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IdeaG 2025 – A Ognuno il Proprio Eroe

Sono tornato anche quest’anno a Parma per il 20° Incontro Nazionale delle Autrici e degli Autori di Giochi, ovvero: IdeaG!
La mia settima edizione nazionale! Inizio quasi a sentirmi un veterano, vecchio, stagionato o, se preferite, profondo conoscitore dell’ambiente. Un esperto, se vogliamo, non di giochi forse, ma di come si sta a un tavolo per fare del playtest sì.
E quindi, voi direte: “Ne avrai fatto una miriade di playtest, giusto?”

No

Non prendiamoci in giro, sono sempre stato uno scansafatiche che approfitta di queste occasioni per rivedere amici, mangiare e bere senza alcun ritegno. Tuttavia, nonostante abbia giocato poco, devo ammettere di aver giocato bene.
Diciamo che quest’anno ho puntato più sulla qualità che sulla quantità!

A differenza degli anni passati, dove ho scritto migliaia di righe per ogni report, addirittura in un caso facendo due articoli (vedi qui e qui), raccontando con minuzia di particolari i regolamenti di tutti i giochi provati, quest’anno ho deciso di tornare alle origini con articoli meno voluminosi e più immediati. Solo un breve accenno a ogni gioco provato, anche perché tanto poi le regole da qui ai prossimi mesi cambieranno in un battito di ciglio. Ah, probabilmente sarò ancora più dispersivo del solito, ma ormai immagino mi conosciate abbastanza…

Appena arrivato. Ancora poca gente a IdeaG

Sabato

Il sabato a IdeaG è da sempre il mio giorno preferito, perché solitamente ho la forza di affrontare i giochi che più amo, quelli corposi e impegnativi da almeno 4.0 su BGG. Ecco, solitamente dicevo, certo che se però parti da casa con poche ore di sonno in saccoccia, non è che disdegni partire con cosine più light. Quindi, ho saltato dritto ignorando ogni ben di Dio che mi si parava davanti agli occhi, che anche solo sembrasse più complesso di un Carcassonne.

Pirati e Farfalle

No Prey No Pay

Ho ritrovato il caro Emanuele Briano, e dopo averci scambiato due chiacchiere, mi sono seduto a provare No Prey No Pay.
In questo gioco, i giocatori vestono i panni di pirati intenti a dividersi il bottino delle loro razzie, ma dove spesso capiterà di lasciare qualcuno al tavolo a mani vuote. Ci sono diverse carte che daranno punti a fine partita per dei set collection, maggioranze e altre condizioni. Soltanto i più bravi a fare previsioni potranno accedere al bottino. I giocatori disporranno di carte con sopra riportati dei valori da 1 a 3, uguali per tutti, e dopo averne giocata una a ogni turno dovranno scommettere sul valore totale di tutte quelle in gioco. In base a chi si sarà avvicinato di più al valore totale, i giocatori avranno la possibilità di raccogliere dal tavolo il bottino, che sarà in quantità limitata a ogni round. Ho avuto l’impressione che il gioco non avesse bisogno di alcun intervento e che fosse già pronto per essere piazzato a qualche casa editrice. Non mi è dispiaciuto.

Butterflowers

Curiosando qui e là, vagando tipo The Walking Dead tra i tavoli, vengo attratto da quello del buon Filippo Landini per provare il suo Butterflowers. In questo gioco bisogna collezionare principalmente carte con fiori e farfalle, sbloccare delle milestone per acquisire nuove abilità e poter agire su di un mercato comune, dove far crescere il valore delle varie tipologie di farfalle. Interessante la gestione delle presa delle carte, condizionata dai simboli presenti sulle stesse, rappresentanti l’alba, il sole di mezzogiorno e il tramonto, che ti obbligano a prendere soltanto carte dello stesso tipo. Lasciate perdere il discorso farfalle e fiori, che immagino possano attrarre quanto una visita dall’urologo, ma questo gioco è a mio avviso davvero ben fatto e, con qualche limatina, sono sicuro ne uscirà un buon prodotto.

IdeaGDR

Quest’anno, per la prima volta, a IdeaG, era presente un distaccamento dedicato al GDR! Sei o sette tavoli dedicati al playtesting del Gioco di ruolo in un’altra saletta, meno caotica delle altre ma carica di magia. Ho soltanto incrociato Mauro Longo, uno degli artefici di questa innovazione, senza però poter scambiare nulla di più che due parole. Immagino comunque la sua emozione e soddisfazione nel vedere realizzarsi un passo così importante. Così, passeggiando curioso fra i tavoli, ho assorbito tutto l’entusiasmo di quel manipolo di autori, lasciandomi coinvolgere nel loro mondo e raccogliendo i loro feedback (molto positivi) sull’evento. Non ho giocato a nulla, mi sono limitato ad ascoltare un paio di idee e ne sono uscito soddisfatto.

Ground Zero

IdeaG è una polveriera di menti in costante lavoro, puoi quasi sentire gli ingranaggi che stridono i loro denti mentre ruotano, al quale solo gli autori più navigati sanno porre rimedio “lubrificando” con una buona birra. È il caso del mitico Simone Cerruti Sola, che dopo qualche anno ritorna in quel di Parma e subito mi propone una bella bevuta, non prima però di testare il suo ultimo gioco: Ground Zero. Un gioco di gestione e piazzamento dadi dove lo scopo sarà quello di fondare un’accademia della magia. Sarà nostra cura sviluppare i vari attributi, gestendo anche quelli di luce e oscurità, bene e male, cercando di bilanciare in un perfetto equilibrio ogni cosa.

Non posso scendere maggiormente nei dettagli senza dover scrivere un romanzo. Premesse buone, c’è ancora da lavorarci, ma visto il nome dell’autore, sono sicuro che verrà fuori qualcosa di buono.

Sabbia e Mana

Castelli di Sabbia

Dopo la pausa dissetante, si torna in sala a provare cinghialoni! Scherzo, non è vero, mi fermo dal mitico Filippo – Jack Black – Brigo a provare un gioco di carte, Castelli di Sabbia, fatto in collaborazione con Francesco Corato, per un target dichiarato di 7+, ma che ha intrattenuto piacevolmente anche un 47+ come il sottoscritto. Meccaniche semplici: peschi delle carte, giochi quelle con gli stessi numeri presenti sul castello di sabbia, andando a completare la struttura e attivi i poteri per stimolare un’interazione diretta, spietata ma divertente. Non male, dai!

Non ricordo il nome

Poi, con il grandissimo Tommaso Vezzali, ci siamo appropriati di mezzo tavolo e abbiamo provato un suo gioco (lo aggiungo dopo che ora non ricordo il nome). Un gioco di quelli che di solito rifuggo come la peste! Non amo i giochi di carte in generale, se poi sono vagamente di carte collezionabili, uno contro uno, sento del dolore fisico anche solo a stargli vicino. Però questa volta ho sopportato, dopo tutto, il playtester a IdeaG è al servizio dell’autore! E poi, col senno di poi, non mi è andata neanche così male. Questo gioco mi ha mostrato in pochi turni una fase di crescita esponenziale, dove, dopo una prima mano esplorativa, un po’ lenta, ne è seguita un’altra più veloce e appagante, regalandomi delle buone sensazioni.

Il sistema di attivazione a modi tris delle nove carte disposte in una griglia tre per tre, permette di accumulare risorse e mana per poter migliorare al mercato le proprie carte, oppure risolvere le missioni prima dell’avversario, sfruttando altre intuizioni, che per brevità, non sto qui a raccontare. Questo gioco mi ha colpito soprattutto per l’impressionante quantità di carte già pronte e, a occhio inesperto quale può essere il mio, già ben bilanciate.


