Mini Report Essen Milano

Mini Report Essen Milano

Ciao, ecco un articolo “veloce veloce” sulla mia esperienza a Essen Milano presso La Casa dei Giochi, organizzata dalla Tana dei Goblin Milano-BGS.

Foto selfie con sfondo Essen Milano
frontbhdp

Cos’è Essen Milano

I più attenti di voi, quelli che mi seguono sulla mia pagina Instagram, sapranno già tutto. Anche quest’anno sono riuscito a essere presente a questo bell’evento, unico nel suo genere, capace di portarti un assaggio di Essen a pochi giorni dalla fiera.  

A livello organizzativo funziona in maniera semplice: ci si iscrive, ci si presenta, ci si siede a giocare, tutto senza tirare fuori un euro. Anzi, ho preso una birra e un panino al salame, quindi otto euro e cinquanta li ho tirati fuori, ma andiamo avanti. 

Un evento organizzato in maniera ineccepibile grazie all’impegno di persone appassionate e sempre disponibili. Giocatori, prima di ogni cosa anche loro, pronti a condividere giochi, conoscenza ed esperienza, spiegando instancabilmente regolamenti come se non ci fosse un domani! Grazie a Stefano, Francesco, Marco, Tania, Peppe, Oscar, Alessandro e tutti gli altri a cui non so dare un nome. Un grande ringraziamento a chi spende il proprio tempo per divulgare forte. Magnifici davvero!

Bando alle ciance, ho poco da mostrare, complice un telefonino scarico per metà evento, ma ecco quel poco.

AFU Armed Forces of Ukraine

Spiegazione molto approssimativa. Sì, metto le mani avanti.

Gioco di carte tattico per due giocatori con meccanica di Deck Building, naturalmente incentrato sul conflitto Ucraino-Russo. Sono stato “tirato per la giacca” dal buon Lorenzo, meglio conosciuto come Board Game Physicist, che ne aveva sentito parlare e sentiva il bisogno di provarlo assolutamente. Io no, ma a quanto pare mi sono trovato nel posto sbagliato al momento sbagliato.

Scatola AFU con dimostratore
Mitico Ale

Pur essendo un titolo competitivo, i due giocatori interpreteranno entrambi l’Ucraina alle prese con gli attacchi russi. Partendo da un mini mazzo di potenza “bassa” i giocatori affronteranno da prima degli scontri dell’avanzata russa, per poi entrare definitivamente in guerra con un mazzo potenziato. Ogni giocatore contro un mazzo della fazione Russa. A ogni turno, dopo aver pescato dal proprio mazzo cinque (forse sei, non ricordo più) carte esercito, verranno girate tre carte russe, alle quali bisognerà rispondere ponendo sotto ognuna una propria carta. Su ogni carta (sia nostra che del nemico) sarà presente un valore di attacco e di difesa, condizioni di attacco particolari, eventuali icone per supporto e punti per acquisti delle nuove carte. Si potranno aggiungere carte nelle retrovie con il simbolo corrispondente, a supporto di quelle in prima linea per potenziarne le statistiche. 

Situazione di gioco AFU

Una volta piazzate le carte, si dovrà risolvere ogni battaglia, sia dal punto di vista dell’attacco che della difesa, determinando così eventuali perdite e vittorie. Le carte avanzate dalla propria mano serviranno per acquistare nuove carte da aggiungere al proprio mazzo scarti. Terminato il turno si pescheranno nuove carte, rimescolando il mazzo degli scarti all’occorrenza, per proseguire nella battaglia.

Carta AFU

La cosa “figa” è che al termine della prima fase di scontri, quando ci sarà da riformare il mazzo della guerra, andranno aggiunte tutte le carte del nemico vincenti delle precedenti battaglie. A fine partita bisognerà controllare gli obiettivi personali e quelli condivisi, ma dico la verità: non siamo arrivati a quel punto.

Obiettivo AFU

Considerazioni

Non è il mio genere. Anzi, proprio non è per niente il mio genere, sia per tematica che per meccanica di gioco. Interazione zerissimo. Potevano farlo per un solo giocatore e sarebbe stato identico. Anzi, c’è già la modalità in solitario ed è già praticamente così. Giocando in due a un certo punto ci si scambia le carte nemico. Basta, tutto qui. Avrei potuto alzarmi a metà partita e tornare dopo un quarto d’ora al tavolo, che praticamente non avrebbe fatto differenza. Apprezzo i giochi a bassa interazione, ma sono onesto, speravo di scannarmi contro il mio avversario. Tanto valeva giocare a Magic a sto punto.

Ho sentito che parte dei ricavati vanno direttamente a sostegno del popolo ucraino, e sicuramente questa è la cosa che più mi piace di questo gioco.

Scatola di The Hunger a Essen Milano

The Hunger

Visto che non sono molto amante dei Deck Building e che mi piace darmi martellate sui maroni, ho provato anche The Hunger, nuovo titolo di sua maestà Richard Garfield, per 2-6 giocatori, in Italia grazie a Cranio Creations.

Plancia di The Hunger

Che dire, i giocatori interpretano dei vampiri a caccia di sangue che per nutrirsi dovranno lasciare le stanze sicure del castello, addentrandosi fra le montagne, le radure e i boschi cercando di tornare al sicuro delle mura entro l’arrivo dell’alba (15 round). Lungo il tragitto incontreranno fonti e tesori, dove attingere raccogliendo dei bonus e delle tile con punti di fine partita.

