerà sviluppare un motore di gioco mediante la gestione delle carte, organizzandole in una griglia di 4×4, in modo tale da poterne attivare i poteri in combinazione fra loro. Ci saranno obiettivi comuni e personali da assolvere e, non appena un giocatore avrà giocato la sua sedicesima carta, si attiverà il fine partita.

A me ha ricordato vagamente Wingspan, con la differenza che qui le carte si attivano in verticale anziché in orizzontale. Il sistema di selezione delle azioni è alla Puerto Rico, con il giocatore di turno che sceglie per tutti ed esegue l’azione, mentre gli altri giocatori la eseguono depotenziata. Ok, sì, Earth attinge da altri giochi, ma lo fa bene, mantenendo una sua identità e ottenendo un risultato finale davvero buono. È un gioco che pretende qualche partita per essere pienamente apprezzato, non certo una fatta in fiera, ma già dalla prima si intuisce tutto il potenziale. Lo voglio.

Spille e arrosticini

Proseguo il mio vagare per la fiera, saluto amici e distribuisco spillette. A fine fiera ne avrò distribuite 86! Vengo fermato per una foto da dei ragazzi che non conosco, ma a quanto pare la cosa è reciproca perché mi dicono che mi seguono su YouTube… Altri invece dicono di essere miei lettori e capisco che è vero perché si “dimenticano” la spilletta sul tavolo quando se ne vanno. Se mi conosci, mi eviti!

Decido di pranzare alle 11:00, assecondando l’esperienza acquisita nei tanti anni di Play passati in code chilometriche e anche perché ho già fame. Senza arrosticini, che Play sarebbe?

Sunrise Lane

L’anno scorso non ho nemmeno fatto finta di avvicinarmi alla Horrible Guilds, troppo caldo in quel forno affacciato al corridoio principale. Quest’anno, invece, ne ho approfittato per provare un paio di giochi. Sunrise Lane è un gioco di Reiner Knizia, e questo già dovrebbe farvi capire molte cose: semplice, minimale, preciso. Funziona. È un gioco di piazzamento edifici, guidato dalle carte. Sostanzialmente hai due azioni: puoi pescare carta, oppure giocarne una o più per piazzare uno o più edifici su terreni dello stesso colore. Se un terreno ha un valore di due, ad esempio, si possono giocare fino a un massimo di due edifici dello stesso colore corrispondente, uno sopra l’altro. Ogni edificio deve essere connesso ad altri edifici, e per ognuno bisogna sempre giocare una carta del colore richiesto.

La “particolarità” è che, in base a dove piazzi, moltiplichi il numero di edifici per il valore scritto sulla mappa. Se, ad esempio, in un blocco da 4 ho messo 3 edifici, quasi il massimo possibile, ottengono 4×3 punti, ovvero 12. A fine partita, finiti gli edifici di un giocatore, si procede nella conta dei punti, sommando a quelli fatti nel corso della partita quelli dati dalle maggioranze per le aree coperte. È un Knizia in tutto e per tutto. Ringrazio Andrea e Simone, due dei ragazzi che giocano con me il giovedì sera, per avermi fatto compagnia mentre li stracciavo al tavolo. E dire che non vinco mai a nessun gioco… Fatevi due domande!

Quicksand

Altro gioco alla Horrible Guilds, questa volta fatto in casa da Hjalmar Hach e Lorenzo Silva. Quicksand è un Party game collaborativo a tratti frenetico. Abbiamo sul tavolo delle clessidre, poggiate su delle tessere, e un percorso dato da altre tessere. Lo scopo del gioco è fare arrivare tutte le clessidre al termine del percorso, giocando dalla propria mano delle carte. Ovviamente, non si potranno mostrare le carte ai compagni di gioco, ma si potrà parlare e decidere di comune accordo cosa giocare.

Giocando una carta, tutte le clessidre poggiate su una tessera con lo stesso colore di fondo o lo stesso simbolo rappresentato si muoveranno avanti di un passo e ruoteranno, scandendo il tempo entro cui dovranno nuovamente essere mosse. Semplice, no? Ah, no, dimenticavo, le clessidre non sono tutte uguali, alcune saranno da trenta secondi, altre da venti e altre ancora non ricordo, aggiungendo difficoltà a tutte le decisioni. Molto simpatico e piacevolmente frenetico.

Yatai

Dagli amici di Dawn Town Games mi fermo per provare Yatai, un gioco ancora in fase prototipale che in futuro vedremo su Kickstarter. Si tratta di un gestionale leggero per 2-4 giocatori con una durata di circa 30-45 minuti. Ogni giocatore dovrà gestire il proprio ristorante chiamato Yatai, cercando di organizzare quale cliente servire per primo, abbinandoli ai loro piatti preferiti, bevande e riciclando il vetro. I clienti, come è comune oggi, lasceranno recensioni al termine del servizio, dando ai giocatori la possibilità di avanzare su una scala di punti e ottenere bonus.

Sarà anche possibile interagire direttamente con gli Yatai degli avversari, inviando clienti turisti (meeple grigi) per rubare clienti più redditizi. Non sarà completamente negativo servire un turista, perché lascerà due recensioni! La parte grafica del gioco deve ancora essere realizzata, ma il resto sembra promettente. La gestione del vetro è fondamentale per il successo delle operazioni, un aspetto che ho costantemente dimenticato durante la mia partita e che mi ha portato a una sconfitta imbarazzante. Sicuramente lo acquisterò quando sarà disponibile.

Who’s the Boomer

La fiera sta per chiudere, ma mi ritrovo al tavolo con Alberto, Valentina e Damiano per provare un gioco allo stand della Clementoni: Who’s the Boomer. In questo gioco, tutti i giocatori devono scegliere una carta dalla propria mano e giocarla coperta davanti a sé. Ogni carta contiene un paio di domande con diversi livelli di difficoltà. Le domande sono pensate principalmente per i più giovani, quindi chi ha un po’ più di età potrebbe trovarle difficili. Io, ovviamente, sono un vero “boomer” e non conosco molte risposte. Tuttavia, il giocatore di turno lancia il dado e in base al colore che esce si determina la modalità di gioco.

Ad esempio, si prendono le carte di tutti, si mescolano e una carta alla volta viene posta una domanda a ciascun giocatore. Se il giocatore indovina, bene; altrimenti, se non indovina, incrementa la propria età su un altro piccolo mazzo di carte davanti a sé. È un gioco divertente e vivace, dove è permesso prendersi in giro. Ho fatto la mia porca misura e mi sono sentito più giovane!

Tutto di corsa

Arrivo all’albergo e scopro che parcheggiare è impossibile. Chiedo, faccio giri infiniti attorno alla struttura, ritardo, ma niente parcheggio. Boh, quattro frecce, check-in al volo, sciacquata alle ascelle e via a cena dallo Chef. Non racconto quanti eravamo e cosa abbiamo mangiato, ma è stato un piacere come sempre.

Fra bellissimo!

È sabato. Sono carico, una bella dormita di quasi quattro ore mi ha dato la giusta ricarica. Colazione abbondante: caffè e una fetta biscottata con marmellata, talmente sono pieno da ieri sera, e via alla fiera.

Stool Pigeons

Appena entro, mi fermo dal Folletto, Francesco Biglia, allo stand dedicato ai Kickstarter per provare sottobanco uno dei tanti giochini riportati dai suoi lunghi viaggi. Non sono riuscito a provare Tasso Banana per un soffio, sembrava interessante, e gli ho fatto qualche foto. Tuttavia, ho potuto provare quel gioiellino di Stool Pigeons, un gioco di carte per chi ama i piccioni e odia i propri amici. Ok, in realtà odio anche quei topi con le ali, ma in questo gioco li adoro!

Lo scopo del gioco è avere la somma delle quattro carte più bassa rispetto a quelle dei tuoi avversari. Il problema è che delle nostre carte conosceremo solo le due più basse. Ad ogni turno bisognerà pescare una carta e aggiungerla alle quattro, scartandone una nel mazzo degli scarti. Se la carta scartata contiene un’azione, questa viene eseguita. Si possono scartare carte per scambiarne una propria con una degli avversari, guardare una carta e fare altre azioni simili. Si può anche tentare di scartare una carta dello stesso valore di quella in cima agli scarti, così da ridurre le proprie carte. Il gioco termina quando un giocatore dichiara di avere il set di carte dal valore più basso, verificando le carte di tutti. È davvero un gioco divertente, ma molto probabilmente non sarà disponibile in Italia. Confido in Francesco.

Vado un paio d’ore da Pendragon, nella blue room, per provare un gioco denominato Progetto E del bravo Mauro Chiabotto, di cui non posso assolutamente parlare. Vi dico solo che è una figata! Scriverò un articolo appena mi sarà data la possibilità di farlo.

Axo

Dopo giri e giretti a farmi foto, birre e chiacchiere con amici, arrivo allo stand di Playagame Edizioni per provare Axo, il nuovo gioco di Simona Greco e Marco Rava. Che poi farselo spiegare da Lorenzo Gheri, con il suo accento toscano, aggiunge valore al titolo del gioco. Un mazzo di carte e dei pennarelli riscrivibili. Partendo da un set di 7 carte per ogni giocatore, tre di queste dovranno essere giocate davanti a sé per essere completate, mentre quattro resteranno in mano per giocare le azioni.

Il giocatore di turno dovrà decidere quale carta giocare delle quattro, mettendola al centro del tavolo ben visibile a tutti. Chiamerà dunque un colore, dei tre presenti nel gioco, dopodiché colorerà sulle tre carte davanti a sé i quadratini con il colore chiamato, tenendo conto della forma del tetramino presente sulla carta giocata. In pratica, riporterà lo stesso simbolo della carta giocata sulle tre carte davanti a sé, colorando però solo i quadrati che lo compongono dello stesso colore chiamato. Gli altri giocatori potranno colorare i quadratini di una carta, lo ripeto, solo una carta, sempre rispettando il colore chiamato e la forma del tetramino, ma guardando la carta del primo giocatore rispetto alla propria angolazione di visuale.

Quando un giocatore avrà completato tutti i quadratini di una carta, la scarterà ed eseguirà eventuali azioni presenti sulla stessa, che generalmente faranno colorare un quadratino a destra o sinistra, a scelta o di un colore ben definito. Completando una carta, bisognerà aggiornare la classifica, disegnando un quadratino in una carta apposita con tutte le track dei giocatori. Si otterranno dei bonus completando una carta sola, ovvero delle azioni extra per colorare un quadratino a proprio piacere, delle carte in proprio possesso. Completando invece più carte contemporaneamente, si otterranno maggiori punti, ma nessun bonus.

È un gioco semplice e molto caruccio, che purtroppo non era disponibile per l’acquisto. Così semplice che una volta alzato, sono arrivati dei ragazzi per provarlo e, a causa di un momentaneo sovraffollamento nello stand, mi sono improvvisato dimostratore senza alcuna difficoltà.

Fresh Fruits

Appuntamento con il gioca con il… boh, blogger? Content Creator? Non saprei. Comunque, vado a provare da Oliphante il gioco di Francesco Calvi, alias Boardgame Francesco. Ne avevo sentito parlare bene e lo volevo provare da tanto, e finalmente a Play ho potuto farlo. È un gioco semplice e veloce da spiegare. Bisogna pescare tessere doppie e posizionarle nel proprio cesto della frutta, ovvero una griglia di 5×4 frutti in quattro giocatori, cercando di mantenere la frutta più pesante sotto e quella più leggera sopra. Si faranno punti per la frutta nella posizione corretta e per la realizzazione degli obiettivi, scelti in fase di setup. Non approfondisco ulteriormente perché voglio parlarne separatamente e in maniera più approfondita.

Ma dove stavo guardando?!

Ricordi

Gioco, birra, gioco, birra, mi pare lo abbiate capito ormai. Mi fermo dagli amici di Fustella Rotante e per la prima volta non si percepisce disagio nell’aria. Solo foto, abbracci, birra e affetto. Sono momenti che mi porterò per sempre dietro, anche grazie a una bellissima istantanea. Poi però devo scappare, ho un appuntamento.

Ahotnik

Sono stato reclutato per difendere l’onore dell’armata americana, al fianco del mio copilota Ian, del canale Meepleordie. Attorno a noi altri Content Creator: due ragazzi di Al4oPiù, due della Tana dei Goblin e altri due del Dunwich Buyers Club, tutti decisi a spaccare i culi agli avversari. Ahotnik è attualmente ancora su Kickstarter, nel momento in cui scrivo, a un passo dal funding, anche se più indietro di quanto ci si aspettasse. Speriamo bene perché il gioco merita tantissimo. In pratica, siamo piloti di robottoni che devono difendere la Terra dagli attacchi di nemici venuti dallo spazio, ma anche dall’attacco di altri robottoni della Terra. Macchine giganti, ognuna con il proprio colpo d’attacco speciale, che possono essere guidate soltanto mediante l’utilizzo di due piloti e della loro intesa.