E pensare che questo genere di giochi solitamente mi fa ca… capire quanto i gusti dei giocatori possano essere condizionati dalle esperienze negative pregresse, e che non è detto che un buon gioco non possa farci ricredere. Bisogna sempre dare delle seconde chance!

Quindi ho dato una seconda chance anche al barista, bevendo un’altra birra, questa volta con una nuova crew.

A IdeaG solo per giocare. Sì…

Il Mio Preferito

Per riprendermi dalle mille fatiche, ne ho approfittato per andare a fare il check-in al mio albergo. Sì, perché per la prima volta non sono rimasto nello stesso hotel dove si svolge l’evento. Ho trovato un’offerta migliore in una struttura molto vicina e con i soldi risparmiati mi ci sono pagato la cena. No, non scenderò nei dettagli dei prezzi, ma ne è valsa la pena.

Manarola

Mezz’ora dopo, sono nuovamente ai tavoli, giusto in tempo per poter provare il mio gioco preferito di questa edizione di IdeaG. Due giovani e acerbi autori, come Walter Obert e Carlo Lanzavecchia, mi portano a Manarola. Un gioco scenografico che soltanto due menti geniali come le loro potevano partorire. Oltretutto, gioco non registrato nel listone dei prototipi e con le plance disegnate al momento su dei pezzi di carta, perché il regolamento vero e proprio è stato definito quella mattina stessa…

Immagine presa da internet

A turno, ogni giocatore può eseguire 4 azioni, fra cui prendere un edificio, posizionare un edificio, prendere un contratto, prendere un oggetto fra un gatto, un gabbiano e un omino. Sì, possono fare più volte le stesse azioni, ma con una riserva limitata dove stipare le cose. Lo scopo è quello di ricreare le condizioni dei contratti, rispettando posizione, colori, presenza di oggetti e portoni, negozi o finestre, cercando di ottimizzare il più possibile le proprie mosse. Man mano che il gioco prosegue, la città si costruisce davanti ai propri occhi, regalando uno scorcio esattamente uguale alla realtà. Sono due geniacci e io non vedo l’ora di poterlo giocare nuovamente!

La Cena e la Cialtronata

Ironicometro valore alto
Per informazioni clicca qui
La Cena

Arriva il momento più bello della giornata, ovvero quello dove si mangia! Anche quest’anno mi ritrovo a cena con Luca Ciglione di Giochi Sul Nostro Tavolo, Nicola il Green Player e Stefano il Boardgamer di Montagna. Siamo così male assortiti e casinisti che pariamo Abatantuono and Company in Attila il flagello di Dio. Per fortuna i nostri Unni sono Claudia, Licia, Christian e Sara che alzano un pochino il livello (solo un pochino), ma non basta ad evitarci le occhiatacce della proprietaria. Quest’anno siamo andati a mangiare in un posto sperduto trovato all’ultimo momento, perché la bettola dove eravamo stati l’anno scorso ha chiuso, probabilmente per la vergogna, subito dopo averci ospitati l’ultima volta. In questa nuova location (voto diesci) ho potuto apprezzare specialità del luogo come il risotto taleggio e radicchio, annaffiato da dell’ottima acqua.

Nient’altro da segnalare, se non che per la fretta di tornare in albergo siamo andati via senza salutare Sara, che ho scoperto soltanto in un secondo momento essere colei che sta dietro il profilo Instagram I Giochi di Sasha. Adesso capisco come mai ricorreva spesso nei discorsi della serata!

Nicola Mosca che istiga alla violenza contro un altro tavolo
La Cialtronata

Ma perché tutta sta fretta di tornare a IdeaG? Perché per le 21 era prevista la cialtronata! Ora, per chi non è mai venuto in passato a un’IdeaG nazionale sarà difficile comprendere questa cosa, ma IdeaG, oltre che un ritrovo di grandi autori, è anche un ritrovo di gran cialtroni! La sera si organizza uno spettacolo dove i partecipanti, solitamente, collaborano fra loro per la creazione di un gioco da tavolo, sfidando gli altri tavoli a suon di esposizioni surreali, urli, insulti, ululati, incitamenti e applausi vari. A presentare la serata un impeccabile Luca Borsa, stimato concittadino e gran visir di tutti i cialtroni di IdeaG!

Appena arrivati, e dopo aver rovesciato acqua sul tavolo e preso a insulti gli altri presenti, accogliamo Chiara de Le Recensioni di Chiara, per creare una super squadra capitanata dal sottoscritto.

Le interviste di IdeaG mentre la gente dorme!

GLI INCONTINENT CREATOR

Purtroppo, nonostante un’idea brillante, la realizzazione di un prototipo perfettamente funzionante e l’ottima e impeccabile esposizione del sottoscritto, non abbiamo vinto, giungendo però a un rispettabile secondo posto. Ho provato in tutti i modi a farmi amico la giuria e il pubblico, esponendo la mia teoria secondo cui per creare un gioco di successo quelle che contano veramente sono le recensioni degli influencer e le loro storie su Instagram, e che essere autori è sopravvalutato, ma nonostante tutto ci hanno preferito altri. Per la cronaca, ha vinto una squadraccia capitanata da Riccardo Vadalà e sovvenzionata dai soldi di Max Calimera, che dopo aver unto la giuria e soprattutto il super giurato editore Silvio Negri Clementi, promettendo una prossima uscita della rivista Io Gioco interamente e unicamente dedicata a Pendragon Game Studio, ha avuto gioco facile. A tal proposito, chiedo ufficialmente indietro i soldi che ho allungato alla giuria per vincere il primo premio! Comunque, se volete una panoramica dettagliata del nostro gioco, lo trovate nella seconda parte del video di Chiara cliccando qui. Potete cogliere le mie indiscusse doti oratorie che mi hanno valso un premio speciale della critica, per la migliore presentazione.

Premio speciale della giuria. Un gioco di Luca Bellini. In russo!

Cinque o sei anni fa avrei fatto le quattro del mattino a giocare, per macinare quanti più giochi possibili, ma a mezzanotte e cinque sono già in debito di ossigeno. Scambio due chiacchiere con Licia Cavallini e Christian Viaggio, i mitici ragazzi di Salso Ludix, che quest’anno hanno curato i social di IdeaG durante tutta la kermesse. Bevo qualcosa, annuisco e rispondo con sciocchezze a domande intelligenti, saluto e poi quasi senza accorgermene mi ritrovo in camera mia, pronto per andare a dormire.

Cose che capitano. Spesso. Solo a me!

Domenica

Rinvigorito dal sonno e dall’abbondante colazione, torno alla carica ai tavoli di IdeaG. Il mio programma è sempre lo stesso di tutti gli anni: si gioca fino all’ora di pranzo, poi si torna a casa.

Golden Acorn

Trovo il carissimo Luca Zack Piran e il suo splendido gioco Day Zero, un american che tanto attira sia per la veste grafica che per l’idea di gioco in sé. Ho declinato l’offerta di provarlo, consapevole dello scarso apporto che avrei potuto dare in termini di playtesting, ma ho potuto provare, sempre dell’autore, un bel gioco di corse di nome Golden Acorn. Ambientato in un bosco, si tratta di un gioco di gestione mano di carte, con una parte interessante di programmazione del turno, sia per quanto riguarda la carta da giocare nel turno successivo, sia nella scelta di dove posizionare il proprio segnaposto su di un lato o l’altro del ramo.