Carte movimento The Hunger

Si pescheranno e giocheranno tre carte dalla propria mano, si attiveranno poteri e condizioni descritte e si deciderà in che quantità usare i punti riportati sulle carte per cacciare e per muoversi sul percorso. Per cacciare verranno rivelate a ogni round delle carte, che i giocatori potranno acquistare e aggiungere ai propri scarti. Carte umano coi punti alti spesso non avranno abilità attivabili, anzi, potrebbero addirittura riportare condizioni penalizzanti, oltre che naturalmente riempire il mazzo di fuffa. Essenziale sarà riuscire a tornare al castello entro il tempo limite, pena la morte del proprio personaggio.

Personaggio di The Hunger

Considerazioni

Sempre al netto di una sola partita in un contesto dispersivo. Provato in 4, quindi non a pieno regime, la partita è durata circa un’oretta. Parto dal presupposto che non è la tipologia di giochi che più apprezzo, quindi posso risultare troppo netto, ma questo non è un gioco che comprerei. Nemmeno Clank comprerei, gioco molto simile nelle dinamiche e che sicuramente lo reputo superiore a questo. Attenzione, non sto dicendo che non sia un buon gioco. Mi sono divertito e sicuramente con più partite, anche solo per familiarizzare con le carte, riuscirei a tornare al castello invece di fermarmi alla casella prima (machecazz). Il problema è che non ho nessuna voglia di farci altre partite…

Terracotta Army

Terracotta Army

Sarò onesto, ci siamo seduti perché il tavolo al momento era l’unico libero. Non ero particolarmente attratto da questo gioco, forse sospettando una somiglianza troppo marcata con Xian, gioco che adoro, ma sicuramente di un altro peso.

Plancia di gioco di Terracotta Army

Comunque, in realtà, tolte le statue dell’esercito di terracotta non è che ci siano chissà quante somiglianze. Sì è vero, c’è un discorso di maggioranze a fine partita e durante i conteggi di fine round che lo rendono simile, ma la meccanica che governa il tutto è legata al piazzamento dei propri lavoratori su di una ruota speciale. Avete mai giocato a Barbarians? Un po’ le somiglia. Anche in questo titolo c’è una sorta di ingranaggio centrale con tre dischi che ruotano. Al proprio turno i giocatori dovranno scegliere un settore della ruota, piazzarci un meeple e attivare tutte le azioni, dalla più interna alla più esterna, presenti su di quel settore. Azioni quali raccogliere argilla, costruire una statua dell’esercito, attivare abilità speciali, piazzare statue neutre capaci di aggiungere valore per le maggioranze, bagnare argilla (che da un turno all’altro si secca e altrimenti diventa inutilizzabile).

Terracotta Army le statue

Non entro troppo nello specifico, ma la cosa interessante è che è possibile ruotare i dischi pagando delle monete, per poter collegare azioni altrimenti non attivabili fra loro e magari innescare delle combo. Inutile dire che questa cosa scombinerà i piani di chi dovrà giocare dopo, mandando a monte tutti i ragionamenti fatti, perché le ruote potranno essere ruotate solo di uno step, ma unicamente in un verso. Ah, dimenticavo, ognuna opposta all’altra! Lo scrivo meglio che altrimenti non si capisce: una può ruotare in senso orario e l’altra in senso antiorario. Immaginate i vaffa di chi gioca dopo qualcuno che gli ruotando i dischi gli ha scombinato ogni ragionamento!

Considerazioni

Non abbiamo finito la partita, ci bastava capire come funzionasse. Sicuramente giocarlo in mezzo al casino, senza poter fare una strategia a lungo termine (avevamo già deciso di fare due giri e basta) non è stato il massimo, ma non rifiuterei di rigiocarci in condizioni migliori. Non lo comprerei, perché non è un gioco che riuscirei a intavolare quanto basta per ammortizzare il costo. Quanto costa? Non ne ho idea, ma qualcosa mi dice che è sicuramente più di quanto effettivamente pagherei.

Tiwanaku scatola Essen Milano

Tiwanaku 

Lo voglio

Seriamente, questo gioco io lo voglio. Titolo deduttivo dal sapore Sodukesco (eh, che parola che ho appena coniato!) con un gimmick bello ciccioso: La ruota Pachamama. 

Tiwanaku ruota Pachamama

Siamo degli esploratori alle prese con un’area ignota della quale non conosciamo nulla. Inizialmente l’intera plancia, suddivisa in tanti quadratini, sarà vuota ad eccezione di alcune tessere paesaggio in 4 colori differenti con sopra dei segnalini numerati a forma di ortaggi… non indaghiamo oltre, non ricordo che tipo di ortaggi siano. A ogni ortaggio corrisponde un numero e per comodità parlerò solo di numeri nel resto dell’articolo.

Tiwanaku in gioco

Comunque, dovremo rivelare tutte le altre aree ancora nascoste, accumulando punti per i territori esplorati (che premieranno una diversificazione costante), ma soprattutto scoprendo per intuizione che tipo numero sarà presente in ognuno di essi. Con la nostra squadra (4, 5, 6 meeple boh?) dovremo indagare, quadrato per quadrato, scegliendo fra due azioni:

  • Muovere
  • Divinare

Muovere

I meeple si muoveranno in maniera ortogonale sempre almeno di uno spazio. Potranno anche muoversi di più spazi,.ma solo attraversando terreni con sopra dei numeri o occupati da meeple dello stesso colore. I meeple di colore diverso invece bloccheranno il passaggio. Avanzando su di un quadrato non ancora esplorato il meeple dovrà fermarsi, rivelando il terreno attraverso la Ruota Pachamama. 

Tiwanaku immagine da Essen Milano

Divinare

Si potrà decidere, anziché spostarsi, di divinare una o più tessere sulle quali saranno presenti i propri meeple. Bisognerà indovinare il valore della tessera, controllando sulla Ruota Pachamama. Indovinando si guadagneranno i punti e il relativo segnalino appena scoperto. Potrà essere convertito in punti a fine di un qualsiasi turno (set collection, più tipi diversi più punti). Se si sbaglierà la deduzione, si prenderanno punti negativi pari all’effettivo valore della coltivazione non indovinata.