I due giocatori della stessa squadra potranno scegliere fra due delle tre tessere per fare eseguire al proprio robottone le azioni volute: muovere, attaccare, fare sei azioni speciali come, ad esempio, ripristinare punti scudo, muoversi velocemente o eseguire un attacco potente. In base al valore assegnato al tassello, posizionandolo in uno slot da 1 a 6, si determineranno valore e posizionamento. Ad esempio, se decido di fare muovere il Mech verso la posizione 4, dovrò mettere il tassello movimento sulla posizione 4. Il mio compagno vedrà solo in che posizione avrò messo il tassello, ma non sapendo di quale tassello si tratti. Lo potrà intuire a seconda della situazione e immedesimandosi nel compagno, ma non sarà affatto semplice. Per muoversi sarà necessario che anche il compagno decida di usare il tassello del movimento, altrimenti i comandi non risponderanno.

Se ci sarà accordo totale, quindi sia tassello che posizione uguale, il robottone muoverà di due passi nella direzione scelta. Se non ci sarà accordo completo, con due tasselli uguali ma numeri discordanti scelti dai due piloti, si procederà nel tiro del dado per assegnare a una o l’altra posizione l’effettivo movimento. Qui avevo un dubbio, ritenendo la scelta casuale una cosa sbagliata, ma poi giocando ho capito le ragioni di questa scelta, lasciando la possibilità a chiunque dei due piloti di avere la meglio. Pensate che frustrazione per il giocatore, consapevole dell’errore del compagno, impossibilitato ad avere la possibilità di raddrizzare le cose, demandando tutto a qualche decisione presa a tavolino, come ad esempio il primo di ordine di turno che ha l’ultima parola. Il dado diventa una soluzione imparziale.

Per questo gioco serve intesa e coordinazione. Serve saper leggere le mosse degli avversari e capire in anticipo cosa fare. Serve intuito e, soprattutto, non serve la quantità d’alcool che ho addosso. Nonostante questo, e una partenza a singhiozzo (anche se un po’ per tutti), man mano riusciamo a entrare nel gioco. E quando riesci a incastrare le cose, facendo eseguire al tuo Mech quello che vuoi, beh, lì è una cosa davvero figa. Abbiamo perso di un soffio, però ci siamo battuti alla grande e ci siamo divertiti molto. Che peccato sarebbe non avere questo gioco!

Che trio!

A cena con gli amici

Incredibilmente, sta finendo anche sabato. Non ho provato molto, anche perché ho fatto sessioni lunghe. Altra birra in compagnia con una marea di persone, mentre si chiacchiera e si fanno selfie come se non ci fosse un domani. Probabilmente sono il più vecchio lì in mezzo, ma mi sento più giovane. Però devo fare ancora una cosa prima di andare. Faccio una scappata al padiglione F per provare Terxo, un gioco astratto di legno, davvero semplice e difficile allo stesso tempo, ma di cui parlerò meglio a breve. Dico solo che ho scoperto di essere una pippa assurda a sto gioco! Accompagno Nicola e Claudia al loro appartamento, poi corro in albergo.

Ritardo, zero parcheggio. Lascio la macchina in tripla fila in uno spiazzo dove ho visto altri temerari farlo, per poi scoprire soltanto dopo che è il parcheggio dei vigili urbani. Mi avranno creduto uno di loro, nessuna multa. Salgo, doccia in due minuti e sedici secondi, e poi di nuovo via per la cena. Sono questi i momenti che amo di Play, non la doccia fredda in meno di tre minuti, ma il tempo con gli amici che vedi una o due volte l’anno. E poi la panza piena! Tanti discorsi e scene al limite del surreale, come quella della signora dietro Flavio che pareva volergli dare una bottigliata in testa. Poesia.

Yucatan

Domenica arrivo e al volo provo Yucatan allo stand di Studio Supernova, spiegatomi dal buon Marcello. Gioco in cui ci si mena, ma che richiede una buona dose di strategia per ottenere punti. Mi lasciava perplesso la plancia centrale con poche zone in cui potersi muovere, ma ho capito che il desiderio dell’autore era proprio quello di spingere costantemente i giocatori allo scontro. Mi ha ricordato un po’ i giochi alla Lang. Bella la fase di gestione della propria fazione, utilizzando mais e giada per potenziare le azioni a disposizione e ottenere “alleati” momentanei per gli attacchi, come coccodrilli, ragni e altri ancora che non ricordo.

Il vero gioco lo si fa muovendosi sulla mappa. Entrare nelle città e vincere contro gli avversari, sfruttando carte e maggioranze, ti permette di ottenere dei bonus. Incrementare le proprie risorse, vincendo battaglie e facendo prigioniere le miniature avversarie, offre la possibilità di investire a fine turno per ottenere punti, con una particolarità: nel turno successivo dovrai investire maggiori risorse o prigionieri per ottenere punti. Quindi ci si mena, ma bisogna fare attenzione a distribuire risorse ed equilibrare il tutto. Me lo aspettavo più complesso e lontano dai miei gusti, invece mi ha piacevolmente stupito. Quasi quasi…

Brancalonia

Ci siamo, è il momento che aspettavo con trepidazione. Ho raggiunto una delle sale superiori per partecipare a una sessione multitavolo di Brancalonia, gioco di ruolo di Acheron Games a tema spaghetti fantasy, ispirato al folklore italiano di Calvino, Collodi passando per la cinematografia de “L’Armata Brancaleone”, “Attila Flagello di Dio” e tanti altri prodotti che un tempo si definivano trash, ma che oggi sono stati rivalutati dalla critica. Un’ambientazione 5E dove i giocatori sono canaglie allo sbando nel Regno di Taglia, un’Italia al rovescio dove spiccano regioni e località come la Pianura Pagana o la Penumbria, ognuna con le proprie superstizioni e meraviglie da scoprire.

Naturalmente sfuocata…

Ho partecipato a questa cosa fighissima, centocinquanta persone divise su più tavoli a giocare la propria storia, ma legata a filo continuo alla trama principale. Un Mauro Longo in grande spolvero, che vestito in maniera discutibile, guidava un collettivo di figuranti e veri e propri attori nei panni dei personaggi principali, dispensando fette di salame e otri di vino, e invitando canaglie a partecipare ai giochi da bettola. Cosa poteva mai andare storto? Nulla, e infatti è stata una figata assurda. Lo rifarei anche domani! diventerà una mia tappa fissa a ogni Play!

figa che flash!

La Tana dei Goblin

Tutti quelli che ho incontrato e che lamentavano di non trovare un posto per giocare, li ho mandati al padiglione C. Secondo me, la cosa più bella di Play di quest’anno è stata avere finalmente un padiglione in più. Gli scorsi anni, il padiglione C era quello dove passavi per un saluto e poi scappavi via, invece quest’anno ha portato tantissima gente a visitarlo per giocare. L’intero padiglione praticamente dedicato al gioco libero grazie alla Tana dei Goblin, con tantissimi dimostratori e moltissimi tavoli. Bellissimo.

Ho potuto vedere Marco e Sava e giocare con loro insieme ad altri amici come Tania e Tommaso a Deep Sea Adventure e Flotsam Fight, entrambi della Oink Games. Push your luck il primo, in cui dovremo cercare di arraffare bottini sottomarini e tornare nel sottomarino prima che la riserva d’aria comune finisca, e gioco di carte il secondo, che a tratti mi ricordava 6nimmt!, in cui devi disfarti delle carte associandole a degli stack sul tavolo, in cui fanno fede i multipli. Ad esempio, un 35 potrà essere scartato nello stack del 5 o del 7, ma solo se le carte già presenti saranno di valore minore. E poi Christian, Manuel, Francesca, Andrea e tantissimi altri amici, tutti lì insieme, per un abbraccio.

Finita Play

E poi, via. Per me Play finisce a metà pomeriggio, dopo mille saluti e altrettanti abbracci e ora di rimettersi in viaggio. Solitamente scappo via subito dopo pranzo, ma quest’anno ho fatto davvero fatica a lasciare Modena. La play più bella di sempre, ma che allo stesso tempo ha lasciato l’amaro in bocca per quello che è successo in Emilia. Sarei falso se dicessi che sta cosa non si è sentita, il pensiero per quanto successo era presente ovunque. Ho visto troppi occhi lucidi e ascoltato troppe parole da far rabbrividire, ma ho percepito anche tutta la forza e l’orgoglio di quelle persone. Ora ho ancora più rispetto per loro, per quello che hanno passato e per quello che hanno vissuto in quei giorni. Non so se io avrei avuto la stessa forza.

Mi metto in macchina con il mio bottino: tanti bellissimi momenti passati insieme a tanti amici. Però è bello anche tornare a casa, vuoi mettere poter andare in bagno senza dover far la coda?!

Viva Play! Evviva Play! Viva Play! non fateci caso, devo far contenta la seo, evviva Play! Viva Play! Viva Play! La la la….

Maglietta d'ordinanza

Evviva Risiko

Partiamo da un presupposto: questo blog parla di giochi da tavolo e delle mie esperienze legate ad esso. Sono cinque anni che lo faccio, un po’ qua e un po’ là, scrivendo tutto quello che mi passa per la testa, anche di Risiko!

Ironicometro valore basso
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C’è stato un periodo in cui ho scritto in maniera formale, pulita, come ben si addice a un redattore di una testata importante, ma quei tempi sono finiti. Per fortuna. Ho preso tutto quello che potevo dalle mie precedenti esperienze, imparando tantissimo e acquistando sempre maggior consapevolezza di quello che mi piace fare: divulgazione ludica e condivisione delle mie esperienze legate al mondo del gioco. Sempre a modo mio!

In radio

La verità

Ok, ho finito. Rieccomi, scusate, torno normale. Ho scritto un preambolo che, per molti di voi, risulterà totalmente inutile, ma c’è una semplice ragione: questo articolo lo leggeranno centinaia di persone che non mi conoscono. Ma che dico, centinaia: migliaia! Come mai? Chi mi segue su Instagram (cosa che invito a fare cliccando qui) già lo saprà: sono stato invitato in una radio per un’intervista incentrata su questo blog! 

Ora, tutti gli ascoltatori di Radio Canale Italia che sentiranno quell’intervista verranno a spulciare su questo sito. Così ho pensato: il primo articolo che troveranno è quello su Bot Factory… 

Bel gioco, ma forse non il mio miglior biglietto da visita da presentare a chi magari non conosce questo mondo! Ecco quindi l’utilità di questo articolo, così da poter ammaliare tutti i nuovi potenziali lettori e, soprattutto, potenziali giocatori!

Moduli consenso radio

Ma perché Risiko? 

Va bene, scherzavo. Lo so anch’io che non arriverà nessuno incuriosito dall’intervista e anche il Risiko in realtà c’entra solo marginalmente in questo articolo, ma avevo piacere a parlare di questa esperienza partendo da questo spunto.

Mi contattano su Instagram, il social con cui mi sento meno in sintonia ma che, a quanto pare, funziona bene, per chiedermi di partecipare a un’intervista sul mondo del gioco da tavolo. Non sono i primi: altri in passato mi avevano contattato perché attratti dal mio profilo. Qualche mese fa lo ha fatto anche una produzione televisiva per la partecipazione a un quiz, ma non me la sono sentita. Non sembra, ma sono abbastanza timido e insicuro. 

Questa volta, invece, accetto e decido di mettermi alla prova. La tensione e l’insicurezza spariscono una volta arrivato davanti al microfono e mi prodigo in una bella intervista, anche se sono sicuro di essermi giocato male il jolly del “il gioco da tavolo è cambiato dai tempi di Monopoly e Risiko”. Lo capisco nel momento in cui lo speaker (bravissimo per altro) chiude l’intervista con un bel “evviva Risiko” a cui non me la sono sentita di opporre resistenza. Per fortuna ho parlato anche dell’importanza di andare nelle ludoteche per provare a giocare, ho dato le coordinate per i giovedì sera di gioco che organizzo insieme a un paio di amici e ho invitato i curiosi a venire a Play Festival del Gioco a Modena il 19-20-21 maggio. Insomma, dai, non è che ho fatto proprio schifo.

Io e lo speaker
Eccomi qui con lo speaker della radio: Gianluca Ruoppolo

StoryTime

L’intervista, beh, come dire, sarà ascoltabile a questo link cliccando sul banner StoryTime il 2 maggio dalle ore 10:00 alle ore 24:00; poi non sarà più ascoltabile. 