Se decidiamo di partire in posizione più avanzata per ottenere maggiori risorse ghiande (vero e proprio carburante del gioco), poi muoveremo la nostra pedina senza alcun vantaggio, mentre invece, se lo posizioniamo più indietro, potremo avanzare più velocemente, sfruttando dei boost, ma a costi più alti in termini di ghiande. Gioco pulito e piacevole, soprattutto per chi al tavolo apprezza le sportellate, con situazioni di gioco forse un po’ troppo al limite della controllabilità, per via delle abilità asimmetriche dei giocatori e dall’interazione diretta che ne scaturisce, ma davvero divertente. Bella idea, bravo!

Tobia Botta

Finalmente Tobia

Io e Tobia Botta abbiamo sempre un appuntamento fisso le domeniche a IdeaG, perché lui prende sempre il tavolo quel giorno, dedicando il sabato a playtestare i giochi degli altri, mentre io la domenica solitamente non riesco a provare roba troppo complessa, spesso sfatto dal giorno prima. I suoi giochi sono perfetti, mazzetti di carte con poche regole, ma davvero geniali.

Jinn

Anche qui non entrerò troppo nello specifico, altrimenti non finisco più di scrivere, ma da lui ho potuto provare Jinn, un gioco di prese dove puoi giocare carte davanti a te o agli avversari in base ai colori, e che alla fine del round, chi ha davanti a sé il numero più alto, prende una carta tesoro, così poi il successivo e così via. Se la carta tesoro indica un 3, ad esempio, i 3 giocatori con la carta più alta della manche prenderanno ognuno un tesoro. Nella sua semplicità si è rivelato essere un gioco preciso e divertente.

Colorzilla

Poi abbiamo provato Colorzilla, il mio preferito del trittico, che però richiede ancora un po’ di lavoro di sviluppo. Un uno contro tutti, formato da un mazzetto di carte che riportano da un lato sei tipi diversi di colori. Un giocatore interpreta Godzilla che entra in città, giocherà una carta coperta dalla propria mano, vincolato da una sequenza di colori obbligatoria preventivamente visionata, che lo obbligherà a giocare seguendo un ordine senza mai cambiarlo durante tutta la partita. Gli altri giocatori, ignari dell’ordine dei colori, dovranno rispondere, carta su carta, confrontandosi e giocando a loro volta una carta. Se i colori saranno uguali, Godzilla subirà un colpo, altrimenti proseguirà nella propria avanzata.

Una ricerca del codice colori alla Mastermind per cercare di intuire le mosse dell’avversario, ma pur sempre condizionato dalle carte nella propria mano. Credetemi, è molto più semplice di come l’ho spiegato io, ma non vorrei dilungarmi troppo, anche perché i regolamenti dei prototipi evolvono durante la fiera stessa!

Bonzo Gonzo

Terzo gioco provato sul wrestling Bonzo Gonzo, anche qui un’idea meravigliosa e che secondo me diverte tantissimo, ma che ha bisogno ancora di qualche aggiustatina. Partendo con delle carte disposte casualmente in una griglia, con i colori dei giocatori e valori da 1 a 5, puoi eseguire una delle due mosse: atterrare l’avversario adiacente con il valore uguale o più basso del tuo, ma nel farlo ti giri di spalle modificando il tuo valore di forza in zero, e quindi a tua volta rischi di essere schienato, oppure ti sposti su uno spazio libero della griglia. Dopo il test, abbiamo discusso sulla possibilità di aggiungere un sistema di punteggio e sulla possibilità di non avere il controllo solo dei lottatori di un determinato colore, ma di poter utilizzarli tutti. Moooolto promettente!

Il gioco che non fa per me

Everything, Fast!

Poi sono finito da Dario Massa per provare ancora tre giochi, sempre di peso light. Il primo è una bomba: Everything, Fast!, che a mio avviso potenzialmente può spaccare. Un party game in cui tutti devono liberarsi delle proprie carte in mano, scartandole al centro del tavolo seguendo delle regole per ogni figura. Tipo, ad esempio, la carta Scala, che puoi scartarla solo liberando il centro del tavolo di un set di tre carte dal valore in scala (per l’appunto), oppure la carta Re, che può essere giocata solo se è l’unica presente in quel momento sul tavolo, senza che ce ne sia presente nemmeno una con le sue stesse caratteristiche (Re, Colore, Valore). Questo gioco non fa per me, così come non fanno per me altri giochi come Dobble, perché mi sento frastornato cercando di decifrare le carte che ho in mano, mentre vedo gli altri scartarne come se non ci fosse un domani. Non è un gioco per vecchi, ecco, però secondo me spacca davvero!

Please Understand

Poi ho provato un altro gioco: Please Understand, dove a ogni giocatore viene assegnata una carta regola, sul cui retro dovrà posizionare degli oggetti di partenza che possano rispondere alle domande sì o no. Se la mia regola, ad esempio, è “si trova in una casa”, assegnerò il libro e le fragole sul sì, il motore e la rana sul no. Gli altri giocatori chiederanno dove andranno posizionati gli oggetti che a loro volta passeranno, e man mano, andando a riempirsi il tavolo di oggetti disposti sui vari sì e no, bisognerà cercare di intuire la regola alla base di ogni ragionamento.

Per ammissione dello stesso autore, è impensabile indovinare le regole, se non dopo lunghi e svariati tentativi, e la presenza di oggetti difficilmente assegnabili alle due semplici categorie ne aumentano la difficoltà. Tuttavia, non è impensabile riuscire a risolvere una o due carte, e farlo è anche piacevolmente gratificante. C’è da lavorarci, però mi intriga.

A Strange Town

Dell’ultimo gioco, A Strange Town, in realtà ho seguito solo la spiegazione e il primo turno, perché mi stavano aspettando per altro. Un giocatore interpreta la parte di un abitante di una città dove ci si esprime con dei modi di dire particolari. Gli altri, i forestieri, devono porgli delle domande e cercare di integrarsi nella città. In base alle risposte, si dovrà giungere a comprendere il loro modo di esprimersi. Ad esempio, se devo rispondere mettendo nella frase sempre almeno un colore e un giocatore mi chiede che tempo fa, io risponderò che è una giornata grigia. Se mi chiedono quale manga sto leggendo, io rispondo che sto leggendo One Piece, ma che sono nero perché non finisce più, ecc… Un gioco particolare, che ha la caratteristica di essere formato da pochissime carte, perché ne servirà una per ogni round, ma che potrebbe funzionare più come print and play che come prodotto da mettere in vendita!

In un mondo di Batman io voglio essere…

Ho mentito all’inizio, lo avevate capito vero? Ho detto che sarei stato breve e invece non ce l’ho fatta, mi sono fatto trasportare dai ricordi e ho iniziato a scrivere. Mica è facile però, provateci voi ad avere un’esplosione di emozioni da raccontare e doverle invece contenere! Ammetto che ho parlato poco dei giochi, preferendo concentrarmi di più sul resto, per il semplice fatto che ha poco senso parlare di regolamenti, quando questi variano in continuazione. Basta dare un’idea di massima e un’impressione, senza scendere troppo nei particolari.

Foto rubata dai social di IdeaG, non diteglielo!

E poi, parliamoci chiaro, a IdeaG non ci vai solo per giocare, ma per poter vivere e condividere attimi di puro divertimento insieme ai tuoi eroi. Perché io da piccolo non volevo essere Batman, io volevo essere Pestrin!

Gioco spaziale di Nestore Mangone e Tommaso Battista a IdeaG 2023

IdeaG 2023: non ho più il fisico

L’anno scorso non mi sono limitato a scrivere un articolo con il report di Ideag, ma ben due, entrambi abbastanza corposi e pieni zeppi di giochi. Questo dovrebbe far capire quanto ci abbia dato dentro a provare prototipi. Quest’anno invece ve ne propongo soltanto uno con pochi titoli, e anche questo dovrebbe far capire molte cose!