Con questa azione si potranno tentare più risoluzioni per ogni meeple presente sui diversi quadrati non ancora rivelati.

Tiwanaku da Essen Milano

Deduzione sì ma come

La partita terminerà non appena tutti i quadrati saranno stati esplorati, da lì si procederà all’individuazione dei numeri restanti. Prima parlavo di gioco sudokoso perché un po’ ricorda il sudoku. Qualcosa almeno. In pratica ogni numero dovrà essere presente in un’area colorata nello stesso numero di quadrati dai cui è formata, ma non ripetuto. Se l’area sarà composta da sole due tessere di un colore, ad esempio, noi sapremo che quelle due tessere saranno per forza una da 1 e una da 2. Un’area da quattro tessere, per forza di cose da un 1, un 2, un 3 e un 4. Chiaro no?

Altro fattore, essenziale, tutte le tessere territorio di un’area non potranno essere adiacenti a altre tessere dello stesso colore. Anche diagonalmente. Per quanto riguarda i numeri la stessa cosa, tessere con un numero, indipendentemente dal terreno su cui saranno posizionate, non potranno essere adiacenti a tessere con lo stesso numero. Anche diagonalmente.

Segnatevelo, merita davvero!

Considerazioni

Adesso, se non avete capito nulla è normale. Primo perché sicuramente lo avrò spiegato di me… ehmm male io, secondo perché è un gioco difficile da spiegare. A Milano dopo la spiega ho pronunciato una frase tipo: ” scusa, io non ho capito un ca**o di nulla”. Forse ho aggiunto anche un “non sei tu, sono io…”. Dopo essermelo fatto rispiegare, con stoica pazienza del dimostratore che pareva alle prese con un bambino dell’asilo, ancora non avevo capito granché. Solamente giocandolo ho afferrato e mi si è aperto un mondo. 

Se ti piacciono giochi alla Cryptid o eri un vecchio appassionato di Mastermind, questo non devi fartelo scappare.

Mi ci sto divertendo anche su BGA, per ora è in beta (o alpha non ricordo la differenza) scoprendo che in due è una bomba. La ruota Pachamama è una figata, certo si sarebbe potuto utilizzare una semplice app, risparmiando sul costo del gioco e scongiurando possibili errori umani (a noi è successo di sbagliare a settare le levette), ma che figata è quando la consulti e senti quel brividino di incertezza tirando la linguetta? Forse ne vale davvero la pena.

Foto scattatami a Essen Milano
Foto fatta dall’organizzazione

Alla fine della fiera

Ho giocato poco, a conti fatti, perché ho preferito adottare un approccio rilassato e godermi qualche pausa curiosando gli altri che giocavano. Ogni tanto ci sta. Sono andato via anche presto perché avevo un impegno, ma non potevo assolutamente mancare. Davvero, è un evento a cui non bisogna rinunciare!

Riassunto per chi non aveva voglia di leggere e ha scorso l’articolo fino alla fine: Essen Milano è una figata!

Heat: Pedal To The Metal

Heat: Pedal To The Metal

Ieri ho provato il nuovissimo Heat: Pedal To The Metal, gioco di corse automobilistiche appena presentato a Essen dalla Days of Wonder a opera di Asger Harding Granerud, autore del famoso e per me bellissimo Flamme Rouge e di Daniel Skjold Pederse, coautore fidato con cui il primo ha già avuto modo di collaborare in diversi altri titoli di successo.

Scatola Heat autografata
Copia autografata del buon Stefino

Mi ha colpito molto. Così piacevolmente colpito che ho deciso di scrivere immediatamente questo articolo per parlarvene. Ovviamente si tratta solo di un’impressione data al volo dopo solo una partita, ma spero possa tornare utile per farvelo conoscere.

Griglia di partenza Heat

Sulla griglia di partenza

Heat (tralascio il resto per comodità) è un gioco di corse automobilistiche la cui meccanica principale è la gestione del proprio mazzo di carte. Le carte, giocate a ogni turno, determineranno il movimento della propria auto sul circuito e una volta utilizzate andranno messe negli scarti. Torneranno in mano, previa una bella mescolata, quando il proprio mazzo di pesca sarà esaurito.

Nella configurazione standard, con il tracciato base, scelta la macchinina e piazzata sulla griglia di partenza, ogni giocatore prenderà il corrispondente set base composto da dodici Speed Cards, con valori da 1 a 4, a cui si aggiungeranno tre Starting Upgrade Cards, con una carta di valore 0, una da 5, una Heat Card (surriscaldamento del motore) e per finire un numero variabile di Stress cards in base al numero di giocatori.

Carte Heat

Mescolato e alloggiato il mazzo personale sullo spazio dedicato della propria plancia (il primo slot a sinistra), si prenderanno, anche qui in numero variabile in base al numero dei partecipanti, delle Heat Cards da posizionare nell’area centrale della plancia. Ogni volta che durante la gara si potranno scartare Heat Cards dalla propria mano, andranno riposizionate in questa area e non negli scarti. Quando invece le carte Heat dovranno essere aggiunte come malus, dovranno essere prese dal loro alloggiamento e spostate nell’area degli scarti. Il terzo e ultimo alloggiamento, quello più a destra della plancia personale, servirà proprio per riporre le carte scartate. 

Plancia giocatore

A ogni turno i giocatori dovranno pescare tante carte da rimpinguare la propria mano di 7 carte, e decidere in simultanea agli altri corridori quante carte giocare in quel turno. Alla fine del turno se ne potranno invece scartare dalla propria mano quante se ne vorrà, ma mai le Stress Cards e le Heat Cards. Altra cosa: non si potrà mai scorrere il mazzo degli scarti per guardare le carte già utilizzate.