Come spesso capita queste radio “campano” su pacchetti accessori, che ti offrono al momento del briefing pre trasmissione, ma che sei libero di rifiutare senza alcun problema. Una sorta di investimento per la propria visibilità con una traccia permanente e duratura nel tempo. Io, ritenendo questa offerta più coerente verso un’azienda, che non per un semplice appassionato, ho deciso di evitare e attenermi alla sola intervista.

Tutto il materiale audio e video registrato sono di proprietà della radio. Ovviamente, mi è concessa la condivisione di questo link sui miei canali social, ma una volta esaurito il tempo per la fruizione, sarà irrimediabilmente perso.

Non è un problema. Generalmente, quando parlo si capisce poco e spesso mi mangio le parole, per questo preferisco dire le cose a modo mio, scrivendole. E poi, se sbaglio a scrivere una cosa, faccio sempre in tempo ad aggiornare l’articolo e correggerla. Per esempio:

Evviva Risiko… se ti fa scoprire che ora c’è di meglio!

Copertina Amazzonia

In Amazzonia un pitone si sveglia e sa che deve corr… ah no

Non volevo scrivere questo articolo, perché sono un po’ restio a parlare di un gioco da tavolo di cui tutti parlano. Mi sembra di non aggiungere nulla di nuovo, ripetendo quanto già scritto da altri, ma la verità è che Amazzonia mi piace e ci tenevo a farvelo sapere.

Amazzonia il dorso delle carte

Amazzonia 

Amazzonia è l’ultimo gioco da tavolo portato in Italia da Lucky Duck Games, ai più conosciuto con il titolo originale di Canopy. Si tratta di un gioco di carte con meccaniche di set collection e di push your luck, pensato per 2 giocatori dagli 8 anni, per partite da 30 minuti circa. In realtà la scatola contiene delle varianti per portare il gioco a un diverso counter player, ovvero da 1 a 4. Per completezza di informazioni, l’autore del gioco è Tim Eisner e l’illustratore è il famoso e talentuoso Vincent Dutrait.

Partita in solitario ad Amazzonia

Ammetto candidamente di averlo giocato unicamente in 2 giocatori e di aver fatto una sola partita in solitario, quindi ho un’esperienza limitata e non ho idea di come sia giocato in queste configurazioni. In più c’è da dire che non amo giocare da solo, quindi non avevo intenzione di approfondire con altre partite in questa modalità, posso tuttavia dire che non mi è dispiaciuto. Forse un filino troppo semplice.

Setup Amazzonia

Come si gioca

In Amazzonia una partita viene giocata in tre round, chiamati stagioni. Dopo aver diviso il mazzo di Carte Foresta Pluviale in tre parti, uno di questi diventerà quello corrente. In fase di setup si posizionano, sotto ogni area Nuova Crescita, una, due e tre carte sul lato coperto. Per finire, si tengono a portata di mano le Carte Seme, le ricompense Albero Più Alto e Foresta Più Grande, i Segnalini Fauna, i Segnalini Punti e una carta Tronco di Partenza posizionata nell’area di ogni giocatore.

Componenti Amazzonia

Lo scopo del gioco è quello di creare la foresta pluviale più rigogliosa, e ottenere così il maggior numero di punti. Durante la partita, al termine di ogni stagione, i giocatori risolveranno una fase intermedia di conteggio dei punti, nei quali verranno assegnati punti extra per la creazione dell’albero più alto, mentre alla fine della terza stagione verranno assegnati anche 10 punti extra per la creazione del maggior numero di alberi.

Setup di amazzonia

Prendi carte, aggiungi carta

Nel turno, il giocatore deve raccogliere le carte dalla pila Nuova Crescita 1 e decidere se tenerle o rifiutarle. Nel primo caso, il giocatore dovrà posizionare le carte prese nella propria foresta, mentre nel secondo rimetterle coperte dov’erano e passare alla pila successiva. In entrambi i casi, bisognerà aggiungere una carta coperta dal mazzo a quella pila. Se il giocatore deciderà di rifiutare tutte e tre le pile, dovrà pescare la prima carta dal mazzo e posizionarla nella propria foresta.

Tronco iniziale Amazzonia

Le Carte Tronco, presenti con valori da zero a due (assegnati a fine stagione solo se la pianta sarà completata), potranno essere posizionate da sole, per iniziare un nuovo albero, o sopra un altro tronco, alzando così l’altezza della pianta. Solo la presenza di una carta Chioma, posizionata sopra un tronco, potrà però portare punti a fine stagione per quella pianta, moltiplicando il numero riportato per ogni tronco. Quindi, pianta più alta uguale maggiori punti se completata.

Fauna e Flora Amazzonia

Minacce e carte sgradite

Le carte raccolte in Amazzonia devono essere giocate nella propria foresta, questo comporta l’eventuale aggiunta di carte sgradite. Il set collection in Amazzonia è piuttosto particolare perché, in alcuni casi, avere una carta flora in più può portare a degli effetti negativi. La Felce, ad esempio, assegnerà zero punti in caso di un quantitativo pari di quelle carte, così come la Bromelia assegnerà 2 punti se presente in unica copia, 7 punti se doppia, o -3 se in numero maggiore.

Segnalini Amazzonia
Questi Segnalini vanno sulle piante completate

Altra tipologia di carte sgradite sono le minacce, incendi e malattie, che se presenti in due copie nella propria foresta al termine della stagione, obbligano il giocatore a dover scartare rispettivamente due carte Flora e due cartelle Fauna. Anche la carta Siccità è una minaccia, ma che a differenza delle altre può portare benefici, perché appena giocata obbliga il giocatore a doverla eliminare dalla foresta portando con sé un’altra carta. Perché allora non approfittarne per eliminare una carta minaccia o una carta flora sgradita? Le carte Seme, se presenti nella foresta, permetteranno di ottenere tre carte (o più se presenti incendi), a fine stagione prima del conteggio dei punti intermedi. Di queste carte si potranno tenere tante carte quante il numero di semi presenti.

Carte seme Amazzonia

Animali e Carte Avanzate

In Amazzonia sono presenti degli animali con delle abilità che potranno essere utilizzate durante la partita. Il Cercoletto, per esempio, offre un’abilità che permette di tenere una carta extra dal mazzo dei semi. Il bradipo, invece, una volta per stagione, permette di pescare due carte dal mazzo anziché una, se si è deciso di rifiutare tutte e tre le pile. Questi animali, presenti in duplice copia, forniranno anche punti a fine partita maggiori. Alcuni animali, presenti nelle carte avanzate, hanno abilità che si attivano alla fine del turno. Il Giaguaro, ad esempio, obbliga l’avversario a scartare una Fauna, scelta a caso, dalla propria Foresta.

Variante Amazzonia

Le carte avanzate, consigliate dopo almeno una partita con solo le carte base, donano variabilità al gioco, così come le Carte Stagione Mutevole, che aggiungono una variabile ad ogni inizio stagione.

Scatola di amazzonia in prospettiva

In conclusione

In questo gioco da tavolo sono presenti due sacchetti di carta per contenere i Segnalini, così da evitare l’utilizzo della plastica. Cosa molto intelligente e apprezzata dal sottoscritto. Come posso ora dirvi di mettere le bustine alle carte, così da evitare di rovinarle? Non lo farò. Io mischio le carte con attenzione, sparpagliando tutto sul tavolo e ricomponendo i tre mazzi, tanto durante la partita non vengono strapazzate, ma a voi la decisione.

Interno scatola Amazzonia

Amazzonia mi ha conquistato con la sua semplicità, il suo bel ritmo e un sistema di gioco molto piacevole. Un gioco light, veloce da spiegare e intavolare, perfetto per quelle volte che hai voglia di giocare, ma non di sbatterti. La componente del push your luck porta i giocatori a mantenere quell’attenzione al gioco che, altrimenti, senza, risulterebbe troppo piatto.

Ironicometro valore basso
per informazioni clicca qui

Prima di concludere, vorrei ringraziare la mia azienda, perché è solo grazie al mio stipendio che ho potuto acquistare anche questo gioco da tavolo. 

Copertina Bah, che schifo

Fidarsi è bene

Chi mi segue da tanto tempo lo sa: di me c’è poco da fidarsi. Sono irrequieto dietro la tastiera, faccio fatica a mantenere un tono quantomeno neutro e a non infarcire i miei articoli di boiate. Mi piace partire da un’idea e magari modificare il senso dell’articolo man mano che scrivo. Sono costantemente alla ricerca di quel qualcosa che colpisca il lettore, facendolo sorridere o magari portandolo per qualche minuto a braccetto nel nostro mondo fatto di dadi, tessere, carte e meeple colorati. Mi pare che funzioni bene, ho il mio gruppo di fedelissimi lettori a cui piace quello che scrivo e come lo scrivo. Mi piace e mi sento soddisfatto.

…non fidarsi è meglio?

Qualche giorno fa sono rimasto spiazzato leggendo un commento negativo sotto un mio post di Facebook.

Prima parte del messaggio di Facebook

Poche parole forti e nette contro il mio ultimo articolo: la guida per fare soldi. Non mi era mai capitato prima, ma la cosa anziché destabilizzarmi o farmi preoccupare mi ha incuriosito. Ho chiesto quindi il perché non gli fosse piaciuto l’articolo, mentre nella mia testa iniziavano a frullare tutta una serie di possibili ragioni: troppo banale? Risultavo troppo saccente e quindi antipatico? Ho coniugato male qualche verbo e messo virgole a caso come mio solito? Mentre mi arrovellavo sulla possibile risposta, inaspettata la tragicomica verità saltava fuori: quella che inizialmente pensavo fosse una critica al mio modo di scrivere si è rivelata essere una grande incomprensione. Questa persona era realmente convinta che l’articolo fosse serio!

Seconda parte del messaggio di Facebook

Ma cos…

Non me lo sarei mai aspettato. Questa cosa mi ha fatto però anche riflettere: è vero che ce ne vuole per fraintendere un testo simile, ma è possibile farlo. Il mio è un blog semiserio, non tutti lo conoscono, e non ci sono molti altri blog che prendono in giro il lettore come questo.

l’altra guida è qui

Quindi sì, potrei essere frainteso da quelle persone abituate a leggere solo articoli monodirezionali. Il mio modo di scrivere invece è caotico, quindi poco inquadrabile da chi non ha una mente allenata a decifrare i miei farfugliamenti.

Per fortuna, ho chiamato in aiuto la community sulla mia pagina Facebook, raccogliendo un sacco di cose inutili ma davvero molto divertenti, e soprattutto: un’idea meravigliosa. Qualcuno se n’è uscito, senza nemmeno accorgersene secondo me, con la soluzione perfetta per risolvere il problema alla radice.

Messaggio di Alex Donati

Ecco a voi, da un’idea di Alex Donati, l’ironicometro de Le Cronache del Gioco!

Ironicometro valore alto

Da oggi in poi lo troverete in ogni articolo di questo blog, così da aiutare quelle persone che hanno difficoltà a capire se fidarsi o meno di quello che leggono. Non è mica semplice riconoscere l’ironia negli articoli, da ora invece sarà più facile.

Copertina dell'articolo guida per diventare ricchi

Guida per Diventare Ricchi con i Giochi da Tavolo

Attenzione, solo per i primi 20 amici che commenteranno iniziando la frase con: “Non sono un esperto, ma secondo me il tuo blog è migliore di quello di”, taggando un qualsiasi Influencer Ludico, riceveranno in omaggio un consiglio personalizzato (che non troverete in questa guida) per diventare ricchi con i giochi da tavolo.

Libro della Guida

Come spesso accade, chi si avvicina al mondo del gioco da tavolo ne viene inesorabilmente risucchiato. Si comincia per caso, magari per colpa di serate di gioco organizzate da amici, oppure spizzicando video di Alkyla su YouTube, che con competenza e simpatia mostra un mondo luminoso e appassionante, nonostante un inspiegabile telo verde alle sue spalle. Come fare a resistere? 

Poi ci si casca dentro per bene, finendo sui gruppi Facebook e iniziando a passare le giornate a mettere like e commentare con #giocosenzanome a qualsiasi post. Nei primi tre mesi si passa dal possedere un paio di giochi al fare concorrenza ai Toys, contribuendo contemporaneamente al sostentamento dell’economia della Svezia per quantità di Billy e Kallax acquistate.