Badge per iscrizione a IdeaG 2023

Non ho più il fisico 

Teoricamente avrei potuto iniziare a scrivere di IdeaG già da domenica, essendo tornato a casa presto, ma la stanchezza e la voglia di far riposare il cervello hanno avuto la meglio. Che poi sta cosa che sono fuori forma l’ho intuita fin da sabato, quando a cena ho scoperto che Andrea Dado aveva testato qualcosa come quattordici prototipi. Il doppio del sottoscritto! 

Luca Borsa IdeaG 2023
Una foto con il grande Luca Borsa! E quando mi ricapita?!

Prima però: cos’è IdeaG? 

IdeaG, lo dico per quei pochissimi lettori che ancora non lo sapessero, è l’incontro tra autori di giochi da tavolo organizzato da SAZ Italia, la sezione italiana dell’associazione internazionale autori di giochi da tavolo. Quello di Parma è l’evento nazionale in cui arrivano autori da tutta Italia con i propri prototipi, ma non l’unico, infatti durante l’anno si tengono altri incontri, più piccoli, sparsi in quasi tutte le regioni. IdeaG è una macchina ben oliata, in continuo movimento e che cresce di anno in anno. Basti pensare che questa edizione ha visto più di 160 autori, circa 90 playtester e la presenza di 24 case editrici con più di 50 operatori! Fra tutti gli organizzatori da elogiare scelgo il mio caro amico Matteo Sassi perché so l’impegno e le ore passate negli ultimi mesi ad assicurarsi che tutto andasse per il meglio. 

Perché IdeaG è un evento irrinunciabile?

Partecipare come autore a IdeaG permette di accrescere le proprie conoscenze in ambito ludico, superando i propri limiti, facendosi aiutare a guardare le cose da altri punti di vista. Non solo, IdeaG permette agli autori, aspiranti o già affermati che siano, di mostrare alla comunità ludica il proprio lavoro affinché gliene venga attribuito il merito. Perché? Semplicemente perché è il metodo migliore per tutelare il lavoro di un autore di giochi, in quanto non c’è possibilità di brevettare un gioco da tavolo

Partecipare come playtester permette agli appassionati di fare parte del processo creativo che sta dietro la nascita di un gioco da tavolo, spesso marginalmente, ma qualche volta anche in maniera determinante. In una IdeaG puoi alzare lo sguardo e cogliere le idee che fluttuano sopra ogni tavolo, seguirne il flusso e sentirti parte di esse. Puoi essere presente alla nascita di un gioco da tavolo e poter dire: “ehi, l’ho giocato prima che uscisse!”

Blogger in giro a IdeaG 2023
Sti maledetti blogger… Rovineranno il mondo!

Bando alle ciance

Ok, l’ho tirata troppo per le lunghe, ma ci tengo a queste formalità. 

La mia IdeaG inizia col botto. Una volta arrivato, prima ancora di poter fare il check-in, vengo tirato per mano al mio primo tavolo. Cioè, non ho nemmeno fatto tre passi che già mi ritrovo seduto, ma diciamo pure che non ho opposto poi molta resistenza.

Tommaso Battista e Nestore Mangone a IdeaG 2023

S*****genesi

Dalla coppia Tommaso Battista e Nestore Mangone, questo gioco a tema spaziale mi ha colpito come uno schiaffo, non lasciando nemmeno il tempo di capire dove fossi. Il titolo l’ho occultato per ragioni che non vi sto a dire…

Gioco spaziale a IdeaG 2023

Che poi io questo gioco l’ho cercato nella lista dei prototipi per vedere se c’era un altro nome, ma non l’ho trovato. Dopotutto si tratta di un prototipo davvero molto fresco e con ancora parecchio da sistemare, ma che lascia già intravedere delle soluzioni davvero molto interessanti. Non che mi aspetterei nulla di diverso, viste le abilità dei due autori. L’idea di asteroidi che colpiscono i pianeti portando la vita, ma solo se si riesce a stare entro un range di temperatura, mi è piaciuta molto. 

Alma Ata

Alma Ata a IdeaG 2023

Magicamente si sono già fatte le undici e non ho ancora fatto più di tre metri dentro il salone! Esco un attimo a completare il check-in, metto la maglietta d’ordinanza del blog, e vado a trovare il buon Carlo Camarotto che in coppia con Francesco Testini propone un gioco per due giocatori.

Un family plus di gestione carte con un set collection molto interessante, soprattutto per l’idea dei moltiplicatori limitati per i punteggi. L’idea è quella di acquistare merci dalle bancarelle, sfruttando un unico compratore che di fatto dividerà queste ogni volta fra i due giocatori. Le azioni, mediante l’utilizzo di carte, determinano il sistema di suddivisione delle merci, offrendo spunti di riflessione intensi. Le stesse carte, se non scartate per fare le azioni, si potranno utilizzare per fare punti… Altra cosa degna di nota sono le merci contraffatte, cubetti tarocchi che appesantiscono il proprio bottino e che innescano una bella situazione di push your luck. 

Plancia di Alma Ata a IdeaG 2023

L’unico difetto riscontrato è la durata leggermente superiore a quanto ci si aspetterebbe da un gioco di questo tipo, ma nulla che non sia facilmente risolvibile. Un gioco davvero ben realizzato.

Proseguendo nel mio girovagare, faccio finalmente il giro dei saluti, incontrando vecchi e nuovi amici e curiosando qualche tavolo. In realtà si è fatta già una certa e quindi vado a pranzo. 

Savorgnan 

Savorgnan a IdeaG 2023

Neanche il tempo di digerire e mi ritrovo al tavolo di Roberto Pestrin per giocare un gioco da lui presentatoci come “nulla di che”, e che invece si è rivelato essere curato e con un flusso di gioco piacevole. Soprattutto il lavoro fatto a livello storico mi ha colpito: già dal titolo, ispirato a una famiglia friulana del 1500 coinvolta nella più grande rivolta contadina d’Italia, dove pare che i protagonisti furono d’ispirazione per la creazione dei personaggi di Romeo e Giulietta…

Carte di Savorgnan a IdeaG 2023

Principalmente si tratta di una sorta deck bulding dove devi costruire un motore comprando edifici e attivandoli con i propri personaggi. Il mazzo di carte durante i turni tenderà a riempirsi di robaccia e bisognerà cercare di snellirlo per evitare di prendere punti negativi. 

Mostri nel cassetto 

Mostri nel cassetto

Decido di scendere di gradazione (non alcolica tranquilli, quello mai) e mi fermo dal caro Filippo Brigo per provare un gioco per bambini suo e di Renato Millioni. Semplice ma fresco, una cosa tipo scale e pirati, ma con una leggera parte deduttiva legata al fatto che i giocatori non conoscono a chi corrispondono gli altri personaggi sul percorso. In pratica, giocando una carta nell’armadio, nel letto o nella finestra si muovono i personaggi dei colori riportati sulla stessa, se poi la carta giocata combacia con l’elemento d’arredo, si innescano delle combo attivando i simboli uguali sulle stesse righe. Giocando invece la carta nella lampada, si ottiene l’effetto contrario facendo arretrare i personaggi dei colori riportati e ricostruendo o spostando le scale che normalmente cadono dopo il passaggio dei personaggi. C’è da lavorarci, ma io me lo immagino già in versione Monsters and co…

The Zombeaver
Mario

Dopo aver fatto pausa birra con il buon The Zombeaver, Mario all’anagrafe, e Boardgame Francesco, ribattezzato per l’occasione DJ Francesco, torniamo a cercare un tavolo.