Un po’ Flamme Rouge

In Heat: Pedal To Metal ogni turno viene svolto in ordine di posizione, dal corridore avanzato a quello arretrato. A differenza del già citato gioco di ciclismo, non più dando la precedenza a chi si troverà sulla casella più a destra del tracciato, bensì a chi si troverà sul “lato forte” del circuito. Il tracciato, fisso e non modulare, sempre diviso in caselle, presenta su uno dei due bordi una linea più marcata che varierà all’interno o all’esterno delle curve e dei rettilinei, dando più la sensazione di una gara automobilistica. Immaginate di essere su di una monoposto e di dover intercettare l’angolo migliore per affrontare una curva: ecco, è esattamente la stessa identica cosa. Alla fine del movimento le automobili andranno posizionate seguendo il lato forte in cui saranno giunte.

Le auto non impediranno mai il passaggio a quelle arretrate, anche quando ci si troverà ad averne due appaiate davanti. Tuttavia, se il movimento di un auto dovesse terminare in uno spazio già occupato in entrambi gli slot, bisognerà metterla nel primo spazio precedente libero.

Heat curva superata

Sulle plance dei giocatori sono presenti in alto il riassunto degli step che compongono un turno di gioco. Sulla destra il cambio.

Un po’ Vektorace

In pratica, utilizzando il segnalino del cambio, i giocatori dovranno decidere all’inizio di ogni turno che marcia impostare. Aumentare di una marcia, lasciarla invariata o scalare di una posizione non comporterà alcuna penalità, spostarsi di due marce invece obbligherà il giocatore ad aggiungere una carta Heat alla propria pila degli scarti.

A me questa cosa ha ricordato Vektorace, altro gioco di corse d’auto geniale che richiede l’impostazione della marcia, in questo caso utilizzando fisicamente una tile. La differenza è che in questo gioco la scelta viene fatta al termine del turno per impostare il successivo, ma come in Heat si sprecano carte Heat, in Vektorace si utilizzano gettoni Nitro o Gomme per accelerazioni o decelerazioni importanti.

immagine di repertorio dal Picnic Ludico 2022

Liberarsi delle carte Heat e rimetterle nell’alloggiamento della plancia dove non danno fastidio a nessuno è essenziale. Per farlo bisognerà viaggiare a marcia bassa, in prima o in seconda. 

Le carte Heat effettivamente sono un problema. Se aggiunte agli scarti, prima o poi ti arriveranno in mano limitando le scelte di movimento. In più potrebbero causare un “bel” fuori pista, ma prima di spiegarvi il motivo conviene parlare di…

Dorso delle carte di Heat

Curveeeeee

La cosa figa di questo gioco qual è? È che in base alla marcia impostata si può giocare l’equivalente numero di carte dalla propria mano. Cioè, se sei in seconda ne devi giocare due, se sei in quarta ne devi giocare quattro… Però, ovviamente c’è un però, non è che uno può piazzarsi in quarta e spingere come un dannato per tutta la gara. No, ci sono le curve!

Le curve hanno una velocità massima richiesta che, se superata dai corridori, porta a una penalizzazione: l’equivalente della differenza fra velocità richiesta è quella usata, pagata in carte Heat da aggiungere ai propri scarti. 

Ricordate quando dicevo fuori pista? Non avere carte Heat da “pagare” per compensare questa differenza porterà a un fuori pista. Di fatto l’auto tornerà al primo spazio utile prima della curva, obbligando il giocatore nel turno successivo a partire in prima marcia. Piccola consolazione, si riceveranno carte Stress, una o due, in base alla velocità con cui si era affrontata la curva prima dello schianto.

La scatola di Heat

Stress

Le Stress Cards generalmente sono utili ma possono diventare pericolose allo stesso momento, specialmente se utilizzate in prossimità di curve. Come funzionano? In pratica, per ogni carta stress giocata, i giocatori dovranno girare dalla cima del mazzo una carta. Se su quella carta sarà presente il simbolo di un contagiri (lo si trova solo sulle Speed Cards), allora il valore della carta sarà assegnato alla Stress Card, altrimenti se si tratterà di una Starting Upgrade Card o di una Heat Card, semplicemente andrà scartata e si procederà a girare un’altra carta dal mazzo. Spesso ci si troverà in condizioni al limite per cercare di non sforare eccessivamente con la velocità in prossimità di una curva e, data la mancanza probabile di buone carte proprio quando se ne avrà più bisogno, ci si troverà qualche volta a fare i conti con queste carte sperando nella buona sorte.

Heat, pronti a partire

Sono sulla tua scia

La gestione degli ultimi posti è molto ben studiata, permettendo a tutti i giocatori di restare nel vivo della gara. In pratica, l’ultimo (o gli ultimi se ci sono almeno cinque giocatori) potrà sfruttare quella che nel gioco è chiamata Adrenalina. Si potrà scartare gratuitamente una carta Heat dalla propria mano e in più muovere di un passo ulteriore innescando eventualmente anche dei sorpassi.

Anche il sistema delle scie, di cui non ho parlato nell’articolo, in realtà sono una bella novità rispetto a Flamme Rouge, perché permettono sorpassi strategici e d’effetto, utili soprattutto per superare le curve più ostiche e ricompattarsi con il gruppo. Magari infilarsi all’ultima curva e soffiare la leadership

Vista della partenza Heat

varie ed eventuali

Quello che avete letto è il sunto di una sola partita, alcune regole possono cambiare da tracciato a tracciato. La scatola stessa, ben organizzata, contiene 8 sedi anziché 6 per riporre auto e quant’altro in previsione di una futura e probabile espansione.