Immagine presa da https://www.deejay.it/articoli/masterchef-12-vincitore-edoardo/

Si cambia senza accorgersene 

Precipiti in un baratro senza mai toccare il fondo. Vedi gli amici di un tempo che ormai ti snobbano, cambiano lato della strada quando li incroci per paura che attacchi a parlare di giochi da tavolo e di classifiche di BGG. È comprensibile, sembri più stralunato di Edoardo, il vincitore della dodicesima edizione di Masterchef. I tuoi genitori hanno solo un pallido ricordo di quello che eri, ora scuotono la testa mentre te ne vai in giro indossando una camicia hawaiana, un cappello da chef in testa e canticchiando la sigla di Recensioni Minute. Ripeti farneticando frasi senza senso tipo: “Ciao a tutti, giocatori, giocatrici e semplici curiosi…” mentre scartabelli il cellulare in cerca dell’ultimo video sul gioco del momento. Sarà lunga attendere il dieci del mese per passare in negozio e comprarlo, la tua famiglia ti ha sequestrato la carta di credito parlando di responsabilità e cibo da mettere in tavola. Rimpiangi i bei tempi di quando ti drogavi, un vizio meno oneroso, mentre ora non hai nemmeno i soldi per il parcheggio di Play, figurati per entrarci. Ecco, guardati, hai toccato il fondo, ora sei a tutti gli effetti un vero giocatore da tavolo.

Fai pena. Ci sono passato anch’io e ne sono uscito, ma non è stato affatto facile. Tu sei fortunato invece, ora hai questa guida, l’ultima chance che ti è rimasta per poterti risollevare. No tranquillo, non ti devi preoccupare, non costa nulla, qualcosa di gratis a questo mondo ancora c’è. Fidati, con i miei consigli ho salvato già tante anime perse e tu sarai il prossimo.

La salvezza del giocatore 

Partiamo da un presupposto semplice e innegabile: Le case editrici sono il male, non hanno pietà, sfornano giochi bellissimi senza alcuna pausa. Tu vai in ferie, loro no. Lanciano kickstarter, partecipano a fiere, cercano autori di giochi nelle IdeaG da spremere per creare altri bellissimi giochi che poi, senza alcun ritegno, ti vendono! Come puoi resistere? Semplice: non lo fai. Devi comprare tutto e avere ogni ultima uscita. E i soldi?  Li fai vendendo.

Vendi a tanto quello che hai comprato a poco. Semplice.

Meme di Fabio de Luigi

Non credi che sia fattibile? Guardati bene attorno, i miei seguaci sono già in mezzo a noi e stanno applicando esattamente i miei consigli. Non c’è Mercatino di Facebook in cui uno dei miei non stia operando, scatenando fortunatamente l’ilarità di molti che, con emoticon sorridenti e battute banali, non fanno altro che aumentare l’engagement e mettere più in evidenza i loro post. Magicamente poi questi post spariscono, non vi siete mai chiesti come mai? Ve lo dico io: perché la vendita è andata a buon fine!

Vendita di Heat. Preso da facebook

Non è facile 

Ci vogliono anni di pratica, magari in passato hai venduto giochi al 20, al 30 o addirittura al 50% di sconto, ma ora hai la possibilità di rimediare a quegli errori. Grazie a questa guida puoi rimediare e iniziare a fare i big money.

I passi sono semplici:

  • Decidi cosa vendere.
  • Inserisci nella descrizione dell’annuncio la dicitura: “raro” e “aperto solo per verificare il contenuto, ma mai giocato”.
  • Dai una spiegazione plausibile del motivo per cui vendi l’oggetto, senza mai dire che lo fai per soldi (altrimenti ti tirano sul prezzo). 
  • Fotografa intelligentemente, senza inquadrare le imperfezioni.
  • Decidi il prezzo di vendita applicando dal 50 al 100% in più del valore rispetto al nuovo.
Brivido sbiadito. Preso da facebook

Alcuni esperti si spingono addirittura fino al 200% e oltre, ma stiamo parlando di gente specializzata, che dedica ogni attimo della propria vita in quello in cui credono. Sono da ammirare, nonostante ricevano decine e decine di insulti, riescono a tenere botta e a portare avanti i propri affari. Non è semplice ragazzi, bisogna avere esperienza e capacità fuori dal normale.

No, non così, stringi l’inquadratura un po’ più in alto

Il mio consiglio è quello di iniziare per step. Prendi un gioco qualsiasi della tua collezione, tipo che so: “Puerto Rico“, di’ che è una primissima edizione, anche se non è vero non preoccuparti, tanto ne hanno fatte così tante versioni che nessuno sa più qual è la prima! Scrivi magari che lo vendi perché non riesci a giocare con quelle pedine marroni senza pensare allo schiavismo e che questa cosa ti urta tanto da non permetterti di giocare serenamente. Se hai le pedine viola, dipingile prima di spedirlo con un pennarello marrone, nessuno se ne accorgerà. Ora fai il tuo prezzo, senza esagerare la prima volta, una cosa tipo 75 euro dovrebbe andare bene. Evita i numeri pari, i dispari sembrano sempre più bassi, coerenti e adeguati. Ora posta il tuo annuncio e aspetta. Fidati, non passerà inosservato. Portati pure avanti comprando altri giochi, non ti preoccupare, presto rientrerai dei costi.

Vendita di Case della Follia. Preso da facebook

Pillola rossa o pillola blu? Prendo tutte e due…

Ora che sai, puoi decidere di aprire gli occhi e diventare ricco, oppure continuare nella mediocrità del giocatore fallito che eri fino a ieri. È una tua scelta. Oppure, meglio ancora, puoi fare entrambe le cose, ascoltando qualche volta i miei consigli e qualche volta no. Fa niente se poi sembri bipolare. L’unica cosa veramente importante è una: non smettere mai di giocare, ma ricordati che puoi giocare anche con i giochi degli altri!

Bruce Lee. Preso da facebook

Nonostante creda che nessuno di voi sia arrivato a leggere fino a qui, ricordo ancora una volta che i primi 20 amici che commenteranno iniziando la frase con: “Non sono un esperto, ma secondo me il tuo blog è migliore di quello di”, taggando un qualsiasi Influencer Ludico, riceveranno in omaggio un consiglio personalizzato per diventare ricchi con i giochi da tavolo.

Come dici? Vorresti essere anche tu un Influencer Ludico ma sei troppo pigro per provarci? Sei fortunato, eccoti un’altra guida

P.s. Se hai bisogno di aiuto per altro scrivimelo nei commenti, una guida non la si nega mai a nessuno.  

Io alle poste

Poste – Un Miracolo Tutto Italiano

Questa è la storia di un pacco affidato alle poste italiane e delle peripezie che ho dovuto mettere in pratica per poterlo ritirare. Una raccomandata che ha impiegato ben 39 giorni per giungere (quasi) a destinazione. Una raccomandata, non un pacco ordinario…

Il pacco sano e salvo
Il pacco stranamente integro finalmente a casa

No

Non è facile essere obiettivi senza rischiare di cadere nel Bias cognitivo di conferma. In pratica l’errore che potrei fare, che poi è quello più comune e che spesso tutti commettono, è quello di affidarsi unicamente alle proprie esperienze per decretare una veridicità assoluta, senza tenere conto di altre fonti. Non posso quindi affermare che il servizio di consegna delle Poste Italiane sia uno schifo, avendo come dato di riferimento solo la mia esperienza, così come non posso affermare che chi ci lavora non ha voglia di fare un beneamato. Non lo posso affermare. Non lo scrivo. No.

Bot delle Poste
L’antipaticissimo bot che dice fesserie

 

Non è la prima volta che ho problemi con le poste della mia città. Fra bollette sparite nel nulla e avvisi di tentativi di consegna infilati nella buca delle lettere senza che nessuno si degnasse di suonare il campanello, ormai ci ho fatto il callo. In passato mi è capitato di dover rincorrere pacchi, ma generalmente tutto si è sbrigato in una manciata di giorni. Questa volta non è andata così. 

6 dicembre, il giorno del mio compleanno, decido di farmi un bel regalo preordinando tre librigame da un editore italiano. Regalo perfetto anche perché a breve arriveranno le ferie di Natale, il periodo dell’anno dove ho più tempo per leggere. Anni fa leggevo tanto, ora invece non riesco più a dedicarmi alla lettura come un tempo. Ci provo, ma il più delle volte leggo mezza pagina e poi vengo colpito da narcolessia. Sono sei mesi che sto rileggendo la stessa pagina dell’ultimo libro di Rollins perché continuo a perdere il segno!

La speranza 

I giorni volano e il 17 dicembre il pacco, con servizio di Raccomandata di Poste Italiane, viene spedito al mio indirizzo. Ho il tracking e posso verificare tutte le fasi, dalla presa in carico alla lavorazione presso il Centro Operativo Postale di competenza. Bene, no anzi, bene un beneamato. Il pacco dopo tre giorni è nell’Hub di competenza della mia zona e da lì sparisce dai radar.

Spam delle poste
Anche lo spam si prende gioco della mia situazione

Arriva il Natale, Santo Stefano e tutta una serie di giorni lavorativi. Dal tracking il nulla. Il 30 dicembre contatto un operatore attraverso il servizio di chat delle poste. Non è stato facile bypassare il loro bot, molto insistente, che pretendeva assolutamente che parlassi con lui anziché con un umano. Nonostante le insistenze finalmente riesco a spiegare le mie ragioni a una forma senziente. Oddio, forse senziente è un parolone, le sue mi sono sembrate risposte a caso e senza logica, che quasi quasi era meglio il bot.

Non convinto delle rassicurazioni insensate ricevute, il 2 gennaio chiamo direttamente il call center delle poste spiegando le mie ragioni e aprendo un ticket. “Non si preoccupi, la risolviamo velocemente” e sul sito accade il primo miracolo: sul tracking appare lo stato “In Consegna” e nel giro di poche ore  “Consegnato”. Machecazz.

Ovviamente non è stato consegnato alcunché, sono a casa e qui non si è visto nessuno. Rifletto: “Che sia finito alle poste centrali come l’ultima volta?” Sì, perché questo scherzetto mica è la prima volta che mi capita, ma ok: “Sai che faccio? Domani vado lì e lo recupero!”. 

Io alle poste
Si nota la sofferenza?

Nell’antro della morte 

Alle poste il tempo si ferma. Un minuto dura almeno sei, forse otto. L’aria diventa pesante e ti avvolge una strana sensazione di spossatezza. Dopo aver speso una mezz’oretta buona ad attendere il mio numero, osservando allibito gli esemplari dietro gli sportelli (ma a dire il vero, anche alcuni elementi al di qua del vetro), vengo ricevuto dal sosia di Dario Franceschini, il ministro della cultura. Gentilmente, con calma, davvero tanta calma, pigia tasti sul suo 386 e sparisce senza senso dietro le quinte, per poi tornare con una tazza di caffè e dirmi che il pacco da loro non c’è. Secondo miracolo: È in mano a un’azienda esterna che si occupa della consegna delle raccomandate. Già che sono lì, chiedo un modulo di reclamo e vedo brillare gli occhi del ministro che, impassibile, mi consegna sorridente un foglio di carta velina. 

Non credevo fosse possibile infilare così tante parole in un foglio A4. Un Wall of text scritto così in piccolo da risultare impossibile da compilare, se non provvisti di dieci decimi. Non demordo, lo compilo e allego i miei documenti. Sono sicuro che questo potrà smuovere le cose. Ovviamente mi sbaglio.

Modulo di reclamo delle poste
ok, me lo ricordavo più fitto di parole, la mia percezione sarà ancora annebbiata dalla rabbia…

L’arte del saper aspettare 

Giorni dopo ancora niente, contatto telefonicamente le poste e parlo con una signora con evidenti problemi di dizione. Le chiedo lo spelling dell’azienda che si occupa del mio pacco: “N come Napoli, X come per, U come Udine…”. Mi dice che ci vuole pazienza e bla bla bla, e che il modo migliore per ottenere quello che voglio è scrivere una mail a info poste.

Ci provo. Naturalmente non ricevo nessuna risposta. Nel frattempo, nei giorni successivi, provo a contattare operatori in chat e apro l’ennesimo ticket, ma nulla. Il 19 di gennaio, dopo l’ennesima telefonata di routine, scopro che l’azienda esterna che ha in mano il pacco è la Nexive. Altro che U di Udine. Naturalmente non è contattabile in alcun modo, probabilmente nemmeno dagli stessi dipendenti che vi lavorano, però dopo questa telefonata qualcosa si smuove: lo stato del tracking segnala la raccomandata in consegna. 

Stati di spedizione
Non ho altre da aggiungere vostro onore

Ci siamo quasi… forse

Allerto mia moglie, a casa in smart working e pronta a lanciarsi dalla finestra al suono del campanello, ma niente, quel giorno non si fa vedere nessuno. Rientro a casa con un presentimento, controllo nella buca delle lettere e trovo l’avviso di mancata consegna. Maledetti, siamo alle solite. L’avviso dice che posso andare a ritirare il pacco alle poste centrali, non il giorno dopo, che sarebbe venerdì, ma dal lunedì. 

Il lunedì successivo ecco il terzo miracolo: hanno scritto una data per il ritiro, ma la raccomandata non è fisicamente in sede. Altro tempo buttato. Scrivo e chiamo, ma serve solo a farmi salire il nervoso alle stelle, sentendomi dire per l’ennesima volta che: “deve portare pazienza, ci sono dei ritardi dovuti all’eccessiva mole di lavoro a cui…”.