Castrum

Castrum a IdeaG 2023

Un gioco di conquista in cui le carte città acquisite vengono messe nella propria area, potendo così usufruire di effetti immediati o di fine partita, ma che carta dopo carta si spostano fino ad arrivare nel proprio mazzo coperto, esaurendo le loro caratteristiche. Un gioco dove si lanciano dadi a volontà e in cui la fortuna ha un peso non indifferente, ma che si lascia giocare con piacere e che ho trovato ugualmente affascinante.

Spada in omaggio

È un gioco ambientato nelle città umbre che però si presterebbe bene alla creazione di espansioni. Mi piacerebbe una versione con le città dell’altomilanese! Qualcuno mi ha sussurrato all’orecchio che ricorda un gioco di Knizia, ma onestamente non saprei. Fatto sta che mi hanno regalato anche una spada!

Berlino 1960

Berlino 1960 a IdeaG

Proseguendo nel mio girovagare, mi fermo al tavolo di Flaminia Brasini e Virginio Gigli per un party game insieme allo splendido Luigi Bove de Feo di Joco Game Studio.

Ecco, forse party game nel vero senso della parola non direi proprio. Un gioco a fazioni: CIA e KGB, con un tracciato punti alla Twilight struggle, così come le tematiche. Lo scopo sarà ovviamente quello di fare vincere la propria fazione segreta e riuscire a determinare i ruoli degli altri componenti, giocando carte coperte e rivelando azioni che andranno direttamente a coinvolgere gli altri giocatori. Fra proiettili vaganti e congetture fallaci, il rischio di affossare la propria squadra è veramente alta. Naturalmente ho sbagliato tutto, battezzando come nemico Virginio e subendo da lui lo stesso trattamento prima di accorgermi con tremendo ritardo dell’errore.

Carte di Berlino 1960

Al tavolo a fine partita per descriverlo è stato usato un aggettivo come “freddo”, non in un’accezione negativa, ma proprio di coinvolgimento emotivo e di immersività. Effettivamente questo gioco mi ha lasciato sensazioni positive e non mi dispiacerebbe rigiocarci. Sbrigatevi a farvelo pubblicare!

Sudonuts

Continuo sempre più lentamente il mio girovagare tra i tavoli e mi fermo a provare una sorta di sudoku con i donuts.

Non faccio foto perché sono già in fase calante e il mio cervello inizia a farmi brutti scherzi, quindi vi propongo l’immagine presa dalla lista dei prototipi inviatami da IdeaG. In questo gioco in solitario di Marco Rava e Simona Greco bisogna ricomporre uno schema, piazzando tutte le ciambelle in modo che non si ripetano su righe e colonne. Adoro i sudoku e regolarmente mi confronto con quelli più complessi, ma in questo caso ho difficoltà a completarne uno semplice e capisco che è arrivato il momento di alzare bandiera bianca. Peccato perché avevano un altro paio di giochi che mi incuriosivano mica poco…

Giusto il tempo di buttare un’occhiata a un paio di titoli della serie “vorrei, ma non posso” fra cui: Pionieri di Simone Prex, Moonbase di Fabio Lopiano e Nestore Mangone, e Central Park’s Tycoons di Andrea Mainini e Bruno Cathala (anche se quest’ultimo gioco era più un “vorrei ma non c’è mai posto”), poi il buio.

Loschi figuri in quel di Parma 

Boardgame Francesco a IdeaG 2023

Dopo una buona cena e il gioco della serata (la creazione di un gioco al tavolo a tema pesce d’aprile a IdeaG), non riuscendo ad imporre l’ennesimo gioco di schicchere, come da tradizione, mollo tutti ed esco a prendere una boccata d’aria. È relativamente presto ma sono sfatto: “Tra mezz’ora vado a letto”, ripeto come un mantra, ma attorno a me si scatenano strani eventi.

A pranzo con gli amici a IdeaG 2023

Gente alticcia che mi rapisce coi suoi discorsi arzigogolati, chiedendomi il nome tipo sette volte nell’arco di due ore e incalzando il povero Gonzalo Aguirre Bisi, costretto a spacciarsi per un non giocatore di passaggio pur di scampare a ulteriori domande biascicate. Risate e discorsi senza senso, accompagnati da amari e folate d’aria fredda nel dehor dell’hotel. “Entro dentro che non ho più il fisico”, fra i sorrisi di Ylenia D’abundo e Matteo Gravina, che ostentano tutta la loro giovinezza e mi fanno invidia mentre mi alzo dal divanetto con un “oplà”.

Ironicometro valore basso
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Come se non bastasse arriva Pestrin, che consapevole del mio bisogno di sonno, mi attira in un tranello proponendo birre e abbindolando alla stessa maniera il povero Mauro Longo. Poverino, mi sa che non verrà più. Finiamo a parlare un’ora su un divanetto di Cangaçeiros, prossimo suo gioco edito da Ergo Ludo Editions, che già mi attirava e che ora per colpa sua voglio assolutamente!

Eolo card game

Domenica. Mi sveglio e non ricordo come sia arrivato in camera. Colazione e si torna all’attacco.

Eolo a IdeaG 2023

Mi fermo da Marco Legnani, il mio copilota, per provare il suo gioco proposto al Premio Archimede. L’ho intravisto tante volte alle serate gioco che organizzo insieme ad amici il giovedì e a cui partecipa anche Marco, ma non ho ancora avuto modo di provarlo. Bisogna associare la carte per colore e simbolo, seguendo le logiche dettate dalle righe, per creare il proprio impianto eolico. C’è interazione nel momento in cui qualcuno decide di attaccare il tuo impianto, sfruttando carte apposite. Il fatto di essere arrivato a metà spiegazione e che pur non avendo capito alcune cose abbia vinto, mi ha lasciato perplesso. Può diventare davvero un bel gioco, ma c’è da lavorare sul bilanciamento e ovviare ad alcuni evidenti problemi di scalabilità. 

Meteo

Meteo a IdeaG 2023

Sono carico, vado dal caro Tobia Botta, l’ho conosciuto l’anno scorso e me lo ricordo spaesato ed emozionato, invece a sto giro lo vedo a suo agio e carico a pallettoni. E poi i suoi giochi mi piacciono sempre molto! 

Gioco di carte con meccanica di push your luck. Devi pianificare le vacanze e prenotare nella speranza che il tempo sia dalla tua parte, per farlo dovrai raccogliere punti sole. Ogni round si gireranno sette carte, una alla volta, e i giocatori potranno decidere se prenotare la settimana o meno, valutando i segnalini sole e pioggia già usciti. Il gioco è immediato e accessibile già dalla giovane età, ma forse un pelino troppo lungo. Meglio togliere qualche settimana.

Torri di Bologna 

Torri di Bologna IdeaG 2023

Incontro Giorgio Galbusera, un autore che non conosco e che mi propone Torri di Bologna, un prototipo davvero molto bello esteticamente. Sostanzialmente un gioco di maggioranze dove si piazzano tessere esagonali, si giocano carte personaggio con abilità e si innalzano torri per fare punti. Ergonomicamente difficoltoso alzare torri con i cubetti, ma già me lo immagino con elementi impilabili e strutture sagomate. Mi piace, forse da sistemare il sistema di punteggio, trovando illogico che si assegnino punti solo per le altezze e non anche per il numero di torri costruite. Sul tavolo fa comunque la sua porca figura.