Ci sarebbe da approfondire con regolamento per campionato e il bot per giocare in solo, ma non avendo proprio approcciato queste modalità, evito di scrivere di cose che non so. Però ci sono e non vedo l’ora di approfondire anche questi aspetti!

La mano esperta di Stefino, che ringrazio per questa foto con una carta Heat e una carta Stress

In conclusione

Se da una parte la scelta di utilizzare dei circuiti fissi, non modulari, potrebbe risultare penalizzante per un discorso di variabilità, la presenza di altre mappe risolve il problema agilmente, consentendo in più una migliore resa in termini estetici e velocizzando parecchio i tempi di setup e de-setup. 

La scelta di numerare in maniera decrementale le caselle del circuito prima delle curve, permette di ragionare in maniera veloce e senza dubbi. Poi vabbè, in realtà tutti si metteranno ugualmente a contare le caselle una ad una, però la possibilità per quelli bravi in matematica resta. Insomma, i mezzi per fare bene ci sono, certo che se poi le carte buone mancano, qualche rischio bisogna pur prenderselo. 

Heat curva superata
lo so, assomiglia all’immagine di prima, ma questa è presa da più lontano!

Nonostante le similitudini con Flamme Rouge per la gestione del mazzo di carte e della “fatica” – qui invece inteso come surriscaldamento del motore – Heat si spinge oltre, offrendo una variabilità gestionale che è una vera e propria boccata d’aria fresca. Non fraintendetemi, Flamme Rouge è e resta fra i miei giochi sportivi preferiti di sempre e nella sua metodicità: pesco carte – scelgo carte – scarto carte, io mi ci rifugio sempre con piacere quando voglio giocare in maniera easy, ma qui siamo a un altro livello. Se il primo lo si può considerare ottimo come introduttivo al mondo del gioco da tavolo, qui abbiamo invece davanti un gioco più articolato e strategico, dove è fondamentale sapere leggere le mosse dei propri avversari.

Se non fosse per il prezzo avrei già comprato anch’io la mia copia, ma per ora mi “accontento” di giocare con quella del buon Stefino, che ringrazio per avermelo fatto scoprire . Invidiaaaa. Curveeeeee.

Cono della vergogna

Wake Me Up When Settembre finisce…

Vi piace il titolo? È ispirato alla canzone dei Green Day. L’alternativa era Settembre di Alberto Fortis, ma all’ultimo ho pensato che l’avremmo capita solo io e lui. E poi non volevo dare ulteriore sfoggio della mia vecchitudine. Inizialmente il titolo doveva essere: “Listone dei Giochi di settembre Provati!” con tanto di punto esclamativo. Sicuramente un titolo acchiappa click, ma invece no, non ce l’ho fatta. Meglio un titolo che non c’entra nulla e chissene delle views!

lo so, non c’entra nulla, non fateci caso…

Comunque, è un po’ che non scrivo qualcosa su questo blog. Sarò sincero: ultimamente non ne avevo tanta voglia. Capita a tutti un periodo di stanca, se poi questo stato accade in concomitanza con un periodo lavorativo piuttosto impegnativo, difficilmente si riesce a tirarsene fuori. Aggiungiamoci anche tutta questa abbondanza di servizi di streaming a cui sono abbonato, con decine e decine di serie capaci di risucchiare la stragrande maggioranza del mio tempo libero, e avrete il quadro completo. Ah, ho anche iniziato a giocare ad Assassin’s Creed Odyssey su Xbox, visto che ancora mi mancava…

Per ovviare alla pochezza del mio apporto divulgativo di questo ultimo periodo, recupero scrivendo un articolo su tutto quello che ho giocato a settembre! Non che possa migliorare la situazione, ma almeno mi sento meno in colpa!

Dopo le ferie le fiere

Settembre nel momento in cui scrivo è inesorabilmente scivolato via e guardandomi indietro non posso lamentarmi di quanto mi abbia lasciato. Ho passato bei momenti al tavolo, alternando giochi leggeri a giochi ben più impegnativi, attorniato da tanti amici. Approfittando della mia presenza alla BGICON di Pescara e ai Giochi Ducali di Vigevano, ho potuto giocare più del solito, da qui l’idea di farvene una carrellata, rigorosamente in ordine cronologico. 

Hail Hydra

Party game deduttivo ad ambientazione supereroistica, i cui nomi dei personaggi noti (e anche meno noti) del panorama Marvelliano aggiungono appeal a un titolo a mio avviso piacevole e solido. L’ho giocato solo nella massima configurazione possibile, in otto, quindi non ho idea di come scali in meno giocatori, ma ho come la sensazione che fino a sei regga a dovere. In questo gioco con ruoli nascosti i giocatori saranno al servizio dello S.H.I.E.L.D. intenti a salvare New York dall’attacco di più villain e nel tentativo di recuperare il Tesseract. C’è solo un problema: all’interno della squadra di eroi ci saranno degli agenti dell’Hydra infiltrati, pronti a tutto per sabotare le azioni della squadra e portare alla vittoria l’HYDRA.

Certo che essere il cattivo e avere questa mano…

Il sistema è simile a quello di Avalon con votazione, carte coperte e momentanea esclusione dei sospettati per un turno con in più, giustamente, delle abilità peculiari dei personaggi da utilizzare al momento giusto. Vuoi mettere essere Hulk e farti partire la brocca distruggendo tutto nei paraggi?