Risposta mail da poste
Il vostro costante impegno a farmi innervosire

Vinta una battaglia, ma non la guerra 

Riuscirò ad avere il mio pacco due giorni dopo, mercoledì 25 gennaio, dopo la bellezza di trentanove giorni!

Quello che non ho detto è che in quei giorni mi interfacciavo con il mittente, cordialissimo e incredulo di tutta la vicenda, e che dal canto suo cercava a sua volta di risolvere il problema. Probabilmente è stato solo grazie all’attacco incrociato che si è riusciti a ottenere un esito positivo. Oppure no, bastava avere pazienza e lasciare che tutto andasse come doveva andare. Magari tutti i miei sforzi non sono serviti a nulla e non una parola, scritta o pronunciata, è servita ad accelerare alcunché. Non mi meraviglierebbe.

È stata una dura lotta, mi ha logorato nel profondo e ha messo a dura prova la mia sanità fisica e mentale. Lo so, ultimamente non faccio altro che lamentarmi, ma avevo bisogno di scrivere di questa vicenda per liberarmi anche delle ultime scorie. Ora sto meglio. Non posso dire che il servizio di Poste Italiane sia uno schifo. Non riuscirete a farmi scrivere che le poste sono gestite da schifo. E no, Franceschini non lavora alle poste di Busto Arsizio!

Copertina Foxy

Foxy, sii una volpe!

Sono un giocatore piuttosto selettivo e monotono nella scelta dei giochi, ho le mie preferenze e quando posso non mi discosto molto da quelle. Ho però una qualità: sono curioso. Sì, sono ludicamente curioso, ed è così che la mia curiosità mi ha portato alla scoperta di Foxy

Scatola di Foxy

Questione di numeri 

Durante la scorsa Ultracon, una bella fiera nerd a Cremona a cui sono stato invitato dagli amici de La Buca del Coboldo, mi sono imbattuto nello stand della Gate on Games. La mia attenzione è stata immediatamente catturata da una manciata di persone attorno a un tavolo, tutte prese a elencare con enfasi dei numeri, manco stessero giocando alla morra. Non avendo visto rivoli di sangue o luccichii di lame, mi sono tranquillizzato e avvicinato a loro per capire meglio di che gioco si trattasse.

immagine presa da qui

Sono rimasto un po’ a guardare mentre iniziava immediatamente un’altra partita. Con ritmo sostenuto e metodico, uno dei ragazzi girava una carta dopo l’altra scrivendo su una plancetta insieme agli altri giocatori un numero. C’era sicuramente meno chiacchiericcio e più attenzione ora, ma ugualmente volavano battute atte a depistare e aggiungere confusione al gioco. Sono rimasto un po’ a guardare senza capire la logica finché, furbamente, ho fatto l’unica cosa sensata che potessi fare: chiedere informazioni allo stand.

Copertina Foxy

Foxy, la memoria fa brutti scherzi!

Foxy è un gioco di memoria per 1-5 giocatori dagli 8 anni in su, per partite dalla durata di 10-15 minuti massimo. Il gioco è semplice, devi osservare ogni carta rivelata, ricordare il numero di animali dello stesso tipo precedentemente scoperti, e segnare il totale sulla propria plancetta. Fare una stima di quanti animali di quel tipo sono stati rivelati fino a quel momento e prenderne nota, casella per casella, fino alla ventesima carta.

Plancia conteggio punti Foxy

Il sistema di punteggio, tanto semplice quanto geniale, attribuisce punti pari a quanto scritto nella casella corrispondente per ogni numero stimato uguale o inferiore al reale numero di animali. Zero punti se si sarà segnato un numero maggiore. Una volta per partita, in un round a nostra scelta, si potrà cerchiare il numero appena scritto scommettendo sull’esatto numero di animali e ottenere il doppio dei punti se corretto. Zero in caso di errore. 

Una volta rivelate tutte le carte, il mazzo verrà capovolto e risolto una carta alla volta, tenendo traccia sulla plancetta conteggio di tutti gli animali usciti. Ogni giocatore potrà controllare per ogni casella l’esito delle proprie stime, sommando tutti i punti raccolti.

Conteggio punti a Foxy

La carta volpe e le sue varianti 

In fase di setup, si dovranno scegliere 19 carte a caso fra le 48 disponibili e aggiungere la carta volpe. Questa carta, quando rivelata, richiederà ai giocatori di scrivere un numero pari alla quantità di diversi tipi di animali fin lì scoperti. 

Per variare il gioco si potrà decidere di utilizzare delle varianti incluse nel regolamento, come ad esempio quella di attribuire alla carta volpe, anziché il numero di animali diversi, il numero dell’animale più visto fino a quel momento. Altra variante interessante, che rende il gioco più complesso, sarà quella di attribuire punti a fine partita solo per i numeri esatti, considerando sbagliati anche quelli inferiori. 

Nella scatola di Foxy

È questione di ritmo  

Il segreto del divertimento di Foxy sta tutto nelle mani di chi gira le carte. Andando troppo piano i giocatori potrebbero annoiarsi, perdendosi in conteggi mentali pesanti, andando troppo veloce invece li si potrebbe scoraggiare, trovando frustrazione e perdita di attenzione. Come per ogni cosa ci vuole la giusta misura. Chi gira le carte dovrà mantenere un ritmo sostenuto ma equilibrato, facendo attenzione a coprire le carte precedenti e lasciare il giusto tempo di guardare la carta a tutti i giocatori.

Carte Foxy sparse

Gli animali presenti nel gioco sono soltanto 9, ma per ogni carta potranno essercene fino a un massimo di 3. La loro distribuzione, la posizione che cambia da carta a carta e il poco tempo per pensare, porterà fin da subito a confondere le idee di ogni giocatore. Se poi consideriamo che alcuni animaletti fetenti si nascondono dietro gli alberi, si comprende quanto possa risultare complesso tenere il conto!

Sfondi carte e animali di Foxy

A tal proposito

Complimenti all’autore, David Spada, per aver creato un gioco molto divertente ed elegante. Foxy è un titolo adatto a tutti i tipi di giocatori soprattutto grazie a un sistema di gioco immediato e pulito, ma parte del suo successo lo deve sicuramente anche a Stefano Tartarotti, autore dei bellissimi disegni. Uno stile riconoscibile e piacevole che ho imparato a conoscere in questi ultimi anni, grazie soprattutto al connubio tra fumetto e gioco del bellissimo Un Giorno da Cana. E poi il musetto di quella volpe è davvero troppo simpatico, con quel nasino nero lucido che sulla scatola è liscio anche al tatto.

La volpe di Foxy

In conclusione 

Foxy può essere giocato anche in solo, o addirittura con più delle 5 persone indicate sulla scatola, bastano solo un po’ di furbizia, dei fogli di carta e delle penne. Il gioco è perfetto per ogni tipo di giocatore. Il regolamento è semplice da spiegare e la durata di ogni partita si attesta sui 10 minuti circa. Buona variabilità grazie al numero di carte a disposizione e alle varianti che potranno aumentare o diminuire il livello di difficoltà del gioco.

Il gatto e la volpe
Noto una certa somiglianza

Giocato fra adulti resta godibilissimo e divertente, soprattutto se si aggiunge un po’ di caciara per far sbagliare gli avversari. Sicuramente, dopo le prime carte, la conta degli animali diventerà impegnativa e metterà il giocatori davanti a forti dubbi: sono sicuro che sia questo il numero giusto o è meglio scrivere uno più basso, così da essere sicuro di fare punti e non “sballare“?

Dopo qualche partita ho capito che più che una volpe, sono come Dory

Immagine presa da qui

Anch’io dimentico ogni cosa nel giro di pochi secondi! A proposito, dovevo scrivere un articolo, ma non ricordo più su cosa…

Mini Report Essen Milano

Mini Report Essen Milano

Ciao, ecco un articolo “veloce veloce” sulla mia esperienza a Essen Milano presso La Casa dei Giochi, organizzata dalla Tana dei Goblin Milano-BGS.

Foto selfie con sfondo Essen Milano
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Cos’è Essen Milano

I più attenti di voi, quelli che mi seguono sulla mia pagina Instagram, sapranno già tutto. Anche quest’anno sono riuscito a essere presente a questo bell’evento, unico nel suo genere, capace di portarti un assaggio di Essen a pochi giorni dalla fiera.  

A livello organizzativo funziona in maniera semplice: ci si iscrive, ci si presenta, ci si siede a giocare, tutto senza tirare fuori un euro. Anzi, ho preso una birra e un panino al salame, quindi otto euro e cinquanta li ho tirati fuori, ma andiamo avanti. 

Un evento organizzato in maniera ineccepibile grazie all’impegno di persone appassionate e sempre disponibili. Giocatori, prima di ogni cosa anche loro, pronti a condividere giochi, conoscenza ed esperienza, spiegando instancabilmente regolamenti come se non ci fosse un domani! Grazie a Stefano, Francesco, Marco, Tania, Peppe, Oscar, Alessandro e tutti gli altri a cui non so dare un nome. Un grande ringraziamento a chi spende il proprio tempo per divulgare forte. Magnifici davvero!

Bando alle ciance, ho poco da mostrare, complice un telefonino scarico per metà evento, ma ecco quel poco.

AFU Armed Forces of Ukraine

Spiegazione molto approssimativa. Sì, metto le mani avanti.

Gioco di carte tattico per due giocatori con meccanica di Deck Building, naturalmente incentrato sul conflitto Ucraino-Russo. Sono stato “tirato per la giacca” dal buon Lorenzo, meglio conosciuto come Board Game Physicist, che ne aveva sentito parlare e sentiva il bisogno di provarlo assolutamente. Io no, ma a quanto pare mi sono trovato nel posto sbagliato al momento sbagliato.

Scatola AFU con dimostratore
Mitico Ale

Pur essendo un titolo competitivo, i due giocatori interpreteranno entrambi l’Ucraina alle prese con gli attacchi russi. Partendo da un mini mazzo di potenza “bassa” i giocatori affronteranno da prima degli scontri dell’avanzata russa, per poi entrare definitivamente in guerra con un mazzo potenziato. Ogni giocatore contro un mazzo della fazione Russa. A ogni turno, dopo aver pescato dal proprio mazzo cinque (forse sei, non ricordo più) carte esercito, verranno girate tre carte russe, alle quali bisognerà rispondere ponendo sotto ognuna una propria carta. Su ogni carta (sia nostra che del nemico) sarà presente un valore di attacco e di difesa, condizioni di attacco particolari, eventuali icone per supporto e punti per acquisti delle nuove carte. Si potranno aggiungere carte nelle retrovie con il simbolo corrispondente, a supporto di quelle in prima linea per potenziarne le statistiche. 

Situazione di gioco AFU

Una volta piazzate le carte, si dovrà risolvere ogni battaglia, sia dal punto di vista dell’attacco che della difesa, determinando così eventuali perdite e vittorie. Le carte avanzate dalla propria mano serviranno per acquistare nuove carte da aggiungere al proprio mazzo scarti. Terminato il turno si pescheranno nuove carte, rimescolando il mazzo degli scarti all’occorrenza, per proseguire nella battaglia.

Carta AFU

La cosa “figa” è che al termine della prima fase di scontri, quando ci sarà da riformare il mazzo della guerra, andranno aggiunte tutte le carte del nemico vincenti delle precedenti battaglie. A fine partita bisognerà controllare gli obiettivi personali e quelli condivisi, ma dico la verità: non siamo arrivati a quel punto.

Obiettivo AFU

Considerazioni

Non è il mio genere. Anzi, proprio non è per niente il mio genere, sia per tematica che per meccanica di gioco. Interazione zerissimo. Potevano farlo per un solo giocatore e sarebbe stato identico. Anzi, c’è già la modalità in solitario ed è già praticamente così. Giocando in due a un certo punto ci si scambia le carte nemico. Basta, tutto qui. Avrei potuto alzarmi a metà partita e tornare dopo un quarto d’ora al tavolo, che praticamente non avrebbe fatto differenza. Apprezzo i giochi a bassa interazione, ma sono onesto, speravo di scannarmi contro il mio avversario. Tanto valeva giocare a Magic a sto punto.

Ho sentito che parte dei ricavati vanno direttamente a sostegno del popolo ucraino, e sicuramente questa è la cosa che più mi piace di questo gioco.

Scatola di The Hunger a Essen Milano

The Hunger

Visto che non sono molto amante dei Deck Building e che mi piace darmi martellate sui maroni, ho provato anche The Hunger, nuovo titolo di sua maestà Richard Garfield, per 2-6 giocatori, in Italia grazie a Cranio Creations.