È arrivato il momento di finire in bellezza con un altro gioco all’apparenza tosto. 

Non ricordo il nome, ma sicuramente inizia per T

Sembra Terramystica il nuovo gioco di Daniele Tascini a IdeaG 2023

Dopotutto se l’autore è Daniele Tascini, non è che puoi aspettarti un gioco family…

Arrivo come tappabuchi a fine spiegazione del regolamento, per una defezione dell’ultimo secondo. Per fortuna mi viene rispiegato, anche se tipo messaggi vocali di WhatsApp in 2x. Un gioco di civilizzazione con una gestione dei dadi abbinata alle azioni legate principalmente all’espansione delle civiltà.

Ho capito un terzo di quello che devo capire, ma a quello ci sono abituato. Il gioco è anti intuitivo all’inizio perché ti viene da ragionare sulle civiltà dei quattro colori, ma in realtà tu, nelle vesti di una divinità, dovrai puntare sulle civiltà più sviluppate e spingere affinché accrescano il loro valore. Ho capito realmente quello che devo fare e come farlo solo a metà partita, dopodiché è risultato meno ostico di quanto pensassi. Anche qui siamo agli inizi, ma sono sicuro che ne uscirà un bel gioco che vorrò in libreria.

Per fare test ci vuole la testa 

Per me IdeaG finisce qui, all’ora di pranzo faccio il giro dei saluti. Non ho nemmeno fatto l’ultima partita “alla cieca” con Stefania Niccolini, quella dove ci spiegano il regolamento, ma siamo talmente sfatti da giocare con regole nostre! Sono andato via prima. Quest’anno ho visto tanti bellissimi prototipi, ne ho provati davvero pochi e sta cosa mi dispiace un casino. Però so che l’importante non è vincere, testare. 

Parte del gioco Enrico Fermi

IdeaG 2022 – I giochi provati

Seconda parte dell’articolo dedicato a IdeaG 2022. Potete leggere prima questo, oppure andare qui, a voi la scelta.

Quest’anno ho visto un’alta concentrazione di gioconi. Tanti pesi massimi che, soprattutto la domenica, hanno riempito i molti tavoli a disposizione. 

Purtroppo sono pirla e non ho gestito al meglio la batteria del mio telefono, scattando poche foto e quindi dovrete accontentarvi di quello che c’è.

Enrico Fermi

Enrico Fermi – protipo IdeaG 2022

Sono partito alla grande sabato mattina, prima ancora dell’apertura ufficiale, con un gioco dedicato a Enrico Fermi di Carlo Camarotto e Nestore Mangone. Lo avevo già provato mesi addietro con un’altra ambientazione, molti di voi forse lo ricorderanno come Ferrara, ma devo ammettere che gli preferisco di gran lunga questa nuova veste. Il gioco è stato raffinato e ripulito in alcune parti rendendolo più godibile, ma il motore di gioco non è praticamente cambiato. Resta di un certo peso e non facile da leggere strategicamente alla prima partita. La parte che colpisce sicuramente è quella della gestione delle risorse che si attivano a catena in base al posizionamento dei meeple, riattivandosi solo nel momento in cui ne entra uno nuovo, ma portando i giocatori a dover riorganizzare il loro posizionamento.

Enrico Fermi

Il vero cuore del gioco però, la parte davvero figa a mio avviso, è la costruzione dei quattro macchinari rosso, blu, verde e giallo. In pratica, più costruisci un tipo di macchinario e più sale il segnalino sulla track corrispondente. Questo ti assicurerà maggiori punti a fine partita, ma nel frattempo, nel corso del gioco, aumenterà i costi di costruzione. Costi che influenzeranno tanto gli altri giocatori quanto noi stessi! Bisognerà capire quando e quanto aumentare i valori delle track. L’ho testato in due persone e devo ammettere che mi ha soddisfatto molto. Per la cronaca ho tenuto testa per un po’ a Camarotto, crollando solo nel finale per evidenti incapacità di ottimizzazione. O forse semplicemente perché sono una sega.

Indians

Ho provato poi un gioco di Danilo Sabia, uno dei suoi pochissimi prototipi che ancora non ero riuscito a giocare nonostante sia in circolazione da anni: Indians.

Indians

Il gioco è un piazzamento indiani, uomini e donne, che eseguiranno delle azioni coerenti e altamente tematizzate con l’ambientazione. Ogni giocatore avrà due dadi (non si tirano tranquilli) e dovrà segretamente organizzarli con due valori la cui somma sia sei. In base al loro posizionamento sulla plancia i due valori determineranno il tipo di azione e la relativa forza della stessa. Gli Indiani andranno poi a svolgere le azioni, ma il giocatore non riceverà immediatamente le risorse, dovendo aspettare la fase di rientro alla fine del turno. Più lontana sarà l’azione svolta, più turni ci vorranno per riavere le risorse.

Indians

Ci sarà una sorta di interazione indiretta, occupando lo slot delle azioni esclusive avvantaggiando chi primo di turno e lasciando agli avversari la possibilità di ripiegare sull’azione scelta occupata, ma con una forza minore. Il gioco ha un suo timing variabile, muovendo da uno a tre passetti su di un tracciato con eventi minori e momenti di conteggio intermedio dei punti, in base alle risorse richieste da una tessera rivelata in fase di setup. L’ambientazione deve piacere, ovviamente, ma il gioco è una bomba! Non che mi aspettassi nulla di meno dall’autore.

Tsukiji

Ho provato poi altre cose interessanti, anche più light, e fra le più divertenti c’è sicuramente Tsukiji, il gioco del mercato del pesce di Emanuele Briano. Naturalmente telefono scarico e niente foto (mi spiace).

Grazie Emanuele per la foto!

Il gioco è un semplice filler di carte, uno contro uno, in cui i giocatori dovranno accaparrarsi il pesce migliore, fra le carte rivelate ad ogni round. Con un’asta nascosta si sceglieranno le carte dal mercato e chi punterà più alto vincerà scegliendo per primo, lasciando minor scelta al secondo.

In base alla differenza di puntata, però, si sposterà anche un segnalino su di una “bilancia” che, una volta raggiunta l’estremità, porterà una carta pesce in più all’avversario. La presenza di una carta speciale, che i due giocatori si passeranno quando utilizzata con una puntata da zero, spezzerà i pareggi. Le carte avranno spesso anche dei poteri speciali che si attiveranno, aggiungendo moltiplicatori ai punti, o altre azioni, a volte anche più dirette contro l’avversario. Lo scopo sarà quello di collezionare carte cercando di ottenere bonus punteggio rivelati a inizio partita e giungere al maggior numero di punti alla fine del mazzo di pesca.

Super Robot

Super Robot, Merry Christmas e Do Not Disturb

Restando sui filler mi sono fermato al tavolo dell’esordiente Tobia Botta alla sua prima IdeaG. Ho provato tre giochi uno più piacevole dell’altro!

Mi sono sfidato con Mec e Banda del Dunwich Buyers Club a suon di robottoni anni 80 con Super Robot: un memory atipico, collaborativo! Nel mazzo di gioco sono presenti carte di due tipi, attacco e difesa, per ogni colore dei robottoni in gioco, in più coppie. Per esempio 4 coppie di attacco e difesa per il verde, 4 per il rosso e così via. Al proprio turno tutti i giocatori pescano dieci carte e le guardano senza poterle riorganizzare, poi girandole dovranno ricordarsi la posizione delle carte attacco e difesa nei vari colori e come assegnarle ad ogni turno. Idea carina che mi sono sentito di consigliare all’autore di sviluppare anche in una modalità competitiva. Insomma, abbiamo dei robottoni e un sistema di gioco che funziona, ma facciamoli combattere coi cattivi o fra di loro!