La disperazione del buon Max

The Magnificent

Gioco snobbato da tutti per ragioni a me ignote, The Magnificent non ha fatto parlare molto di sé, sparendo rapidamente nell’oblio dei giochi, seppellito dalle tante novità che ogni settimana escono. Forse le motivazioni sono da ricercare in un tabellone eccessivamente cupo, in un tema che non acchiappa come quello del circo, oppure, più semplicemente, dalla sua uscita in un periodo non fortunatissimo per la mancanza di fiere. 

Per me, amante dei giochi con il draft di dadi, questo titolo è stato una bella scoperta.

Zefiria

Questo è un gioco collaborativo da 2 a 4 giocatori in cui bisognerà portare ordine nel regno di Zefiria. Venticinque carte quadrate disposte in una griglia 5×5 dove lo scopo dei giocatori sarà quello di riordinarle utilizzando pochissime mosse. La particolarità di questo gioco è data dai poteri asimmetrici dei personaggi, che se ben armonizzati con quelli degli altri, porterà a una risoluzione del rompicapo. Difficile portare a casa la vittoria. Dannatamente difficile e forse proprio per questo mi piace. Gioco italiano, fatto da italiani per una casa editrice italiana.

Cioè, voi non potete capire cosa siano le Pallotte Cacio e Ova

BGICON

Nel mio peregrinare in luoghi di gioco mi sono fermato in quel di Pescara, in ritardo di circa un anno, per partecipare alla BGICON, evento organizzato da Gianluca Ulisse di BoardGameItalia, che ringrazio per l’invito e la disponibilità. In ritardo di un anno dico perché l’anno scorso, nonostante avessi già preso il biglietto aereo (non rimborsabile), all’ultimo dovetti rinunciare per impegni dell’ultimo minuto. Quest’anno sono riuscito a esserci e che dire… meraviglioso!

Andrea, Alessandro, Angelo e Alessio. Dopo metto quelli con la B, poi la C…

Ho conosciuto diversi nuovi amici e ho potuto riabbracciare chi non vedevo da tanto. Ho giocato tanto ma mangiato di più! Forse potrei aprire un blog di avventure culinarie e postare le tante foto di tutto il ben di Dio che ho trangugiato (Le Coliche del Gioco come suona?), ma sto divagando troppo.

Pulsar 2849

Sì parlava di draft di dadi e questo è uno dei migliori a mio avviso. A tema fantascientifico in questo gioco i giocatori dovranno viaggiare per la galassia, scoprire nuovi mondi, sviluppare tecnologie, attivare trasmettitori, scoprire delle pulsar e costruirci dei giroscopi. Otto round scanditi dalla scoperta di nuove tecnologie, che aggiungono soluzioni e possibilità per lo sviluppo di strategie di gioco. In ogni round i giocatori avranno a disposizione due azioni, la cui “forza” sarà determinata dal valore dei dadi scelti, più un’eventuale azione extra data dal dado rosso. Il buon Suchý ha tirato su un gioco davvero bello bello. L’unica problematica, degna di nota, occupa un fottio di spazio sul tavolo!

Fief France 1429

Ok, aspettate che mi gira la testa. In Fief i giocatori vestono i panni di grandi casate in lotta fra loro per l’egemonia dei territori. Alleanze, intrighi, matrimoni, piccole battaglie e vere e proprie guerre, architettate mediante l’utilizzo di carte evento. Regole e regolette a non finire che lo rendono complesso da assimilare alla prima partita. Proprio per questo non aggiungo altro per evitare di scrivere sciocchezze.

Se mi è piaciuto? Non l’ho mica capito… forse non è proprio il mio genere, però sono sicuro che alla prima partita non lo si possa apprezzare a dovere. Servirebbe rigiocarlo. Tante volte. Non credo di averne la forza!

Non ho fatto foto a Just One, ne metto un’altra di Fief…

Just One

Party Game perfetto da giocare quando si è in tanti, anche con dei non giocatori. Ogni turno un giocatore pescherà una carta senza guardarla e mostrandola a tutti gli altri. Sulla carta saranno presenti più parole e il giocatore dovrà indovinare una di quelle. Gli altri dovranno scrivere una parola (ovviamente non la stessa né una derivata) per aiutarlo a indovinarla, con l’eccezione che non si potranno avere due o più parole uguali. I giocatori infatti, prima di mostrare i propri indizi a chi di turno, si confronteranno ed eventualmente cancelleranno quelli identici, riducendo così le possibilità di indovinare la parola segreta. Gioco semplice ma di sicuro successo. 

Gente di un certo livello al tavolo.

Draftosaurus

Beh che c’è da scandalizzarsi? Dopo dadi e carte, perché non fare un bel draft con dei meeple a forma di vari dinosauri? Gioco molto accattivante e simpatico di piazzamento dinosauri, i quali a fine partita restituiranno punti in base a dove piazzati. Giochino veloce e immediato, adatto dagli 8 anni in su.

Lancaster

Titolo a tema medioevale ormai diventato un classico e che finalmente sono riuscito a recuperare! La mia ignoranza ludica sui vecchi titoli si è ridotta di un granello e devo ammettere che ne è valsa davvero la pena. Giocato in cinque, che credo sia la configurazione migliore per apprezzarlo, e sfruttando la bigbox del buon Meeple con la camicia, aggiungendo qualche nuova legge delle espansioni. Piazzamento lavoratori in cui il valore dei cavalieri utilizzati permetterà di ottenere azioni esclusive ed eventualmente influenza dei signori dei feudi. Avere influenza permetterà a ogni round di promuovere o abrogare le leggi per fare spazio a quelle nuove, le quali restituiranno punti vittoria per determinate condizioni raggiunte. Gioco a tratti feroce, che merita davvero di essere rigiocato.