Plancia di The Hunger

Che dire, i giocatori interpretano dei vampiri a caccia di sangue che per nutrirsi dovranno lasciare le stanze sicure del castello, addentrandosi fra le montagne, le radure e i boschi cercando di tornare al sicuro delle mura entro l’arrivo dell’alba (15 round). Lungo il tragitto incontreranno fonti e tesori, dove attingere raccogliendo dei bonus e delle tile con punti di fine partita.

Carte movimento The Hunger

Si pescheranno e giocheranno tre carte dalla propria mano, si attiveranno poteri e condizioni descritte e si deciderà in che quantità usare i punti riportati sulle carte per cacciare e per muoversi sul percorso. Per cacciare verranno rivelate a ogni round delle carte, che i giocatori potranno acquistare e aggiungere ai propri scarti. Carte umano coi punti alti spesso non avranno abilità attivabili, anzi, potrebbero addirittura riportare condizioni penalizzanti, oltre che naturalmente riempire il mazzo di fuffa. Essenziale sarà riuscire a tornare al castello entro il tempo limite, pena la morte del proprio personaggio.

Personaggio di The Hunger

Considerazioni

Sempre al netto di una sola partita in un contesto dispersivo. Provato in 4, quindi non a pieno regime, la partita è durata circa un’oretta. Parto dal presupposto che non è la tipologia di giochi che più apprezzo, quindi posso risultare troppo netto, ma questo non è un gioco che comprerei. Nemmeno Clank comprerei, gioco molto simile nelle dinamiche e che sicuramente lo reputo superiore a questo. Attenzione, non sto dicendo che non sia un buon gioco. Mi sono divertito e sicuramente con più partite, anche solo per familiarizzare con le carte, riuscirei a tornare al castello invece di fermarmi alla casella prima (machecazz). Il problema è che non ho nessuna voglia di farci altre partite…

Terracotta Army

Terracotta Army

Sarò onesto, ci siamo seduti perché il tavolo al momento era l’unico libero. Non ero particolarmente attratto da questo gioco, forse sospettando una somiglianza troppo marcata con Xian, gioco che adoro, ma sicuramente di un altro peso.

Plancia di gioco di Terracotta Army

Comunque, in realtà, tolte le statue dell’esercito di terracotta non è che ci siano chissà quante somiglianze. Sì è vero, c’è un discorso di maggioranze a fine partita e durante i conteggi di fine round che lo rendono simile, ma la meccanica che governa il tutto è legata al piazzamento dei propri lavoratori su di una ruota speciale. Avete mai giocato a Barbarians? Un po’ le somiglia. Anche in questo titolo c’è una sorta di ingranaggio centrale con tre dischi che ruotano. Al proprio turno i giocatori dovranno scegliere un settore della ruota, piazzarci un meeple e attivare tutte le azioni, dalla più interna alla più esterna, presenti su di quel settore. Azioni quali raccogliere argilla, costruire una statua dell’esercito, attivare abilità speciali, piazzare statue neutre capaci di aggiungere valore per le maggioranze, bagnare argilla (che da un turno all’altro si secca e altrimenti diventa inutilizzabile).

Terracotta Army le statue

Non entro troppo nello specifico, ma la cosa interessante è che è possibile ruotare i dischi pagando delle monete, per poter collegare azioni altrimenti non attivabili fra loro e magari innescare delle combo. Inutile dire che questa cosa scombinerà i piani di chi dovrà giocare dopo, mandando a monte tutti i ragionamenti fatti, perché le ruote potranno essere ruotate solo di uno step, ma unicamente in un verso. Ah, dimenticavo, ognuna opposta all’altra! Lo scrivo meglio che altrimenti non si capisce: una può ruotare in senso orario e l’altra in senso antiorario. Immaginate i vaffa di chi gioca dopo qualcuno che gli ruotando i dischi gli ha scombinato ogni ragionamento!

Considerazioni

Non abbiamo finito la partita, ci bastava capire come funzionasse. Sicuramente giocarlo in mezzo al casino, senza poter fare una strategia a lungo termine (avevamo già deciso di fare due giri e basta) non è stato il massimo, ma non rifiuterei di rigiocarci in condizioni migliori. Non lo comprerei, perché non è un gioco che riuscirei a intavolare quanto basta per ammortizzare il costo. Quanto costa? Non ne ho idea, ma qualcosa mi dice che è sicuramente più di quanto effettivamente pagherei.

Tiwanaku scatola Essen Milano

Tiwanaku 

Lo voglio

Seriamente, questo gioco io lo voglio. Titolo deduttivo dal sapore Sodukesco (eh, che parola che ho appena coniato!) con un gimmick bello ciccioso: La ruota Pachamama. 

Tiwanaku ruota Pachamama

Siamo degli esploratori alle prese con un’area ignota della quale non conosciamo nulla. Inizialmente l’intera plancia, suddivisa in tanti quadratini, sarà vuota ad eccezione di alcune tessere paesaggio in 4 colori differenti con sopra dei segnalini numerati a forma di ortaggi… non indaghiamo oltre, non ricordo che tipo di ortaggi siano. A ogni ortaggio corrisponde un numero e per comodità parlerò solo di numeri nel resto dell’articolo.

Tiwanaku in gioco

Comunque, dovremo rivelare tutte le altre aree ancora nascoste, accumulando punti per i territori esplorati (che premieranno una diversificazione costante), ma soprattutto scoprendo per intuizione che tipo numero sarà presente in ognuno di essi. Con la nostra squadra (4, 5, 6 meeple boh?) dovremo indagare, quadrato per quadrato, scegliendo fra due azioni:

  • Muovere
  • Divinare

Muovere

I meeple si muoveranno in maniera ortogonale sempre almeno di uno spazio. Potranno anche muoversi di più spazi,.ma solo attraversando terreni con sopra dei numeri o occupati da meeple dello stesso colore. I meeple di colore diverso invece bloccheranno il passaggio. Avanzando su di un quadrato non ancora esplorato il meeple dovrà fermarsi, rivelando il terreno attraverso la Ruota Pachamama. 

Tiwanaku immagine da Essen Milano

Divinare

Si potrà decidere, anziché spostarsi, di divinare una o più tessere sulle quali saranno presenti i propri meeple. Bisognerà indovinare il valore della tessera, controllando sulla Ruota Pachamama. Indovinando si guadagneranno i punti e il relativo segnalino appena scoperto. Potrà essere convertito in punti a fine di un qualsiasi turno (set collection, più tipi diversi più punti). Se si sbaglierà la deduzione, si prenderanno punti negativi pari all’effettivo valore della coltivazione non indovinata.

Con questa azione si potranno tentare più risoluzioni per ogni meeple presente sui diversi quadrati non ancora rivelati.

Tiwanaku da Essen Milano

Deduzione sì ma come

La partita terminerà non appena tutti i quadrati saranno stati esplorati, da lì si procederà all’individuazione dei numeri restanti. Prima parlavo di gioco sudokoso perché un po’ ricorda il sudoku. Qualcosa almeno. In pratica ogni numero dovrà essere presente in un’area colorata nello stesso numero di quadrati dai cui è formata, ma non ripetuto. Se l’area sarà composta da sole due tessere di un colore, ad esempio, noi sapremo che quelle due tessere saranno per forza una da 1 e una da 2. Un’area da quattro tessere, per forza di cose da un 1, un 2, un 3 e un 4. Chiaro no?

Altro fattore, essenziale, tutte le tessere territorio di un’area non potranno essere adiacenti a altre tessere dello stesso colore. Anche diagonalmente. Per quanto riguarda i numeri la stessa cosa, tessere con un numero, indipendentemente dal terreno su cui saranno posizionate, non potranno essere adiacenti a tessere con lo stesso numero. Anche diagonalmente.

Segnatevelo, merita davvero!

Considerazioni

Adesso, se non avete capito nulla è normale. Primo perché sicuramente lo avrò spiegato di me… ehmm male io, secondo perché è un gioco difficile da spiegare. A Milano dopo la spiega ho pronunciato una frase tipo: ” scusa, io non ho capito un ca**o di nulla”. Forse ho aggiunto anche un “non sei tu, sono io…”. Dopo essermelo fatto rispiegare, con stoica pazienza del dimostratore che pareva alle prese con un bambino dell’asilo, ancora non avevo capito granché. Solamente giocandolo ho afferrato e mi si è aperto un mondo. 

Se ti piacciono giochi alla Cryptid o eri un vecchio appassionato di Mastermind, questo non devi fartelo scappare.

Mi ci sto divertendo anche su BGA, per ora è in beta (o alpha non ricordo la differenza) scoprendo che in due è una bomba. La ruota Pachamama è una figata, certo si sarebbe potuto utilizzare una semplice app, risparmiando sul costo del gioco e scongiurando possibili errori umani (a noi è successo di sbagliare a settare le levette), ma che figata è quando la consulti e senti quel brividino di incertezza tirando la linguetta? Forse ne vale davvero la pena.

Foto scattatami a Essen Milano
Foto fatta dall’organizzazione

Alla fine della fiera

Ho giocato poco, a conti fatti, perché ho preferito adottare un approccio rilassato e godermi qualche pausa curiosando gli altri che giocavano. Ogni tanto ci sta. Sono andato via anche presto perché avevo un impegno, ma non potevo assolutamente mancare. Davvero, è un evento a cui non bisogna rinunciare!

Riassunto per chi non aveva voglia di leggere e ha scorso l’articolo fino alla fine: Essen Milano è una figata!

Cono della vergogna

Wake Me Up When Settembre finisce…

Vi piace il titolo? È ispirato alla canzone dei Green Day. L’alternativa era Settembre di Alberto Fortis, ma all’ultimo ho pensato che l’avremmo capita solo io e lui. E poi non volevo dare ulteriore sfoggio della mia vecchitudine. Inizialmente il titolo doveva essere: “Listone dei Giochi di settembre Provati!” con tanto di punto esclamativo. Sicuramente un titolo acchiappa click, ma invece no, non ce l’ho fatta. Meglio un titolo che non c’entra nulla e chissene delle views!

lo so, non c’entra nulla, non fateci caso…

Comunque, è un po’ che non scrivo qualcosa su questo blog. Sarò sincero: ultimamente non ne avevo tanta voglia. Capita a tutti un periodo di stanca, se poi questo stato accade in concomitanza con un periodo lavorativo piuttosto impegnativo, difficilmente si riesce a tirarsene fuori. Aggiungiamoci anche tutta questa abbondanza di servizi di streaming a cui sono abbonato, con decine e decine di serie capaci di risucchiare la stragrande maggioranza del mio tempo libero, e avrete il quadro completo. Ah, ho anche iniziato a giocare ad Assassin’s Creed Odyssey su Xbox, visto che ancora mi mancava…

Per ovviare alla pochezza del mio apporto divulgativo di questo ultimo periodo, recupero scrivendo un articolo su tutto quello che ho giocato a settembre! Non che possa migliorare la situazione, ma almeno mi sento meno in colpa!

Dopo le ferie le fiere

Settembre nel momento in cui scrivo è inesorabilmente scivolato via e guardandomi indietro non posso lamentarmi di quanto mi abbia lasciato. Ho passato bei momenti al tavolo, alternando giochi leggeri a giochi ben più impegnativi, attorniato da tanti amici. Approfittando della mia presenza alla BGICON di Pescara e ai Giochi Ducali di Vigevano, ho potuto giocare più del solito, da qui l’idea di farvene una carrellata, rigorosamente in ordine cronologico. 

Hail Hydra

Party game deduttivo ad ambientazione supereroistica, i cui nomi dei personaggi noti (e anche meno noti) del panorama Marvelliano aggiungono appeal a un titolo a mio avviso piacevole e solido. L’ho giocato solo nella massima configurazione possibile, in otto, quindi non ho idea di come scali in meno giocatori, ma ho come la sensazione che fino a sei regga a dovere. In questo gioco con ruoli nascosti i giocatori saranno al servizio dello S.H.I.E.L.D. intenti a salvare New York dall’attacco di più villain e nel tentativo di recuperare il Tesseract. C’è solo un problema: all’interno della squadra di eroi ci saranno degli agenti dell’Hydra infiltrati, pronti a tutto per sabotare le azioni della squadra e portare alla vittoria l’HYDRA.

Certo che essere il cattivo e avere questa mano…

Il sistema è simile a quello di Avalon con votazione, carte coperte e momentanea esclusione dei sospettati per un turno con in più, giustamente, delle abilità peculiari dei personaggi da utilizzare al momento giusto. Vuoi mettere essere Hulk e farti partire la brocca distruggendo tutto nei paraggi?