Sempre di Tobia un gioco a tema natalizio, Merry Christmas, una sorta di corsa su di un percorso di carte dai valori casuali, disposte a forma di Albero di Natale. Una volta raggiunta la stella si vince. Simpatico ma non proprio memorabile, un gradino sotto il precedente e molto di più rispetto a Do Not Disturb, terzo titolo da me provato, molto piacevole e ben congegnato.

Do Not Disturb

I giocatori saranno cacciatori di tombe egizie. Partendo da dei set di carte di diversi colori con valori da -3 a +3, e mescolati fra loro, se ne estrarranno un certo numero coperte come tesori. I giocatori avranno in mano carte causali di cui gli altri vedranno solo il colore del dorso. Durante il proprio turno  piazzeranno la propria carta personaggio sotto un tesoro, e poi scarteranno scoperta una carta dalla propria mano. Potranno decidere nel turno successivo se entrare nella stanza del tesoro o obbligatoriamente cambiare di posizione, andandosi a mettere davanti a un’altra carta tesoro.

Le informazioni parziali date dalle carte in mano e da quelle giocate dagli avversari spingeranno i giocatori a prendere decisioni e ad entrare nelle stanze tesoro, cercando di accumulare punti e provare a battere sul tempo gli avversari, aprendone altre. Il gioco funziona davvero bene e la logica dietro non è affatto stupida: meglio prendersi dei rischi ed entrare subito su più tombe, oppure meglio aspettare e avere le idee più chiare? E se nel frattempo gli altri iniziano a scovare tesori e tu hai atteso troppo? Bello davvero, complimenti!

Trenini

Trenini

Tommaso Battista e Gabriele Ausiello mi hanno fatto provare un gioco coi trenini su dei binari. Un “gestione binari” anzi “gestione scambi ferroviari” molto piacevole, bello ragionato e facile da capire. Sulla plancia ogni giocatore avrà quattro trenini in quattro colori, disposti su tre binari chiusi ad anello. Il binario interno e quello esterno con due trenini contrapposti fra loro nel senso di marcia. Ogni binario avrà delle fermate delle stazioni dove i treni al loro passaggio potranno raccogliere risorse come segnato sulla plancia, ma solo se del loro stesso colore.

Come si muovono i trenini? In un sacchetto si metteranno due dischetti neutri e uno con il colore di ogni giocatore. Ad ogni estrazione tutti i giocatori muoveranno contemporaneamente il treno del colore scelto dal proprietario del dischetto, oppure uno a propria scelta se il dischetto sarà neutro. Muovendo di due spazi stazione, i treni si bloccheranno quasi immediatamente, sarà quindi bene utilizzare gli scambi ferroviari per deviarne il corso su altri binari, ma stando attenti a non andare a bloccare un’altra tratta. Ci saranno delle carte da assolvere con i cubetti guadagnati per ottenere poteri binari, maggiore velocità, maggiore influenza nel sacchetto o maggiori risorse da aggiungere a una stazione. Ogni carta riscattata darà un punto, così come il raggiungimento di traguardi comuni per tutti. Più facile giocarlo che spiegarlo.

Foto riciclata dal precedente articolo, lo so!

Ho provato a usare una strategia che mi pareva vincente, forse forzando anche un po’ il test, con una scelta ripetitiva sull’aumentare influenza continuando a riscattare nuovi dischetti da aggiungere nel sacchetto, così da poter decidere quasi sempre io il trenino da fare muovere, ma non ha portato i risultati sperati. Per fortuna mi permetto di dire. Alla fine il gioco ha retto alla grande e si è dimostrato più solido di quanto potesse sembrare. C’è qualcosina che manca forse, ma gli autori sono davvero in gamba e sapranno tirarne fuori un bel gioco!

Il mio spirito guida!

Poi ho visto, giocato, seguito la spiegazione di molti altri giochi…

Vis e Wanna meet di Emanuele Giuliano due simpatici party game a cui onestamente non avrei dato due lire e che invece mi hanno fatto divertire. Uno aveva lo scopo dichiarato di fare rompere il ghiaccio e secondo me ci è riuscito alla grande. Certo Emanuele è un bravo intrattenitore e sicuramente questo incide, ma sono ugualmente rimasto favorevolmente colpito sia dall’uno che dall’altro.

Gatti e scatole, successo assicurato

Catbyrinth di Alessandro Cocconi, un vero e proprio gioco capace di catalizzare l’attenzione di tutti i passanti. Io non sono riuscito a provarlo, ma mi ci sono fermato davanti tre volte e tutte le volte ho seguito con interesse la sfida. Un astratto con scatole e gatti, insomma, come fai a non fermarti a guardarlo?! Vagamente la somiglianza con Santorini c’è, ma questo mi è sembrato a tratti ancora più cattivo. 

Paris 2171 di Loris Orrico, Nestore Mangone e Umberto Marino in realtà l’ho giocato settimane fa su tabletop simulator, qui l’ho solo visto dal vivo. Gioco davvero ben fatto e che con le ultime scelte in termini di ambientazione sta andando nella direzione giusta.

Non molto Paris 2171, vedremo l’evoluzione nel prossimo prototipo

Flock di Roberto Pestrin e Carlo Rigon, astratto molto caruccio in cui due giocatori dovranno cercare di fare entrare due delle pecore scappate dal proprio gregge, utilizzando il proprio cane pastore. Breve e ben realizzato.  

Crazy Klondike di Filippo Brigo, gioco per bambini che vede i giocatori nei panni di cercatori d’oro. Un Dexterity Games in cui i giocatori dovranno raccogliere pepite miste a pietre lungo un percorso, metterle in un contenitore con pochi fori, cercando poi di setacciare l’oro evitando di far scendere anche le pietre. Idea carina che promette bene.

Vis, molto divertente

Tankograd di Marcello Mugnai. Uno di quei giochi dove non mi sarei mai seduto, se non fosse stato per scambiare due chiacchiere con l’autore! Troppo Wargame per i miei gusti, poi invece me lo sono fatto spiegare e ho scoperto che è un eurogame e anche piuttosto interessante nella gestione delle risorse. Col senno di poi mi sarebbe piaciuto provarlo. Ad avere la forza di farlo!

Haikyu di Francesco Testini e Dario Massarenti. Purtroppo non ci ho giocato, ma non potevo fare a meno di seguire la spiegazione di questo gioco di carte sulla pallavolo ispirato (ma va) dall’omonimo anime. Tutto si basa sui valori di attacco e difesa delle carte, in una sfida uno contro uno. La cosa figa è l’assegnazione di attributi statistici alle carte, coerenti coi personaggi rappresentati. Il gioco è caruccio, non nelle mie corde, ma se realmente esistesse la possibilità di averlo con questo brand, credo ne comprerei non una ma due copie!

Dice Basket di Marco Legnani gioco sul Basket coi dadi, molto colorato e che ho visto preso d’assalto soprattutto da giovani e famiglie. Un gestione dadi astratto che ha strappato più di qualche sorriso. Purtroppo non l’ho provato, ma so che avrò occasione di farlo prossimamente.

Deep Space Explorer

Deep Space Explorer di Matteo Tamburini, altro autore esordiente a IdeaG che però mi è parso avere le idee molto chiare! A prima vista sembra un Beyond The Sun, ma si è poi rivelato meno impegnativo e più veloce. Ho fatto solo un giro mentre mi aspettavano in macchina per andare, quindi mi spiace non averlo approfondito come avrebbe meritato. Vicino a me Stefania Niccolini, anche lei piuttosto colpita dal gioco, ma allo stesso tempo sfatta da una due giorni intensa di playtest e troppe poche ore di sonno alle spalle! Il livello estetico eccellente e l’ambientazione forte hanno esaltato un’idea semplice ma ben studiata. Mi sono piaciute un paio di idee, ma non ho fatto in tempo ad apprezzare il motore di gioco purtroppo. Sono comunque sicuro che ne avremo sue notizie!