Scout

Giochino di carte della Oink Games che a mio avviso dura un pelino troppo. Non ricordo quanti round sono, ma ricordo che mi sono alzato dal tavolo con la sensazione di esserci stato seduto il doppio di quanto avrei voluto. Sostanzialmente hai una mano di carte che non puoi riorganizzare in alcun modo. Solo all’inizio puoi decidere se tenerla in un verso o sottosopra, questo perché le carte riportano dei valori da uno a dieci, sia da un verso che dall’altro. Lo scopo sarà quello di calare carte con un valore maggiore di chi ti ha preceduto, utilizzando scale o più carte dello stesso valore, ma ovviamente le carte potranno essere giocate solo se adiacenti fra di loro. Una sorta di poker dove però è innegabile che ci sia bisogno di una buona dose di culo. Scusate la franchezza.

One Night Ultimate Werewolf

Altro gioco a ruoli nascosti in cui bisognerà trovare i licantropi. Party game in cui più si è meglio è, dove le peculiarità di alcune carte permettono di scambiarle in una fase in cui tutti hanno gli occhi chiusi. Cioè, mi spiego meglio, può essere che tu sia un cacciatore inizialmente, poi senza rendertene conto ti ritrovi licantropo. Partite ultra veloci, 5 minuti forse, e buon riempitivo quando si è in tanti.

Alien frontiers

Finalmente l’ho rigiocato! L’ultima volta credo sia stata cinque o sei anni fa. Piazzamento dadi a tema fantascientifico, in cui lo dico sarà quello di creare tutte le proprie colonie su di un pianeta. Gioco di gestione risorse, gestione carte, poteri asimmetrici se si utilizza una delle espansioni.

Molto molto figo, ma non mi sento di consigliarlo in quattro giocatori per via di un discreto downtime. Difficile da trovare, se non a prezzi proibitivi.

Alhambra

Altro granello tolto dalla mia ignoranza ludica, gioco di piazzamento tessere che a differenza di tanti giochi, qui non puoi ruotare. Vanno messe così come si pescano. Bisognerà costruire un quartiere di Alhambra, cercando di ottenere le tessere più vantaggiose, scartando carte del valore e del colore adeguato. Scartare carte con il valore preciso della tessera da acquistare (cosa non così semplice) permetterà di risolvere due azioni anziché soltanto una durante il proprio turno.

Ok, se ti va di sfiga con le carte non hai speranze, ma che bello è questo gioco?

Colosseum

Non ho mai riso così tanto a un tavolo! Ok, naturalmente la stragrande maggioranza del merito è dei compagni di gioco, ma questo titolo si presta davvero bene allo scopo. Bisogna soddisfare le richieste per allestire degli spettacoli a cui fare assistere Giulio Cesare, mercanteggiando con gli altri giocatori risorse utili ai propri scopi. Naturalmente barattare oggetti innescherà tutta una serie di insulti e ripicche fra i giocatori, che sono il bello del gioco. Ah sì, dura uno sproposito a mio avviso, però mi sono divertito.

Solo veri VIP al mio tavolo!

Candy Lab

Prima di giocarlo pensavo fosse una schifezza e invece mi sono dovuto ricredere. Non fraintendetemi, non è chissà che gioiello, ma funziona e fa il suo. Interazione feroce ma con il sorriso stampato in faccia, quando giochi carte per raccogliere “caramelle” e rifili agli avversari colpi bassi. Infatti, quando raccolte le caramelle, si attivano gli effetti stampati sulle stesse come scambi di carte, restituzione caramelle e carte dalla propria mano e via andare. Meno banale di quello che ci si possa aspettare.

Imhotep

Gioiellino ambientato nell’antico Egitto dove i giocatori vestiranno i panni di costruttori alle prese con le meraviglie dell’epoca. Lo scopo sarà ovviamente quello di ottenere il maggior numero di punti a fine partita. Nel turno si potranno ottenere risorse oppure piazzarsi sulle canoe pronti per il viaggio verso i cantieri. Una volta che le imbarcazioni saranno piene chi sarà alla guida (il primo che si sarà piazzato sulla barca) deciderà dove viaggiare per assicurarsi un posto nei cantieri migliori. Si gioca sempre con vero piacere.

No, non è finita così, ha accumulato ulteriore ritardo…

Tornare alla normalità

Dopo l’avventura a Pescara e soprattutto aver accumulato con il Frecciarossa circa un’ora e mezza di ritardo, fra andata e ritorno, si torna alla normalità e a giocare con il mio solito gruppo di amici.

Non ho fatto foto a Carcassonne, quindi beccatevi la Gricia

Carcassonne

Hai poco tempo e non sai cosa giocare? Allora vai di Carcassonne, classico di piazzamento tessere che non può mancare nelle librerie di ogni appassionato. Peschi una tessera e la piazzi dove e come meglio preferisci, rispettando contorni e immagini, poi se vuoi piazzi uno dei tuoi meeple. In base a come lo piazzi questo meeple sarà un contadino, un ladro, un cavaliere o un monaco. A seconda delle diverse condizioni potrai fare punti durante la partita o alla fine, quando l’ultima tessera sarà stata piazzata. Classico intramontabile che regge fino a cinque giocatori, ma che tutti sanno che dà il meglio in un uno contro uno. Interessanti anche le diverse espansioni che aggiungono ulteriore variabilità.

Celestia

Sapete cos’è un push your luck? Sette e mezzo, il gioco di carte, è il push your luck più famoso fra i non giocatori. Quanto puoi spingerti oltre a chiedere carte prima di sballare? Ecco, Celestia è la stessa cosa, ma con un sistema di gestione del mazzo di carte diverso. A turno i giocatori vestiranno i panni del pilota di un vascello aerospaziale che dovrà assolvere a delle missioni, tirando il dado e pagando obbligatoriamente le risorse richieste e scartando carte dal proprio mazzo. Gli altri giocatori, i passeggeri, dovranno decidere se fidarsi del capitano o scendere sull’isola in cui si trovano. Più andrà avanti l’astronave più alto sarà il range di punti che si potranno guadagnare, ma se il capitano non riuscirà a pagare le risorse, lui, l’astronave e tutti quelli che sono a bordo, precipiteranno a mani vuote. Gioiellino.