La disperazione del buon Max

The Magnificent

Gioco snobbato da tutti per ragioni a me ignote, The Magnificent non ha fatto parlare molto di sé, sparendo rapidamente nell’oblio dei giochi, seppellito dalle tante novità che ogni settimana escono. Forse le motivazioni sono da ricercare in un tabellone eccessivamente cupo, in un tema che non acchiappa come quello del circo, oppure, più semplicemente, dalla sua uscita in un periodo non fortunatissimo per la mancanza di fiere. 

Per me, amante dei giochi con il draft di dadi, questo titolo è stato una bella scoperta.

Zefiria

Questo è un gioco collaborativo da 2 a 4 giocatori in cui bisognerà portare ordine nel regno di Zefiria. Venticinque carte quadrate disposte in una griglia 5×5 dove lo scopo dei giocatori sarà quello di riordinarle utilizzando pochissime mosse. La particolarità di questo gioco è data dai poteri asimmetrici dei personaggi, che se ben armonizzati con quelli degli altri, porterà a una risoluzione del rompicapo. Difficile portare a casa la vittoria. Dannatamente difficile e forse proprio per questo mi piace. Gioco italiano, fatto da italiani per una casa editrice italiana.

Cioè, voi non potete capire cosa siano le Pallotte Cacio e Ova

BGICON

Nel mio peregrinare in luoghi di gioco mi sono fermato in quel di Pescara, in ritardo di circa un anno, per partecipare alla BGICON, evento organizzato da Gianluca Ulisse di BoardGameItalia, che ringrazio per l’invito e la disponibilità. In ritardo di un anno dico perché l’anno scorso, nonostante avessi già preso il biglietto aereo (non rimborsabile), all’ultimo dovetti rinunciare per impegni dell’ultimo minuto. Quest’anno sono riuscito a esserci e che dire… meraviglioso!

Andrea, Alessandro, Angelo e Alessio. Dopo metto quelli con la B, poi la C…

Ho conosciuto diversi nuovi amici e ho potuto riabbracciare chi non vedevo da tanto. Ho giocato tanto ma mangiato di più! Forse potrei aprire un blog di avventure culinarie e postare le tante foto di tutto il ben di Dio che ho trangugiato (Le Coliche del Gioco come suona?), ma sto divagando troppo.

Pulsar 2849

Sì parlava di draft di dadi e questo è uno dei migliori a mio avviso. A tema fantascientifico in questo gioco i giocatori dovranno viaggiare per la galassia, scoprire nuovi mondi, sviluppare tecnologie, attivare trasmettitori, scoprire delle pulsar e costruirci dei giroscopi. Otto round scanditi dalla scoperta di nuove tecnologie, che aggiungono soluzioni e possibilità per lo sviluppo di strategie di gioco. In ogni round i giocatori avranno a disposizione due azioni, la cui “forza” sarà determinata dal valore dei dadi scelti, più un’eventuale azione extra data dal dado rosso. Il buon Suchý ha tirato su un gioco davvero bello bello. L’unica problematica, degna di nota, occupa un fottio di spazio sul tavolo!

Fief France 1429

Ok, aspettate che mi gira la testa. In Fief i giocatori vestono i panni di grandi casate in lotta fra loro per l’egemonia dei territori. Alleanze, intrighi, matrimoni, piccole battaglie e vere e proprie guerre, architettate mediante l’utilizzo di carte evento. Regole e regolette a non finire che lo rendono complesso da assimilare alla prima partita. Proprio per questo non aggiungo altro per evitare di scrivere sciocchezze.

Se mi è piaciuto? Non l’ho mica capito… forse non è proprio il mio genere, però sono sicuro che alla prima partita non lo si possa apprezzare a dovere. Servirebbe rigiocarlo. Tante volte. Non credo di averne la forza!

Non ho fatto foto a Just One, ne metto un’altra di Fief…

Just One

Party Game perfetto da giocare quando si è in tanti, anche con dei non giocatori. Ogni turno un giocatore pescherà una carta senza guardarla e mostrandola a tutti gli altri. Sulla carta saranno presenti più parole e il giocatore dovrà indovinare una di quelle. Gli altri dovranno scrivere una parola (ovviamente non la stessa né una derivata) per aiutarlo a indovinarla, con l’eccezione che non si potranno avere due o più parole uguali. I giocatori infatti, prima di mostrare i propri indizi a chi di turno, si confronteranno ed eventualmente cancelleranno quelli identici, riducendo così le possibilità di indovinare la parola segreta. Gioco semplice ma di sicuro successo. 

Gente di un certo livello al tavolo.

Draftosaurus

Beh che c’è da scandalizzarsi? Dopo dadi e carte, perché non fare un bel draft con dei meeple a forma di vari dinosauri? Gioco molto accattivante e simpatico di piazzamento dinosauri, i quali a fine partita restituiranno punti in base a dove piazzati. Giochino veloce e immediato, adatto dagli 8 anni in su.

Lancaster

Titolo a tema medioevale ormai diventato un classico e che finalmente sono riuscito a recuperare! La mia ignoranza ludica sui vecchi titoli si è ridotta di un granello e devo ammettere che ne è valsa davvero la pena. Giocato in cinque, che credo sia la configurazione migliore per apprezzarlo, e sfruttando la bigbox del buon Meeple con la camicia, aggiungendo qualche nuova legge delle espansioni. Piazzamento lavoratori in cui il valore dei cavalieri utilizzati permetterà di ottenere azioni esclusive ed eventualmente influenza dei signori dei feudi. Avere influenza permetterà a ogni round di promuovere o abrogare le leggi per fare spazio a quelle nuove, le quali restituiranno punti vittoria per determinate condizioni raggiunte. Gioco a tratti feroce, che merita davvero di essere rigiocato.

Scout

Giochino di carte della Oink Games che a mio avviso dura un pelino troppo. Non ricordo quanti round sono, ma ricordo che mi sono alzato dal tavolo con la sensazione di esserci stato seduto il doppio di quanto avrei voluto. Sostanzialmente hai una mano di carte che non puoi riorganizzare in alcun modo. Solo all’inizio puoi decidere se tenerla in un verso o sottosopra, questo perché le carte riportano dei valori da uno a dieci, sia da un verso che dall’altro. Lo scopo sarà quello di calare carte con un valore maggiore di chi ti ha preceduto, utilizzando scale o più carte dello stesso valore, ma ovviamente le carte potranno essere giocate solo se adiacenti fra di loro. Una sorta di poker dove però è innegabile che ci sia bisogno di una buona dose di culo. Scusate la franchezza.

One Night Ultimate Werewolf

Altro gioco a ruoli nascosti in cui bisognerà trovare i licantropi. Party game in cui più si è meglio è, dove le peculiarità di alcune carte permettono di scambiarle in una fase in cui tutti hanno gli occhi chiusi. Cioè, mi spiego meglio, può essere che tu sia un cacciatore inizialmente, poi senza rendertene conto ti ritrovi licantropo. Partite ultra veloci, 5 minuti forse, e buon riempitivo quando si è in tanti.

Alien frontiers

Finalmente l’ho rigiocato! L’ultima volta credo sia stata cinque o sei anni fa. Piazzamento dadi a tema fantascientifico, in cui lo dico sarà quello di creare tutte le proprie colonie su di un pianeta. Gioco di gestione risorse, gestione carte, poteri asimmetrici se si utilizza una delle espansioni.

Molto molto figo, ma non mi sento di consigliarlo in quattro giocatori per via di un discreto downtime. Difficile da trovare, se non a prezzi proibitivi.

Alhambra

Altro granello tolto dalla mia ignoranza ludica, gioco di piazzamento tessere che a differenza di tanti giochi, qui non puoi ruotare. Vanno messe così come si pescano. Bisognerà costruire un quartiere di Alhambra, cercando di ottenere le tessere più vantaggiose, scartando carte del valore e del colore adeguato. Scartare carte con il valore preciso della tessera da acquistare (cosa non così semplice) permetterà di risolvere due azioni anziché soltanto una durante il proprio turno.

Ok, se ti va di sfiga con le carte non hai speranze, ma che bello è questo gioco?

Colosseum

Non ho mai riso così tanto a un tavolo! Ok, naturalmente la stragrande maggioranza del merito è dei compagni di gioco, ma questo titolo si presta davvero bene allo scopo. Bisogna soddisfare le richieste per allestire degli spettacoli a cui fare assistere Giulio Cesare, mercanteggiando con gli altri giocatori risorse utili ai propri scopi. Naturalmente barattare oggetti innescherà tutta una serie di insulti e ripicche fra i giocatori, che sono il bello del gioco. Ah sì, dura uno sproposito a mio avviso, però mi sono divertito.

Solo veri VIP al mio tavolo!

Candy Lab

Prima di giocarlo pensavo fosse una schifezza e invece mi sono dovuto ricredere. Non fraintendetemi, non è chissà che gioiello, ma funziona e fa il suo. Interazione feroce ma con il sorriso stampato in faccia, quando giochi carte per raccogliere “caramelle” e rifili agli avversari colpi bassi. Infatti, quando raccolte le caramelle, si attivano gli effetti stampati sulle stesse come scambi di carte, restituzione caramelle e carte dalla propria mano e via andare. Meno banale di quello che ci si possa aspettare.

Imhotep

Gioiellino ambientato nell’antico Egitto dove i giocatori vestiranno i panni di costruttori alle prese con le meraviglie dell’epoca. Lo scopo sarà ovviamente quello di ottenere il maggior numero di punti a fine partita. Nel turno si potranno ottenere risorse oppure piazzarsi sulle canoe pronti per il viaggio verso i cantieri. Una volta che le imbarcazioni saranno piene chi sarà alla guida (il primo che si sarà piazzato sulla barca) deciderà dove viaggiare per assicurarsi un posto nei cantieri migliori. Si gioca sempre con vero piacere.

No, non è finita così, ha accumulato ulteriore ritardo…

Tornare alla normalità

Dopo l’avventura a Pescara e soprattutto aver accumulato con il Frecciarossa circa un’ora e mezza di ritardo, fra andata e ritorno, si torna alla normalità e a giocare con il mio solito gruppo di amici.

Non ho fatto foto a Carcassonne, quindi beccatevi la Gricia

Carcassonne

Hai poco tempo e non sai cosa giocare? Allora vai di Carcassonne, classico di piazzamento tessere che non può mancare nelle librerie di ogni appassionato. Peschi una tessera e la piazzi dove e come meglio preferisci, rispettando contorni e immagini, poi se vuoi piazzi uno dei tuoi meeple. In base a come lo piazzi questo meeple sarà un contadino, un ladro, un cavaliere o un monaco. A seconda delle diverse condizioni potrai fare punti durante la partita o alla fine, quando l’ultima tessera sarà stata piazzata. Classico intramontabile che regge fino a cinque giocatori, ma che tutti sanno che dà il meglio in un uno contro uno. Interessanti anche le diverse espansioni che aggiungono ulteriore variabilità.

Celestia

Sapete cos’è un push your luck? Sette e mezzo, il gioco di carte, è il push your luck più famoso fra i non giocatori. Quanto puoi spingerti oltre a chiedere carte prima di sballare? Ecco, Celestia è la stessa cosa, ma con un sistema di gestione del mazzo di carte diverso. A turno i giocatori vestiranno i panni del pilota di un vascello aerospaziale che dovrà assolvere a delle missioni, tirando il dado e pagando obbligatoriamente le risorse richieste e scartando carte dal proprio mazzo. Gli altri giocatori, i passeggeri, dovranno decidere se fidarsi del capitano o scendere sull’isola in cui si trovano. Più andrà avanti l’astronave più alto sarà il range di punti che si potranno guadagnare, ma se il capitano non riuscirà a pagare le risorse, lui, l’astronave e tutti quelli che sono a bordo, precipiteranno a mani vuote. Gioiellino.

The Resistance: Avalon

Sua maestà Avalon: il miglior gioco a ruoli nascosti di sempre. Almeno secondo me, ma credo anche la stragrande maggioranza delle persone che lo hanno provato. Avalon, o meglio, The Resistance: Avalon, è un gioco a tema medioevale in cui le due fazioni a confronto vestiranno i panni dei personaggi dell’omonima epopea. I seguaci di Mordred e quelli di Artù dovranno decidere chi mandare in battaglia, cercando di intuire dalle loro decisioni chi farà parte di una fazione e chi dell’altra. Un gioco di bluff che porterà a dubitare di chiunque al tavolo. Splendido. Clamoroso se giocato almeno in 8 giocatori.

Colt Express

Avete presente i vecchi western con l’assalto al treno da parte dei banditi? In questo gioco noi saremo quei banditi, ognuno con una propria abilità speciale. Lo scopo sarà quello di raccogliere diamanti, sacchi di denaro o valigette, disseminati nelle varie carrozze. Per farlo giocheremo carte ad ogni turno che ci permetteranno di raccogliere denaro, camminare, salire sul tetto della carrozza, colpire con un pugno, sparare o muovere lo sceriffo. La particolarità? Dopo aver giocato tutti i turni richiesti per il round (in numero variabile e con condizioni sempre diverse) si risolveranno le azioni giocate. In pratica un gioco di programmazione con delle variabili nascoste che influenzeranno anche le proprie scelte. Dire che è incontrollabile è un eufemismo, ma nonostante questo, Colt Express è un titolo davvero molto divertente. E poi, come resistere a quel treno?