Deep Space Explorer

Ci sarebbero altri giochi, provati di sfuggita o solo intravisti che adesso non ricordo, ma che non escludo eventualmente di aggiungere in un secondo momento a questa lista…

Per concludere

IdeaG 2022 è stata un’edizione ricca di soprese, sotto il punto di vista dei prototipi. Rispetto a pochi anni fa il livello si è alzato in maniera netta, offrendo una vagonata di titoli fighi anche per mano di autori esordienti. Certo ci sono molti giochi che avrei voluto provare, soprattutto un paio di pesi massimi inavvicinabili per il capannello di gente ai tavoli, ma sono ugualmente soddisfatto. Ora non ci resta che attendere e vedere se anche questa edizione porterà i propri frutti…

Locandina Eventi - IdeaG 2022

IdeaG 2022 – Ritorno in quel di Parma

Finalmente tutto è tornato al proprio posto: autori che propongono millemila giochi, editori in cerca dell’ultima perla, playtester appassionati che saltano da un tavolo all’altro e blogger che si fanno foto davanti alla qualunque. Bentornata IdeaG, quanto ci sei mancata! Un anno e mezzo circa di attesa per tornare a respirare l’aria delle grandi idee. Condividere momenti, gomito a gomito, con il gotha del panorama ludico italiano e magari chissà, vedere l’esordio di qualche nuovo autore.

Uno degli incontri più piacevoli a IdeaG con Marcello Mugnai.

Vorrei fare il figo e dire che non subisco più il fascino di questa kermesse, ma nonostante gli anni passino, ancora mi emoziono. Per me è come andare allo stadio e vedere Maldini, Kakà, Ronaldo il fenomeno, Baggio e così via! Anzi, di più, scendere in campo, fare quattro tiri insieme e poi tutti a bordo campo a bere qualcosa. Condividere qualche momento con dei fuoriclasse. 

L’alea aiuta gli audaci

Sono comunque molto fortunato. Certo, ci vuole culo ad abitare a 5 minuti da casa di chi quest’anno ha preso meritatamente le redini di Saz Italia: Il Megadirettore Galattico Duca Conte Luca Borsa. Ho la fortuna di conoscerlo e condividere con lui una bella amicizia. Che poi Luca è una di quelle persone che quando parla ti devi sedere a prendere appunti e non solo perché parla molto, ma perché c’è davvero tanto da imparare da lui. Così come ho culo ad essere amico di Matteo Sassi, vero guerriero instancabile, fulcro dell’organizzazione di questa e molte altre IdeaG. A lui devo tanto di tutto, anche delle cronache! Lui è uno di quelli che parla poco, ma quando lo fa ha un peso e per me il suo giudizio conta sempre davvero tanto.

Dario Massarenti in versione cosplay di Haikyu

Insomma, ho avuto fortuna ad essere circondato da tante persone legate a IdeaG e che mi hanno tirato dentro questo bellissimo mondo. Non faccio giochi eppure mi sento parte integrante di questo gruppo. Questo è magnifico.

Potrei passare il resto dell’articolo a nominare autori, e sarebbe anche giusto farlo perché IdeaG è sorretta da tante mani, ma rischierei di scrivere la divina commedia.

IdeaG 2022 una scelta vincente

Un’organizzazione perfetta che ha portato oltre 160 autori partecipanti con 350 e passa prototipi e qualcosa come 150 playtester! Insomma, numeri che parlano da soli. Un successo annunciato, ma non così scontato, giunto proprio grazie all’unione di più persone che da anni sacrificano parte della propria vita per questo. Non per una crescita personale, non soltanto almeno, ma per quella di tutto il settore. Quello che un po’ ci invidiano tutti all’estero e in cui siamo davvero bravi: fare squadra. 

Foto tattica per ricordami i nomi degli autori. TAC!

Per questa IdeaG 2022 sono state prese delle decisioni importanti, a livello logistico, per adeguarsi a norme e standard di sicurezza. Sì è scelta una data primaverile (30 aprile e 1 maggio) per ridurre le possibilità di contagio, rispetto al consueto fine gennaio, e si è optato per una nuova struttura più capiente: l’Hotel Parma e Congressi di Parma, che si è rivelata essere una scelta vincente all’altezza dell’evento.

Una location perfetta

Tanti tavoli ben distribuiti in due ampie sale, ma non solo, anche un giardino esterno che, complice le splendide giornate, ha visto tavolini e sedie improvvisati riempirsi di prototipi all’aria aperta, concedendo una pausa dagli elastici delle mascherine e la gioia di poter vedere dei sorrisi.

In un’altra sala separata sono stati proposti quattro panel molto interessanti. Ho preso visione solo di uno di questi, ma sono grato di averlo fatto perché ho imparato tante cose nuove che, nella mia immensa stupidità, credevo di conoscere già! Fortunatamente il buon Bove ha seguito la parte tecnica di tutti e quattro gli incontri, registrando e premurandosi di renderli presto accessibili nei canali di Saz Italia.

Loschi figuri che mostrano premi durante la cena

Splendida la cena del sabato, uno degli eventi immancabili di IdeaG. Fra una portata e l’altra dei loschi figuri col grembiule nero si sono avvicinati ai tavoli assegnando il compito di realizzare in pochi minuti un gioco da tavolo ispirato all’evento. Una consuetudine ormai, ma che ha monopolizzato allegramente l’attenzione di tutti, donando momenti di allegria e stupore, soprattutto di chi presente per la prima volta a una di queste cene.

Gioco di schicchere con i tappi delle bottiglie. L’edizione Kickstarter prevede le miniature degli autori…

Come da programma nel dopo cena c’è stata l’elezione dei migliori giochi della serata. Il mio tavolo ci ha creduto molto, ma non è riuscito a strappare alcun premio, anche se sono quasi convinto ci sia stata un opzione da parte di Pendragon… la cosa più bella però è arrivata improvvisa e genuina, con la premiazione di Walter Obert per i suoi tanti anni di carriera. Dalla prima IdeaG, con una decina di temerari appassionati a Piossasco, all’ultima di quest’anno con centinaia fra colleghi e amici ad applaudire. Un’istituzione che, per rimanere in tema calcistico, con il Maradona dei giochi, Alex Randolph, ci ha giocato segnando molti dei gol più belli della storia dei giochi da tavolo italiani.

Foto rubata dal profilo Facebook di Walter Obert…

L’importanza di esserci

Ma sai che c’è poi? Non basta la fortuna. Bisogna credere. Esserci. Creare rete e cogliere tutto quello che ci viene dato da tutti. Anche chi come me non crea giochi può fare la differenza e aiutare a crescere, partecipando come playtester, ad esempio, cercando di offrire quel poco di esperienza che ha per aiutare ogni autore alla realizzazione di un sogno. Quei loro sogni che poi diventeranno i nostri tesori e a cui mi piace pensare di aver contribuito un pochino. Anche solo per lo 0,1% magari. Ecco, io vado a IdeaG anche per questo: per sentirmi parte di questo mondo che tanto amo.

Ok aspettavate i giochi, lo so, ma ho pensato di dividere la divina commedia in due parti, quindi potete cliccare qui sotto e proseguire con l’articolo.