The Resistance: Avalon

Sua maestà Avalon: il miglior gioco a ruoli nascosti di sempre. Almeno secondo me, ma credo anche la stragrande maggioranza delle persone che lo hanno provato. Avalon, o meglio, The Resistance: Avalon, è un gioco a tema medioevale in cui le due fazioni a confronto vestiranno i panni dei personaggi dell’omonima epopea. I seguaci di Mordred e quelli di Artù dovranno decidere chi mandare in battaglia, cercando di intuire dalle loro decisioni chi farà parte di una fazione e chi dell’altra. Un gioco di bluff che porterà a dubitare di chiunque al tavolo. Splendido. Clamoroso se giocato almeno in 8 giocatori.

Colt Express

Avete presente i vecchi western con l’assalto al treno da parte dei banditi? In questo gioco noi saremo quei banditi, ognuno con una propria abilità speciale. Lo scopo sarà quello di raccogliere diamanti, sacchi di denaro o valigette, disseminati nelle varie carrozze. Per farlo giocheremo carte ad ogni turno che ci permetteranno di raccogliere denaro, camminare, salire sul tetto della carrozza, colpire con un pugno, sparare o muovere lo sceriffo. La particolarità? Dopo aver giocato tutti i turni richiesti per il round (in numero variabile e con condizioni sempre diverse) si risolveranno le azioni giocate. In pratica un gioco di programmazione con delle variabili nascoste che influenzeranno anche le proprie scelte. Dire che è incontrollabile è un eufemismo, ma nonostante questo, Colt Express è un titolo davvero molto divertente. E poi, come resistere a quel treno?

Giochi Ducali

Approfittando di una giornata serena, sono andato a Vigevano il 25 settembre ai Giochi Ducali, evento ludico molto figo organizzato dall’associazione Dadi Ducali. È un ritorno per me, che ero già stato presente nel 2019, e che oggi come allora mi ha profondamente colpito per la bellezza del castello e il clima che si respira ai tavoli. Ho rivisto degli amici che solitamente incontro nelle grandi occasioni, che è sempre un piacere, e alcuni degli scappati di casa con cui mi ritrovo a giocare solitamente. L’unica nota stonata: Ci ho messo la bellezza di 55 minuti ad arrivare, nonostante si tratti di circa una trentina di chilometri! L’evento resta comunque bellissimo, sicuramente per la cornice, ma soprattutto per la disponibilità degli organizzatori, davvero molto simpatici e gentili.

Wacky Races

Chi non ricorda Dick Dasterdlay e tutti gli altri personaggi del fortunato cartone animato? In questo gioco ci si sfida su di un circuito con una meccanica semplice: scarti una carta di un colore per muoverti su di una casella di quel colore. Il primo movimento non è nemmeno subordinato al colore, basta scartare una carta qualsiasi. Ci sono poteri speciali che richiamano le abilità dei personaggi della serie, ma per il resto il gioco è davvero troppo easy.

Effetto nostalgia a parte, non mi sento di consigliarlo. Considerate che ci ho fatto tre partite nel tempo e amavo il cartone, ma anche no.

La famiglia!

Wingspan

Il gioco degli uccelli! Un gioco molto elegante a mio avviso il cui scopo è collezionare volatili di varie tipologie, cercando di fare il maggior numero di punti per uova, carte e obiettivi di inizio partita. Costruire un buon motore di gioco sarà il sistema per ottimizzare le proprie azioni, sfruttando le abilità dei pennuti a nostra disposizione. Semplice e alla portata di tutti, ma con un bel problema a monte: ma davvero un gioco sugli uccelli? La tematica lo rende un gioco poco appetibile ai più. Peccato, perché è davvero un bel gioco.

Suburbia

Un piazzamento tessere in cui dovremo costruire la nostra città, con un occhio sempre aperto verso quelle degli altri giocatori. In base a dove verranno posizionate le tessere si potranno ottenere benefici in termini di punti o denaro, ma anche dei malus. Il sistema di punteggio molto interessante perché livella e corregge l’eventuale fuga di un giocatore, diminuendone le statistiche delle rendite. Bello il senso di crescita e bella anche la lotta al raggiungimento degli obiettivi comuni e personali. Ottima variabilità per un titolo tutto sommato veloce da giocare e che regala sempre bei momenti al tavolo.

non c’entra nulla la foto, ma secondo me ci sta

Adesso non è che…

…vi dovete aspettare un articolo di questo tipo ogni mese. Anche perché solitamente gioco molto meno! Però sarei davvero curioso di sapere se vi è piaciuto e se vi farebbe piacere leggere qualcosa di simile in futuro. Magari qualcosa anche di meno lunghetto, dato che vi conosco, poverini, che altrimenti vi stancate a leggere tante parole una dietro l’altra! 

ah, visto che tanto sono sicuro che quasi nessuno sarà arrivato a leggere fino a qui, spero non vi dispiaccia se aggiungo qualche parola chiave per fare felice la Seo tipo: Listone Giochi Settembre Listone Giochi Settembre Listone Giochi Settembre Listone Giochi Settembre Listone Giochi Settembre Listone Giochi Settembre Listone Giochi Settembre Listone Giochi Settembre Listone Giochi Settembre Listone Giochi Settembre. Ho un disturbo ossessivo compulsivo che non mi permette di pubblicare un articolo se non perfettamente indicizzato!