Giochi Ducali

Approfittando di una giornata serena, sono andato a Vigevano il 25 settembre ai Giochi Ducali, evento ludico molto figo organizzato dall’associazione Dadi Ducali. È un ritorno per me, che ero già stato presente nel 2019, e che oggi come allora mi ha profondamente colpito per la bellezza del castello e il clima che si respira ai tavoli. Ho rivisto degli amici che solitamente incontro nelle grandi occasioni, che è sempre un piacere, e alcuni degli scappati di casa con cui mi ritrovo a giocare solitamente. L’unica nota stonata: Ci ho messo la bellezza di 55 minuti ad arrivare, nonostante si tratti di circa una trentina di chilometri! L’evento resta comunque bellissimo, sicuramente per la cornice, ma soprattutto per la disponibilità degli organizzatori, davvero molto simpatici e gentili.

Wacky Races

Chi non ricorda Dick Dasterdlay e tutti gli altri personaggi del fortunato cartone animato? In questo gioco ci si sfida su di un circuito con una meccanica semplice: scarti una carta di un colore per muoverti su di una casella di quel colore. Il primo movimento non è nemmeno subordinato al colore, basta scartare una carta qualsiasi. Ci sono poteri speciali che richiamano le abilità dei personaggi della serie, ma per il resto il gioco è davvero troppo easy.

Effetto nostalgia a parte, non mi sento di consigliarlo. Considerate che ci ho fatto tre partite nel tempo e amavo il cartone, ma anche no.

La famiglia!

Wingspan

Il gioco degli uccelli! Un gioco molto elegante a mio avviso il cui scopo è collezionare volatili di varie tipologie, cercando di fare il maggior numero di punti per uova, carte e obiettivi di inizio partita. Costruire un buon motore di gioco sarà il sistema per ottimizzare le proprie azioni, sfruttando le abilità dei pennuti a nostra disposizione. Semplice e alla portata di tutti, ma con un bel problema a monte: ma davvero un gioco sugli uccelli? La tematica lo rende un gioco poco appetibile ai più. Peccato, perché è davvero un bel gioco.

Suburbia

Un piazzamento tessere in cui dovremo costruire la nostra città, con un occhio sempre aperto verso quelle degli altri giocatori. In base a dove verranno posizionate le tessere si potranno ottenere benefici in termini di punti o denaro, ma anche dei malus. Il sistema di punteggio molto interessante perché livella e corregge l’eventuale fuga di un giocatore, diminuendone le statistiche delle rendite. Bello il senso di crescita e bella anche la lotta al raggiungimento degli obiettivi comuni e personali. Ottima variabilità per un titolo tutto sommato veloce da giocare e che regala sempre bei momenti al tavolo.

non c’entra nulla la foto, ma secondo me ci sta

Adesso non è che…

…vi dovete aspettare un articolo di questo tipo ogni mese. Anche perché solitamente gioco molto meno! Però sarei davvero curioso di sapere se vi è piaciuto e se vi farebbe piacere leggere qualcosa di simile in futuro. Magari qualcosa anche di meno lunghetto, dato che vi conosco, poverini, che altrimenti vi stancate a leggere tante parole una dietro l’altra! 

ah, visto che tanto sono sicuro che quasi nessuno sarà arrivato a leggere fino a qui, spero non vi dispiaccia se aggiungo qualche parola chiave per fare felice la Seo tipo: Listone Giochi Settembre Listone Giochi Settembre Listone Giochi Settembre Listone Giochi Settembre Listone Giochi Settembre Listone Giochi Settembre Listone Giochi Settembre Listone Giochi Settembre Listone Giochi Settembre Listone Giochi Settembre. Ho un disturbo ossessivo compulsivo che non mi permette di pubblicare un articolo se non perfettamente indicizzato!

Copertina di Sobek 2 Giocatori

Sobek 2 giocatori

Ho scoperto Sobek 2 Giocatori per caso all’ultimo Play festival del gioco di Modena. Conoscevo l’originale Sobek solo di nome, mai giocato, e avevo intravisto qualche post su Facebook di questa nuova versione per due giocatori, ma non gli avevo prestato molta attenzione. L’ho provato insieme al mio amico Riccardo (che si lamenta sempre di non essere mai menzionato in quello che scrivo. Contento ora?) e ho perso male. Solo fortuna, tzè. Me lo sono comprato comunque.

Scatola di Sobek 2 Giocatori vista dall'alto

Perché? Perché mi è piaciuto molto!

Il gioco in breve

Pubblicato da Catch Up Games, distribuito da Blackrock Games e portato in Italia, in italiano, da Playagame Edizioni, Sobek 2 giocatori è un gioco di Bruno Cathala e Sébastien Pauchon, illustrato da Naïade.

Scatola di Sobek 2 Giocatori

“È in corso la costruzione di un tempio dedicato a Sobek. Nei pressi del sito, lungo il Nilo, è sorto un enorme mercato, rifornito dal continuo andirivieni di feluche e piroghe. La tua Gilda dei Mercanti e quella del tuo avversario sono determinate a sfruttare questa incredibile opportunità. Il dio Sobek potrebbe fare pendere l’ago della bilancia offrendo i suoi favori al mercante meno corrotto.”

tratto Dal regolamento

Come si gioca

Sobek 2 Giocatori è composto da una Plancia Mercato dove andranno disposte casualmente le tessere Merce (scoperte) e le tessere Personaggio (coperte), lasciando a fianco una pila delle rimanenti. Nella scatola sono presenti un segnalino Ankh, necessario per la pesca delle tessere, tredici gettoni piroga di cui cinque andranno posti a lato della plancia negli appositi spazi.

Sacchetto Sobek 2 Giocatori

Un sacchetto contenente tredici Gettoni Deben. I Gettoni Deben sono delle sorte di monete con dei valori variabili che, durante il gioco, si pescheranno dal sacchetto e andranno ad aumentare il proprio punteggio di fine partita. Ogni giocatore, dopo aver ricevuto la plancia corruzione e due tessere iniziali, potrà eseguire nel proprio turno una delle seguenti tre azioni:

  • Prendere una tessera dal mercato
  • Vendere un set di tessere
  • Giocare un personaggio
l'Ankh di Sobek 2 Giocatori

Le azioni di Sobek 2 Giocatori

La partita terminerà immediatamente quando uno dei due giocatori non potrà eseguire almeno una delle tre azioni. Vediamole più da vicino.

Prendere una tessera

Presa la prima tessera dal primo giocatore fra le quattro iniziali al centro del mercato, poi i giocatori potranno prendere tessere solo dalla linea (verticale, orizzontale o obliqua) che l’Ankh indicherà. l’Ankh verrà posizionato sullo spazio vuoto lasciato dalla tessera da prendere, seguendo i segni indicati sulla stessa, così da essere pronto per la prossima presa. I giocatori che decideranno di raccogliere una tessera potranno farlo solo lungo la direzione indicata dell’Ankh.

Sobek 2 Giocatori a Play

Nel caso un giocatore decidesse di prendere non la prima, ma una delle successive tessere in linea d’aria, rispetto l’Ankh, tutte quelle saltate dovranno essere poste sulla plancia corruzione del giocatore. A fine partita chi avrà il minor numero di tessere corruzione sulla plancia corruzione, otterrà dei gettoni Deben.

Vendita tessere di Sobek 2 Giocatori

Vendere un set di tessere

Altra azione possibile per i giocatori sarà quella di rivelare almeno tre tessere dello stesso tipo, per poter ottenere a fine partita dei punti. I punti si otterranno moltiplicando il numero di tessere di quel set per il numero di scarabei presenti sulle stesse.

Il numero di tessere minimo per questa azione è di tre tessere, ma potranno essere anche di più, giocate immediatamente in numero maggiore, oppure aggiunte in un secondo momento al set già venduto, sempre rifacendo una vendita della stessa merce e con un minimo di tre tessere.

Vista di Sobek 2 Giocatori

I personaggi potranno essere utilizzati per completare i set, facendo riferimento al simbolo riportato nell’angolo. Sono presenti delle tessere jolly, quelle con la statua di Sobek, il dio coccodrillo, o eventualmente il personaggio a sfondo verde, sempre con l’effigie del coccodrillo in un angolo della tessera.

Una volta venduto un set di tessere, i giocatori guarderanno e sceglieranno una delle piroghe disponibili, attivando immediatamente il potere descritto. Una volta terminate le cinque piroghe, non ne verranno aggiunte di nuove.

Personaggi di Sobek 2 Giocatori

Giocare un personaggio

Ultima azione disponibile è quella di giocare un personaggio precedentemente raccolto dal mercato. I giocatori scarteranno la tessera per attivarne immediatamente l’abilità descritta nella Scheda Aiuto del Giocatore.

Errata di Sobek 2 Giocatori
Elementi sostitutivi della prima edizione del gioco

Regolamento chiaro

Nel regolamento sono spiegate in maniera chiara le abilità di tutte le tessere piroghe, personaggio e poche altre cose che ho tralasciato in quest’articolo, pertanto, per una maggiore comprensione, vi invito a leggerlo direttamente dal sito di Playagame Edizioni. Sì, loro rilasciano il regolamento tradotto sul loro sito, disponibile a chiunque.

Consigliato dai dieci anni di età, la durata del gioco si attesta sui 20 minuti, abbastanza veritieri, ai quali ne vanno aggiunti due o tre per il setup. Inizialmente potrebbe rivelarsi leggermente più lunghetto, ma una volta imparata la simbologia, il gioco scorrerà che è una meraviglia.

Regolamento e schede aiuto Sobek 2 Giocatori

La mano di Cathala

Diciamo le cose come stanno: Bruno Cathala è un fenomeno, uno di quegli autori che riescono con tre regole messe in croce a tirare fuori degli ottimi giochi, senza cadere nel ripetitivo o nel già visto. Sì, si riconosce la sua mano in molti dei suoi giochi, certi pattern li si ritrova, ma Cathala ha la capacità di portare sempre una minima variazione, quel piccolo twist che ti fa dire: “wow, questo gioco è una figata”. Lo abbiamo visto con dei capolavori come Il Piccolo Principe Costruiscimi un Pianeta, Kingdomino, 7 Wonders Duel e ora anche con questo Sobek 2 giocatori.

Una partita a Sobek 2 Giocatori

Quel qualcosina in più

Il sistema di conteggio dei punti a seconda dei set venduti, moltiplicando il numero di tessere per scarabei, è lo stesso già visto in altri suoi giochi. Tuttavia, introducendo come limite un numero minimo di tessere per la vendita, che specialmente sul finale fa sentire il peso delle proprie scelte, aggiunge quel qualcosina in più che segna una netta differenza dagli altri suoi precedenti titoli. Quasi, ci si trova davanti a un push your luck sul finale, inconsapevoli se il giocatore davanti a sé potrà continuare o meno, decretando la fine della partita oppure no. Meglio vendere il set in questo turno o aspettare il prossimo?

Jolly di Sobek 2 Giocatori

Anche le dinamiche di gioco, in cui spesso ci si trova a raccogliere una piroga a noi inutile, pur di non lasciarla nelle mani dell’avversario, oppure di giocare un personaggio senza beneficio, pur di non spostare l’Ankh, ne fanno un titolo altamente strategico e profondo.

L’incidenza dell’alea in alcuni aspetti del gioco, come la presenza dei personaggi coperti, o la pesca alla cieca dei Gettoni Deben, potrebbe far storcere il naso ai puristi amanti degli astratti a informazione completa. Non è sicuramente il target a cui è rivolto Sobek 2 Giocatori, che trovo invece coerente nella scelta di mantenere un taglio più family, con questa variabilità che rende il gioco vivo e incerto fino alla fine.

Interno scatola Sobek 2 Giocatori
Sono i dettagli a fare la differenza

In conclusione

Regolamento semplice e veloce da assimilare, durata di gioco contenuta, una bella grafica e buoni materiali. Non c’è molto altro da aggiungere, Sobek 2 Giocatori mi ha conquistato e si piazza alto nella classifica dei miei giochi da due preferiti. Non è un caso se molti di questi giochi che più apprezzo siano dello stesso autore, così come non è un caso che molti suoi giochi siano pubblicati in Italia da Playagame Edizioni. Sento affinità con il catalogo di questa giovane casa editrice e spero continui a mantenere alto il livello, perché di giochi così ne abbiamo bisogno tutti!